Roma 12 giugno 2013
Nei giorni scorsi abbiamo letto come il romanticismo si sia espanso in tutta Europa. Per concludere non dobbiamo dimenticarci che nell’Europa del nord la forza vitale della natura, come fonte perenne di simboli, il desiderio di evasione dell’uomo verso una quiete dai confini non definiti, la visionarietà e il misticismo, il richiamo di antichi miti furono gli elementi più singolari della poesia ottocentesca del Nord europeo.
Nella Penisola Iberica riecheggiamenti romantici inglesi e francesi influenzarono la poesia facile e traboccante di fantasia e sentimento di José de Espronceda e José Zorrilla. La sensibilità più raffinata e la spiritualità più vaporosa e sognante del post-romanticismo trovarono invece in Gustavo Adolfo Bécquer il loro più sincero interprete.
Negli Stati Uniti il secolo Ottocento espresse la poesia intensamente immaginifica e sensuale di Walt Whitman, la sperimentazione e l’eccentricità di Edgar Allan Poe e la voce isolata e segreta di Emily Dickinson, pietra miliare per tutta la poesia moderna, come uno dei primi e capitali approdi di scrittura femminile. A quegli stessi anni risale la pubblicazione anche in Europa della poesia dei neri e degli indiani americani, che cantarono le sofferenze, la protesta, le speranze legate alle loro ingiuste condizioni di vita e la consapevolezza della loro antica cultura.
Nell’Africa mediterranea la suggestiva esperienza poetica dell’emiro ed eroe nazionale algerino ‘Abd ‘l-Quadir fu un’appassionata testimonianza dell’amore per la propria terra, dell’orgoglio della propria cultura araba e della volontà di affermarla e difenderla, nel periodo storico dell’oppressione coloniale.
In Giappone mentre nella narrativa si verificarono importanti cambiamenti, dovuti soprattutto all’influenza europea, la poesia continuò a esprimere nel tradizionale haiku uno stile impressionista e una tecnica formalmente raffinata.
A domani
LL