365 giorni, Libroarbitrio

Salomè e Satana – Charles Baudelaire

Salomè

Tu, l’angelo più bello e saggio della corte,
Dio spogliato di lodi, tradito dalla sorte,

Sono Salomè amato Satana, che tu abbia pietà della miseria mia.

Principe dell’esilio, che hai subito un torto,
e che, vinto, ogni volta più forte sei risorto,

tu che sai tutto e regni sul mondo sotterraneo,
guaritore domestico delle ferite umane,

tu che dalla Morte, tua grande antica amante,
generasti Speranza, la folle e affascinante,

tu che al proscritto dai lo sguardo calmo e altero
che davanti al patibolo danna un popolo intero,

tu che sai in quali angoli delle terre invidiose,
Dio, geloso, ha nascosto le sue pietre preziose,

tu che con l’ampia mano nascondi i precipizi
al sonnambulo errante sull’alto degli edifizi,

tu che magicamente rendi all’ubriaco elastiche
le ossa quando i cavalli di notte lo calpestano,

tu che per consolare il debole nel rischio
ci insegni come zolfo e salnitro si mischiano,

tu che imprimi il tuo marchio, o complice sottile,
nella fronte del Cristo implacabile e vile,

Bastone di esiliati, lampada d’inventori ,
confessor d’impiccati e di cospiratori,

Padre che adotti quelli che Dio, da ira sconvolto,
scaraventò dall’Eden, lontano dal suo volto,

Sono Salomè amato Satana, che tu abbia pietà della miseria mia.

 

365 giorni, Libroarbitrio

“Note di un pittore” Egon Schiele

Egon Schiele, Mime van Osen (detail), 1910

Gli alti alberi
filavano lungo la strada.
Trepidi uccelli vi pigolavano.
A grandi passi con rossi occhi cattivi
percorrevo le strade bagnate.

Nere le nubi temporalesche
rotolavano alte dappertutto –
boschi d’acqua ammonitori.
Baite bisbiglianti e alberi mormoranti –
andavo incontro allo scuro torrente –
uccelli, simili a pallide foglie al vento.

365 giorni, Libroarbitrio

“Ces flots jumeaux de lait bien épaissi” Pierre de Ronsard

Klimt

Ces flots jumeaux de lait bien épaissi
vont et revont  par leur blanche vallée
comme à aon bord la marine salée,
qui lente va, lente aussi…

Questi flutti gemelli di latte addensato
vanno e ritornano per la loro bianca valle,
come alla sua riva la salsa marina,
che lenta va, e così lenta ritorna.

Una distanza si crea tra loro come
tra due monti una strada spianata,
bianca di tutta la neve già caduta,
quando d’inverno s’addolcisce il vento.

Là due rubini alti s’elevano rosseggiando,
e i loro raggi completano l’avorio
che in ogni parte unito e tondo cresce.

Là tutto l’onore, là tutta la grazia abbonda
e la bellezza, se mai ne esiste al mondo,
vola e soggiorna in quel bel paradiso.

365 giorni, Libroarbitrio

“Serpenti d’acqua” Gustav Klimt

Roma 29 marzo 2014

Sea serpents IV

Urlami negli orecchi la possente tua voce mare e scacciali via, mettili tutti a tacere, loro, le loro grida che m’hanno abbandonato dentro. Spezzali. Stordisci coll’eco del tuo canto i vuoti loro animi d’ombra riempiendoli del perdono che non so darmi.
Liberamene.
Coll’imponente soffio respiro d’acqua marina rinsana la mia mente con la purezza del tuo sale urlami nelle labbra parole che non so dire così ch’io possa finalmente affogare perché trafitto ormai il mio cuore stanco peserà meno per l’ora che ormai giunta tarda finalmente mi concederà il sonno cullata nel profondo tuo antidoto con la possente tua voce mare ad avvolgermi.

L.L.