365 giorni, Libroarbitrio

“Levati” Bill Manhire

Quello che veramente ami
è la tua vera eredità
Ezra Pound

alors on danse

Tanta parte del pianeta è fragile:
cose che sbattono sul filo,
oggetti su un piatto, una macchina che sbanda sui campi…

Cioè: brusco, condizionale
e, come al solito,
breve: così che ancora una volta si prende il proprio posto.
Ma metti che un giorno guardando fuori

dalla finestra aperta
si vedesse la mortalità
nel grigio scarabocchio
d’un ragazzo con in mano una mela?

Fragilità. Brevità. Bellezza, persino.
Luce dello spazio a disposizione.
E cos’è la gioia?
Persino una matita lo può indicare.

365 giorni, Libroarbitrio

“Pensieri? Sempre!” Loris Giorgi

rosso

ora il mio sorriso devasta le mie paure
squarciandone il futile significato
ora la testa
alta
infrange ogni mia regola

sotto l’ombra di parole incantate
mi fai sentire al sicuro

e continuo a sorridere

la gioia di alcuni momenti
mi stupisce ancora
come l’amaro di attimi deludenti
che ti soffoca ogni parola
in una lotta senza perdenti
è ora
vivi il mio sorriso come mai prima
d’ora

nell’assoluto silenzio
di attimi infiniti
persa sembra la mia anima
in bilico tra l’attesa e il traguardo

sappi che
anche se
celato
Il mio amore
per te
cresce ogni giorno.

365 giorni, Libroarbitrio

“Rinascere” Loris Giorgi

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Muti i minuti
urlano dentro la mia assopita mente
riempiendomi il cuore di spine.
Come un fiume in piena
ora il tempo annega ogni mia illusione
mostrandomi limpida la mia immensa gioia di vivere.

Basta una sola notte per piangere
l’indomani già so
mi tornerà il sorriso.
Dubbi e paure non ti lasciano respirare
e invecchiano il tuo viso.
Non dargli mai tutto questo potere
ma afferra la tua vita
con fare deciso.

La luce opaca di questa luna storta
mi scalda l’anima
mentre le stelle accarezzano i miei pensieri.
Il tutto tra sogno e realtá.

L’amore
siamo ognuno di noi
non esiste una forma
una tipologia
l’amore si trova anche in una bugia.
L’amore mai saturo
nutre i tuoi sorrisi.

365 giorni, Libroarbitrio

“I Demoni” Michailovic Dostoevskij

I demoni di San Pietroburgo

Fra i cavalieri notai Petr Stepànovic, che montava, ancora piuttosto maldestramente, un puledro cosacco preso a nolo,  e Nikolàj Vsèvolodovic, che, quando, di tanto in tanto, accettava di unirsi agli altri negli svaghi generali, aveva sempre un’aria discretamente allegra, anche se, come sempre, parlava poco e di rado.

“Tutto è ormai diventato così noioso, 
che non è il caso di far cerimonie in fatto di divertimenti,
se la cosa è interessante”

Fedor Michailovic Dostoevskij 1869

(Dostoevskij in quell’anno aveva letto di una cellula terroristica che propugnava “la scienza della distruzione”.
Il risentimento lo spinse a scrivere un pamphlet contro quei “demoni”; ma il genio si ribellò al suo umore e Stavrogin si trasformò nel vero eroe del romanzo, il più grande nichilista della letteratura.
Aveva scritto il libro definitivo sulla vastità del male.
– Leonardo Colombati)

365 giorni, Libroarbitrio

“Come mormorano le fonti” Clemens Brentano

Willem Haenraets, part two

Non senti come mormorano le fonti,
come stride il grillo non odi?
Silenzio, silenzio! Ascoltiamo!
Beato chi muore immerso nei sogni.
Beato chi si culla sulle nuvole,
la luna gli canta la ninnananna.
Beato spiccherà il volo
l’uomo a cui il sogno muove le ali
e nell’azzurra distesa del cielo
coglie stelle come fossero fiori.
Dormi, sogna, vola, presto
ti sveglierò, pieno di gioia.

365 giorni, Libroarbitrio

“Il dio vicino” Rabindranath Tagore

donna che osserva il mare

Non finirò mai di cercarTi
sino al mattino in cui rinascerò.
Entrerò in una nuova vita,
una nuova visione apparirà al mio sguardo,
nuovo diventerò a quella nuova luce,
mi legherò a Te in una nuova unione.
Non finirò mai di cercarTi.

Tu non hai confini, non hai confini
perciò il tuo gioco è sempre nuovo.
E io non so con quale veste
sorridente, o Signore, aspetterai sulla strada;
venendo vicino prendi questa mia mano,
e vibrerà nell’aria un nuovo fremito di vita.
Non finirò mai di cercarTi.

Sempre con nuova visione entrami nel cuore.
Vieni con la dolcezza di un profumo, vieni nel canto,
vieni con una carezza inebriante nella membra,
vieni esternamente gioioso nello spirito,
vieni negli occhi lacrimanti di stupore.
Sempre con una nuova visione entrami nel cuore.

Vieni puro, splendente, amoroso,
vieni bello, gioioso, sereno,
vieni in tante diverse forme.
Vieni  nel petto nella gioia e nel dolore,
sempre. Tu sia in ogni azione,
al termine di ogni opera tu sia.
Sempre con una nuova visione entrami nel cuore.

365 giorni, Libroarbitrio

Al poeta alato – L.L.

 Bosco di piume 
alberi secolari e bacche.
Che il suono della mia muta voce arrivi a te col dono di queste parole scritte
implosione di gioia e vita
travolgendoti come onda
 senza male alcuno
dolce come una carezza 

Apri il tuo cuore

senza spiegarti perché sarai

un uomo libero

un grande poeta.

Lié Larousse

365 giorni, Libroarbitrio

Venite “Alla notte” di Percy Bysshe Shelley

Roma 1 giugno 2013

Alla notte

Cammina veloce sull’onda dell’ Ovest,

spirito della notte!

Esci dall’antro brumoso dell’Est

dove per tutto il lungo e solitario giorno

ordisti sogni di gioia  e di paura

che ti fanno terribile e cara,  –

veloce sia il tuo volo!

Avvolgi la tua forma in un mantello grigio

trapuntato di stelle!

Acceca coi tuoi capelli gli occhi del Giorno;

bacialo fino a sfinirlo,

poi vaga su città, mare e terra,

ogni cosa toccando con la tua verga oppiata –

vieni, a lungo bramata!

di Percy Bysshe Shelley 

A domani

LL

365 giorni, Libroarbitrio

La poesia giocosa e il ditirambo II parte

Roma 23 aprile 2013

D’ogni intorno era giorno, adorno e chiaro

di qua e di là nella città di Piero,

e s’udia per la via “tocca cocchiero”

e dicea “calde cialde” il ciambellaro.

Come abbiamo letto nel post precedente il Leporeo fa’ della sua ricerca il suo studio, egli oscilla fra paesaggi realistici, riflessioni morali, indagini, e confessioni autobiografiche. Ma a tanta fatica di escogitazioni metriche e verbali non corrisponde nessuna profonda novità. Il gusto dell’oscuro, del difficile e del raro alimenta anche, accanto alla poesia ionadattica , in una specie di esoterismo burlesco e conviviale, quella enigmistica per la quale fu famoso a Firenze Antonio Malatesti.

A firenze alcuni scrittori con la forza della loro personalità e nello sfondo e nel quadro del pubblico delle accademie, riprendono i modelli di tutto un genere letterario e li consacrano con celebri e significativi esempi.

Un aspetto e una cadenza particolare del giocoso segna il Bacco in Toscana di Francesco Redi, come ditirambo esso ha immediati antecedenti nel tema e nella struttura di polimetro. L’ondeggiare di metri, il piglio talvolta estroso, i giochi fonici si ripercuotono in lui da pagina a pagina, dall’alternanza di quaternari e ottonari di

Damigella / tutta bella

sino all’estrema saturazione di parole composte del Ditiramb all’uso de’greci:

Ecco l’alme reali,

non mai disattristate,

curvaccigliata ambizion disbrana;

e le dimesse menti ognor tormenta

la corinfestatrice povertate:

l’arcier di Citerea

disviscera ad ognor la giovinezza.

A domani

LL