365 giorni, Libroarbitrio

Gli Iperborei – Pietro Castellitto recensione di Lié Larousse

Gli Iperborei è un romanzo che racconta il privilegio, non solo quello di essere ricchi e quindi vivere di agiatezze ma il privilegio di essere amati senza l’ipocrisia che si cela dietro un nome ed una posizione importante ed avere poi la capacità di ricambiare, saper amare a prescindere da tutto e da tutti.
L’autore, Pietro Castellitto, in queste pagine narra il rifiuto e il coraggio: quanta difficoltà, fastidio, imbarazzo proviamo quando dobbiamo lasciar andare chi non ci vuole, quando imperterriti inseguiamo un amore impossibile, o un sogno irrealizzabile, e quanto coraggio ci vuole per capirlo, accettarlo ed andare avanti senza perdere lucidità, dignità? Questo è un romanzo che racconta l’apparenza: all’inizio ci sembra che tutto nella vita dei personaggi fili liscio, un presente invidiabile, un futuro meraviglioso da creare, problemi inesistenti e guai che si aggiustano da soli, ma quanto dura il tempo dell’apparenza?
Dura fin tanto che non entrano in scena l’umiliazione, l’abbandono, la meschinità, amici che credevamo tali si scoprono avversari di una partita a scacchi, e vediamo Poldo mentre si perde nei suoi “spettacoli in testa” manovrato come una pedina. Questo è un romanzo che racconta la storia di Dei e Dee in tutta la loro magnificenza, una fra tutti Guenda, attorno a lei il mondo di Poldo ruota, accade, vive, ma lei non è davvero lì, se non in posa, dolcissima, ritratta in una loro foto da bambini.
Questo romanzo è una storia nella storia dove passato e presente vengono travolti da un futuro già scritto e l’autore spietato ci accompagna ad un insperato epilogo, in una Roma che ho conosciuto ma non vissuto, perché conoscere non significa vivere, e vivere non sempre significa conoscersi.

di Lié Larousse

Gli Iperborei
Pietro Castellitto
Bompiani