365 giorni, Libroarbitrio

Il “Libro della pittura”

Roma 27 febbraio 2013

Le Arti di  Leonardo da Vinci

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Siamo a metà del Quattrocento e ben diversa è la polemica contro l’aspetto letterario e retorico implicita, e talora esplicita, nei cultori delle scienze filosofiche e naturali, rivolti a privilegiare le “res”, ossia lo studio della realtà fisica, oppure le idee, rispetto all’ornamento delle parole e alle fantasie mitiche.

La polemica acquista un particolare significato nell’opera di Leonardo da Vinci, il quale si educò all’arte della pittura e della scultura nelle botteghe fiorentine del suo secolo, ma non rimase certo estraneo all’influsso del neoplatonismo. Egli si professò, vantandosene, “omo sanza lettere”, con ciò intendeva dire che gli mancava la conoscenza del latino, non nel senso specifico, ma nel senso più ampio che la sua formazione era diversa da quella dell’accademico. Egli non rifiutava certo la cultura, ma affermava, con le sue parole e con la  sua pratica di artista, un nuovo concetto di cultura, una cultura formativa attraverso l’indagine delle leggi naturali, e in particolar modo attraverso un’indagine consapevole del mistero complesso che si cela sotto le forze apparenti della natura. L’arte di Leonardo aveva tuttavia un fondamento scientifico e si esercitò, oltre che nella pittura e nella scultura , negli studi anatomici, nella sperimentazione meccanica e nella costruzione degli apparati bellici, ciò che spiega in gran parte la sua dimora presso sovrani impegnati  nel rafforzamento della potenza militare, Ludovico Sforza duca di Milano e Francesco I re di Francia. Scrittore essenzialmente occasionale, Leonardo, a parte alcune pagine di svago  letterario come le facezie, accompagnò con le riflessioni scritte in volgare l’esperienza di artista e di scienziato.

Leonardo caratterizza con il suo lavoro il Rinascimento nel suo momento di massimo fulgore. Accanto a Leon Battista Alberti e a Michelangelo, egli appare in effetti un esploratore di tutte le arti: dalla pittura e scultura, che costituivano la sua prima professione, egli affronta opere d’ingegneria, si diletta di letteratura e tratta argomenti scientifici, anche se non in maniera organica. La tendenza propria del Rinascimento a collegare i vari rami del sapere e del fare si manifesta nella molteplicità delle sue esperienze e nella complessità delle sue opere, che presuppongono una ricchezza di interessi  e un’esigenza di sintesi.

Il Libro della pittura, che non è un trattato organico, ma consta  di una serie di pensieri, porta ad un estremo sviluppo l’emancipazione dell’artista iniziata consapevolmente con l’Alberti, fondata sulla capacità dell’arte di penetrare nella realtà naturale e rappresentare i suoi meccanismi, e sulla maggiore nobiltà dell’occhio, organo della vista, che percepisce le immagini, rispetto all’udito, con cui si gusta l’arte della parola, così da teorizzare la superiorità del pittore sul poeta.

A domani

LL