365 giorni, Libroarbitrio

ASTA DI GIOIELLI CONTRO IL CORONAVIRUS – JEWELLERY AUCTION AGAINST CORONAVIRUS IN ITALY

Questo è il progetto per resistere in questo duro momento storico italiano ideato da

Valentina Barella, Jànos Gabor Varga , Elena Martinelli  

Loro sono orafi e designers del gioiello e in questo momento nell’immobilità e impotenza di questa emergenza con altri colleghi si sono chiesti come poter aiutare.
Il confronto ha scaturito l’idea di un’ Asta di gioielli in cui donare una propria opera il cui ricavato verrà versato direttamente dal vincitore dell’asta alla CROCE ROSSA ITALIANA o in alternativa si può scegliere tra le campagne di GOFUNDME  #insieme contro il CORONAVIRUS :
https://it.gofundme.com/c/act/insieme-contro-il-coronavirus

                                                                        Perché un’asta?

Gli artisti del gioiello hanno pensato ad un’asta perché potenzialmente si può donare ancora di più!
Raccogliendo una selezione di pezzi di design, contemporanei e artigianali realizzati da orafi designers ed artisti del panorama nazionale ed internazionale.

                                                         La bellezza salverà il mondo? 

Forse sì! Perché in questo periodo storico che ha un occhio di riguardo alla grande bellezza racchiusa in un oggetto di prestigio e desiderabile può contribuire ad aiutare molto!

Se sceglierai di unirti a questo pensiero  l’asta avverrà in un GRUPPO FACEBOOK dedicato dal 24 al 26 Marzo, di seguito il link per maggiori info e iscriversi:

https://www.facebook.com/groups/233067231199537/

I vincitori verseranno l’importo direttamente in beneficenza
e sarà premura dell’artista inviare a proprie spese il prezioso.

 

CONTACT: Valentina Barella
Designer orafa e Modellista
About Fucina Orafa Milano
Via Francesco De Sanctis 34
20141 Milano
cell 348. 978. 97. 00
copertina ASTA
365 giorni, Libroarbitrio

“I buchi neri divorano le stelle” Ilaria Palomba

Roma 21 febbraio 2014

Ilaria Palomba

COMA
Le parole sono capaci del mondo.
Queste sillabe ne contengono le deviazioni.
Dammi dinamite di suono e spasmodici flash di vuoto.
Dammi visioni altalenanti come fruste spezzate sul dorso dei sogni.
Dammi città shock in cui siamo tutti macellati da i-phone esistenziali.
Dammi unghie esiziali da conficcare nel cranio indolente di questo tempo acre.
Dammi vanità. Bontà. Invidia. Crocifissione di vendetta sbiadita. Rivalsa di panorami trascendenti.
Dammi l’Amore Universale della macchina che tiene in vita i nostri corpi ingoiati dall’eccelsa
distanza intergalattica di questo eterno
COMA.

Nei versi di Ilaria Palomba, la vita viene presentata come caleidoscopio di emozioni allo stato puro, come estratto di bellezza, ma anche presagio di putrefazione poetizzandosi :

“Se non posso essere una stella
sarò un buco nero.
Vi deglutirò
con il peso del mio nulla”

Ricorre nel suo testo poetico un’ossessione circolare, il rischio di cadere nell’insignificanza e nel nulla, come una stella che, esaurita la sua energia, lascia dietro di sé una scia luminosa prima di cadere nel buco nero, la sua tomba.
Ilaria Palomba usa un linguaggio fatto di parole rutilanti, in cui i sentimenti interiori trovano corrispondenza in paesaggi bellissimi che ricordano il Salento (sua terra di adozione), con le sue acquemarine e tarantole nere. In un periodo storico come il nostro, in cui c’è una confusione babelica dei linguaggi che diventano sempre più volgari, dimostra una singolare dimestichezza con l’uso delle parole, che usa come tessere di un mosaico meraviglioso, dove ognuna concorre a formare una fantasmagoria onirica alata: “Le parole hanno le ali degli angeli”. Le sue parole sono come proiettili che trafiggono il lettore o, come lo sguardo di Gorgone, hanno l’effetto di pietrificare situazioni e stati d’animo. La poetessa usa le parole come la pittrice impressionista usa il pennello e dalle sue righe esplodono lapilli di lava vulcanica che provocano un big bang di emozioni allo stato puro. Ella intinge il suo pennello nella tavolozza della sua sensibilità, usando tutti i colori di cui è capace la sua anima, e sgorga acqua di risorgiva, fresco lenitivo per i suoi dolori e turbamenti giovanili. Il suo stile va al di là degli stretti confini della periferia del dire comune. Maestra di epifanie meravigliose, costruite con la luce di stelle lontane e solarità forti, Ilaria esprime una sorta di terrore per la opacità che ottunderebbe la limpida trasparenza e, con lo sguardo sempre rivolto al cielo dove sono appesi i suoi assoluti, conficcati come gelide stelle fisse, si trincera nella fortezza di una forma scintillante ed elegante, in cui non c’è posto per i cultori delle ideologie, ma solo per i cultori della bellezza, perché, Ilaria Palomba crede, come Dostojevskj nell’Idiota, che “la bellezza salverà il mondo”.

Tratto dalla raccolta poetica
I buchi neri divorano le stelle
Presentazione di Mariella Cataldo

A domani
Lié Larousse