365 giorni, Libroarbitrio

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DuediRipicca

DuediRipicca illustrati dal disegnatore  Nìel

L’arte delle parole e dei colori si incontrano e si mescolano in questa nuova nostra pagina! Un grazie speciale va all’artista Nìel per averci rappresentati con questa sua illustrazione, e un grazie a tutti voi che avete già iniziato a leggerci, a seguirci e a farvi ispirare da noi.
Per tutti gli artisti e non, che desiderano condividere la propria arte con noi, promuovere eventi, performance letterarie e pittoriche potete scriverci a:

duediripicca@yahoo.com

Ricordate “un attimo di esitazione e perdi
l’occasione, l’equilibrio, la strada…”

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2dR “Lié Larousse – Gianluca Pavia”

365 giorni, Libroarbitrio

Un treno in fuga che sta per deragliare -L.L.

Lynch

smaterializzare corpi nell’attimo tra la la fuga e l’essere scoperti ed intanto provare a restare vivi imparando a fingersi morti come fanno certe bestie in natura. naturale quindi restare in silenzio perché dire poi non migliora il capire della volontà altrui che ci trattiene imbrattandoci la vita in un abisso di confusione ed incertezze. scoperto che mirando lo sguardo ad un punto bianco se fissato allungo diventa nero. guardate guardatelo un punto bianco se fissato allungo diventa nero guardate guardatelo guardatemi un punto bianco se fissato allungo diventa nero e non vediamo più nulla così poi dentro ci inventiamo quello che ci pare.

L.L.

365 giorni, Libroarbitrio

“Lettera al Mondo” Emily Dickinson

Arthur Rackham Passions

Scrivo perché l’attesa si consumi –
soltanto la mia cuffia da allacciare
e chiudere la porta della casa –
Altro non ho da fare –

finché il suo passo s’avvicini e insieme
noi due cammineremo verso il Giorno
dicendoci le cose che cantammo
per tenere le Tenebre lontano

365 giorni, Libroarbitrio

Lié Larousse e il Guerriero Poeta

L.L.

Lié Larousse nasce in un circo itinerante tra stoffe di taffetà ruvida seta in baco e carta straccia. Non sa che giorno fosse né l’anno né la direzione che prese il treno, forse spinto sulle rotaie dal canto stridulo di ogni palpitante sterzata o forse dalle urla del parto di un’ipotetica madre immaginata sotto ogni forma. Quel che è certo, è che, quell’ammasso di ferro legna e carne in transito era vivo, colmo di saltimbanchi, clown, bestie, lustrini e paillette.

– Lié faceva caldo, quello, si me lo ricordo, ma fuori di qui cara, un freddo, quello anche mi ricordo, e poi non insistere con me, chiedi a Mr Freak ti saprà dire di più – .
Mr Freak, bellissimo, alto l’inimmaginabile irremovibile dal suo sgabello con la fisarmonica in grembo e l’armonica alla bocca, appena la vedeva sbucare dal nulla la spostava di lato col bastone argenteo imperando -Fsthgrfth!- .

Lié continuò a chiedere.

Chiese a tutti, ai giocolieri con le clave, a Sir Amour il clown così tanto triste d’esser meravigliosamente felice,  al mangia fuoco Evviva con la tutina gialla aderente e le polpette puzzose di petrolio, alla signorina Edena la donna più bella dell’universo con tre capezzoli, ai due antichi teatranti Ostilis, a Cano lo straordinario pianofortista quadrupede, al triste Robért col trucco sempre al contrario e il diario nascosto che solo lei sapeva dove trovare.
Nulla.
Nebbia .
Ombre.
Ogni risposta una chiusura di porte senza maniglie.
Inerme ad ogni ingresso riappariva lui, bellissimo, ad attenderla sempre, l’incomprensibile Mr Freak.

Ma si narra che fu all’imbrunire di un tempo senz’etere, che un uomo, con la mascella serrata e gli occhi di sangue, vestito di cicatrici d’acciaio salì sulla carrozza 17 di quel malridotto treno. Stese una coltre di cellulosa ricoprendo l’intera cabina che iniziò a riempirsi d’acqua di mare e le sue mani elettrizzate dalle correnti vorticarono una tempesta di dipinte parole e pesci mille colori nuotavano balzando di vagone in vagone e sabbia dorata ondeggiava nella forma dei desideri e zampilli d’acqua cristallina si infrangevano contro lamiere e corpi componendo musica di tutte le note. Gli abitanti del treno si precipitarono ad ammirare la magia, e tra chi applaudiva entusiasmato e chi vociferava pettegolezzi la voce dell’incomprensibile Mr Freak, bellissimo, alto l’immaginabile irremovibile dal suo sgabello con la fisarmonica in grembo e l’armonica alla bocca, mise tutto a tacere imperando:
– Lié, lui è il Guerriero Poeta. Tuo Fratello! –

Così oggi, ad un età inconsapevole, con i capelli spagliati di un colore incolore, vi presento storie di genti del mondo, com’erano e in astratte forme come saranno, qui, dietro le quinte di questo palcoscenico fluttuante leggerete l’idillio della vita degli esseri quali siamo dove conduce. Col mio unico ricordo. Vero. Solo mio. Che d’improvviso di giorno o in sogno m’appare, col profumo caldo di neve silenziosa e sale marino.

Lulù

Come è nel vostro verbo
sarò acqua
liscia e trasparente
 fluirò via
mescolerò cammini

e gradino 
dopo gradino
scoprirò chi sono
creando già da ora
il mio oggidomani
grazie 
Guerriero Poeta.
Lié

365 giorni, Libroarbitrio

“Pantera” Stefano Benni

Aixi
Aixi scappa all’alba prima che arrivi il gippone della zia e Mandrago il guercio e il maresciallo o chissà chi a portarla via: Aixi entra in mare e nuota nuota finché non le manca il fiato e va giù, giù, circondata da un girotondo di aragoste e Dentidiferro, e si posa sul fondo e un piede si aggancia a una vecchia ancora e non tornerà mai più su, resterà lì come una perla.
Oppure Aixi, all’ultimo momento, fa una capriola da delfino e torna nuotando a riva. Non vuole più morire e si butta esausta sulla spiaggia, troppo stanca per piangere.
Il sole si alza e la scalda.
Il mare le lambisce i piedi.
Loro sono grandi, ma si accorgono anche di una cosa piccola come lei.