365 giorni, Libroarbitrio

Se non capisci, alza pure la mano – Guido Catalano

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La primavera mi mette
di un gran bel buon umore
ma mette
di un gran bel buon umore
un sacco di altra gente
e quando sono circondato
da un sacco di altra gente
oberata d’entusiasmo
non so perché
m’incazzo.

La primavera mi fa incazzare.
Allora metto su i Primal Scream
a volume vietato dalle norme vigenti
mi vibrano le otturazioni dentro i denti
e mi calmo.

C’è un altro modo buono
per rilassarmi.

Scriverti
è scriverti parole
e metterti
è metterti parole
una di fianco all’altra
andare spesso a capo
usare il meno possibile
la punteggiatura
e dirti
è dirti
che coltivo la speranza
tu possa sopravvivermi.

Nel senso
di vivermi
sopra.
Capisci cosa intendo?
Se non capisci alza pure la mano
che te lo spiego meglio.

Non qui davanti a tutti
per carità
andiamo di là
nell’altra stanza
che c’è una bella vista
e c’è silenzio
chiudi la porta
che ti mostro.

365 giorni, Libroarbitrio

Andando – Guido Catalano

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Tristezza chiama tristezza
e cane chiama cane
bacio chiama bacio
ma sole chiama luna
il vino si trasforma in sangue
e le lacrime in gazzosa.
Tu oggi a pranzo
eri carina e/o bella senza voce
con quei pantaloni da uomo
e le toppe ai gomiti.
Non dovrebbe comunque essere legale
alzarsi dal letto quando fa ancora buio.
Io chiamo te
e tu chiami me
pronto mi senti?
silenzio chiama assenso
e vorrei portarti al lago
far l’amore sul pontile
come in quei film
sai quei film con i laghi
e con i pontili?
Oggi in viaggio
verso il profondo est
ho trovato la tua sciarpa grigia e nera
nel mio zaino con il tuo odore
son quelle piccole fortune
che ti aiutano la vita.

365 giorni, Libroarbitrio

Oggi alla fermata del 57 – Guido Catalano

 

Pensierosa agli scavi di pompei 1865 Filippo Palizzi

Oggi alla fermata del 57
eri così bella e così stanca
che non riuscivi neanche ad arrabbiarti
quando ti dicevo
che ti volevo da morire.
Eri così abbronzata e triste
che ti avrei abbracciata
con il rischio
d’attraversarti
come un fantasma.
Se solo questa poesia
fosse un incantesimo
io sarei il mago
la nostra lontananza il drago.
Avevi un bel vestito semi corto nero
e sandali davvero niente male.

365 giorni, Libroarbitrio

Facciamo che io ero – Guido Catalano

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facciamo che io ero un soldato
e tu eri una ragazza che vivevi in un paese
io disertavo
e ti bussavo
tu vivevi sola nella casa
facciamo che ti bussavo
fuori nevicava
in lontananza grandi fuochi
e bombe
tu dicevi, chi è?
son soldato disertore, posso entrare che fa freddo?
facciamo che tu aprivi la porta
e dicevi, entra pure sto preparando la pastasciutta
facciamo che io entravo
posavo il fucile
e mi sedevo vicino al fuoco
perchè facciamo che c’era il fuoco
ho dei vestiti asciutti, mi dicevi
io mi toglievo la palandrana
e la giacca
e mi mettevo un maglione grigio molto confortevole
e anche dei pantaloni
e posavo gli scarponi ai piedi del camino
facciamo che la pastasciutta era pronta
e tu me ne davi un piatto
e facciamo che mangiavamo in silenzio
facciamo che c’era anche una bottiglia di vino

com’è la fuori? mi chiedevi
ci si spara e ci s’ammazza, ti dicevo
ti dicevo, sei stata molto cara ad aprirmi
mi dicevi, figurati, vuoi un po’ di vino?

facciamo che ti guardavo
e facciamo che eri molto bella
possiamo fare ciò che vogliamo
facciamo che mi dicevi, puoi dormire qui stanotte
e le altre notti?, ti chiedevo
anche
finchè non finiscono gli scoppi?, ti chiedevo
sì, dicevi
facciamo che ti dicevo finalmente il mio nome
e finalmente tu mi dicevi il tuo
e finalmente mi chiedevi, potrai difendermi se arrivano?
sì, dicevo

facciamo che eravamo molto stanchi
e mentre che tu ti preparavi per la notte
io guardavo dalla finestra
e fuori era tutto bianchissimo e silenzioso

ora anche le bombe dormomo, dicevo
vieni a letto, dicevi
facciamo che non facevamo l’amore
non la prima notte almeno
poi si vedrà

365 giorni, Libroarbitrio

bum bum bum – Guido Catalano

 

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Ogni volta che scrivo un poeta del gruppo 63 muore
ne ho uccisi parecchi
che non so quanto ho scritto
ma quella testa di minchia
di umberto eco sopravvive ancora
che non me lo so spiegare
( come canta tiziano che evidentemente non è del gruppo 63)
quello stronzo sopravvive
a tutto, proprio a tutto
pure “proprioatutto” tuttattaccatosenzaspazibaby
che lui le studia ste cose
e dovrebbe crepare subito
sul colpo
e invece no…