365 giorni, Libroarbitrio

” Il lato oscuro del cuore” Corrado Augias

“Deborah adesso non si limitava più a pulire il pavimento e a rigovernare le tazzine. Si muoveva con disinvoltura alla macchina dell’espresso, aveva imparato le infinite varianti delle capricciose preferenze dei clienti in fatto di caffè: lungo, corto, macchiato, schiumato, bollente, tiepido, al vetro, in tazza grande, perfino americano ristretto, puro paradosso se preso alla lettera.
Come diceva Roberto, facendo un po’ il verso a De Gaulle, non si può governare un Paese dove esistono decine di varietà differenti di caffè.”

 

365 giorni, Libroarbitrio

“Musica da camera” James Joyce

faro

Venti di maggio, che ballate sul mare,
con gioia ballando un girotondo
di solco in solco, mentre sulle onde
la schiuma vola, riceve ghirlande
e abbraccia l’aria con archi d’argento,
vedeste in qualche luogo il mio vero amore?
Ahimé! Ahimé!
Venti di maggio!
Amore è infelice quando Amore è lontano!

365 giorni, Libroarbitrio

Ipnosi

Roma 25 marzo 2014

 

I demoni di S.Pietroburgo 2

La notte sveglia obbliga gli animi a dimenarsi nel buio tetro che scintilla blu lingue scalpiccianti contro palati senza melodia divaricando bocche mute, sembrano volermi mordere, e invece loro vogliono dire, ma io sorda nulla ascolto scivolare dal loro fiato, e il giorno fragile è già adepto interminabile, li vedo sparpagliarsi come pecore perse, mi vedo abbracciare l’albero più maestoso che esista, e seppur io sia immobile a lui avvinghiata, le sagome di cartone ritagliate affettano la mia carne e in questo momento che la memoria è la mia padrona la mente ne fugge correndo nella casa che ho per lei creato.
L’osservo arrivare stremata sull’uscio, aprire la porta. E. Precipitare, nulla trovando.

– Poverina- , glielo dico, ve lo giuro, – Poverina-.

Avveleno il mio cuore ripetendomi se non fosse stata vita lo stesso il non voler ricordare
rimanere nel limbo di racconti altrui
e crederci.

Chi sarei allora?
Io non sarei io forse
pure se io non so chi sono?
Allora m’avveleno cercando ricordi
strizzandoli e bevendone delle mie meningi
e alla mensa della domenica prego:

O mio Dio
o mio Signore
nulla è dolore insostenibile
se in me ondeggia l’essenza dell’anima tua?

Amen

L.L.