365 giorni, Libroarbitrio

Fai come l’acqua – Gianluca Pavia

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Fai come l’acqua
amica mia,
scorri e non ti fermare
c’è un tizio sulla riva
in attesa di un cadavere.

Vai come il fiume
tra gole e cascate,
sfreccia tra le rapide
e riposa se puoi
quando la superficie è piatta.

Fai come l’acqua
non ti fermare,
permea la terra
e trova una via,
il tuo canto sarà
un gran bel fiore.

Vai come il fiume
che all’occhio pigro
si adatta al corso
e ne segue la corrente,
ma in profondità erode
e sgomita con le sponde,
sconvolge interi paesaggi
e si fa strada,
così,
da sé.

Tratto dalla raccolta poetica
Spietate Speranze
di Gianluca Pavia

365 giorni, Libroarbitrio

“Dolce colloquio” di Enrico Panzacchi

Roma 6 febbraio 2014

Enrico Panzacchi

Tranquille si movean l’acque del fiume
riflettendo le bianche
nuvole e del tramonto il roseo lume;
e noi due solitari, anime stanche,
senza far motto guardavam  dal ponte
anche un giorno morire,
e più lunghe cader l’ombre dal monte,
e le nebbie dal pian lente salire.
Io non dissi d’amarvi. Errava il guardo
sulle onde e i greti erbosi;
gemean per l’aria i passeri in ritardo
cercando i nidi fra le acacie ascosi;
e le campane da lunge squillanti
mi faceano pensare
all’erbe di romiti camposanti,
a profumi di fior sovra le bare;
ed esalar parea dal verde suolo
una canzone antica,
che avea del flauto, avea dell’usignolo,
avea carezze di parola amica.
Io non dissi d’amarvi,  e non cercai
ne’ vostri occhi profondi
(occhi soavi che tacendo amai
dal tempo che li vidi) i vagabondi
pensieri della mente e la divina
malinconia d’amore.
Era pago d’avervi a me vicina;
e vi sentìa cantar dentro il mio core.

A domani
Lié Larousse

365 giorni, Libroarbitrio

Bertolt Brecht “Della ragazza annegata”

Roma 13 dicembre 2013

Bertolt  Brecht

Quando l’annegata sull’acqua scendeva
dai ruscelli nei fiumi più grandi,
l’opale del cielo stupendo splendeva
come una carezza sopra il cadavere.

S’avvinghiarono a lei il fuco e le alghe
e a poco a poco il suo peso s’accrebbe.
Freddi le nuotavano i pesci lungo le gambe
piante e bestie trattennero il suo ultimo viaggio.

A sera il cielo ero oscuro come fumo
e con le stelle di notte teneva la luce sospesa.
Ma all’alba era chiaro, ed anche per lei
c’era ancora il mattino e la sera.

Quando il suo pallido corpo nell’acqua non fu che marciume,
con il tempo anche Dio fu incline a dimenticarla:
prima il suo volto e le mani e infine i capelli.
Poi divenne una carogna con tante carogne nel fiume.

Traduzione di Roberto Fertonani

Una poesia in cambio di un’auto. L’autore che procura la poesia  è Bertolt  Brecht. Il dedicatario: la Steyr, a quei tempi famosa casa automobilistica austriaca. L’affare si concluse, e la Steyr  consegnò al poeta un’auto  nuova di zecca. Nella poesia in questione – che è del 1928 e porta il titolo di “Singende Steyrwagen”, ossia “Le canore auto Steyr”:

Discendiamo
da una fabbrica di armi.
Nostro fratello minore è
il moschetto Mannlicher.
Nostra madre però
una miniera della Stiria.
Abbiamo:
sei cilindri e trenta cavalli.
Il nostro peso:
undici quintali.
L’interasse:
tre metri.
Ogni ruota posteriore vibra divisa per sé:
abbiamo un braccio oscillante.
Teniamo la curva come
un adesivo.
Il nostro motore è:
un metallo pesante.
Uomo, dai, guidaci!
Noi ti portiamo senza scosse
e tu credi d’essere
sull’acqua.
Ti portiamo così sollevato
e tu pensi di dover far pressione col pollice
perché non ci si stacchi da terra e
così silenziose ti portiamo
che tu crederai di correre
sull’ombra della tua macchina.

 

A domani

Lié Larousse

365 giorni, Libroarbitrio

Muhammad Iqbal “La Luna Nuova”

Roma 3 novembre 2013

Muhammad Iqbal poeta

E’ naufragata la nave del Sole, nelle acque è affondata del Nilo

e ne galleggia ora sull’acque,ondeggiante, un frammento.

Goccia nel gran vassoio del cielo il sangue purissimo  del crepuscolo,

quasi che una lancia sottile abbia aperto le vene del sole!

O il firmamento ha rubato un orecchino alla sposa della Sera?

O è il liquido pesce d’argento che guizza nell’acque del Fiume?

Senza squilli di campanelle s’avvia ora la tua carovana,

e orecchie umane non posso udire il tuo passo leggero.

Tu mostri agli occhi dell’uomo  come si declina e si cresce:

la patria tua dov’è? A quale paese te n’ vai?

O astro errante colorato di quiete! Portami con te lontano,

ché spina di nostalgia pungente mi penetra l’anima ora.

Brama di luce m’agita in questa stretta dimora,

vagabondo fanciullo che vuol fuggire leggero dalla scuola triste

dell’Essere!

Da Muhammad Iqbal, Poesie, a cura di Alessandro Bausani, Guanda, Parma 1957.

A domani

Lié Larousse

365 giorni, Libroarbitrio

Walt Whitman: Per te, Democrazia

Roma 14 giugno 2013

 

Vieni, renderò il continente indissolubile,

creerò la razza più splendida su cui il sole abbia mai

brillato,

creerò terre divine e seducenti,

con l’amore dei compagni,

con l’amore dei compagni che dura tutta la vita.

Pianterò amicizie folte come gli alberi lungo i fiumi

d’America, e lungo le rive dei grandi laghi, e per tutte

le praterie,

costruirò città inseparabili, con le braccia l’una al collo

dell’altra,

con l’amore dei compagni,

con il vigoroso amore dei compagni.

Tutto questo io ti dono, o Democrazia, per servirti, ma

femme!.

Per te, solo per te io recito commosso questi canti.

di

Walt Whitman

A domani

LL