Non so se la vita è poco o è molto per me.
Non so se sento troppo o poco, non so
se mi manca lo scrupolo spirituale, il punto di
appoggio dell’intelligenza,
la consanguineità con il mistero delle cose, scossa
ai contatti,
sangue sotto i colpi,
fremito ai rumori,
o se un altro significato più comodo e felice c’è per questo.
Sia come si vuole.
Tag: Fernando Pessoa
“Porto dentro…” Fernando Pessoa
Non so se la vita è poco o è molto per me.
Non so se sento troppo o poco, non so
se mi manca lo scrupolo spirituale, il punto di appoggio dell’intelligenza,
la consanguineità con il mistero delle cose, scossa
ai contatti, sangue sotto i colpi, fremito ai rumori,
o se un altro significato più comodo e felice c’è per questo.
Sia come si vuole, era meglio non essere nato,
perché, per quanto interessante in ogni momento,
la vita finisce per dolere,
nauseare,
tagliare,
radere,
stridere,
a dar voglia di urlare, saltare, restare per terra, uscire
fuori da tutte le case, da tutte le logiche e da tutte le pensiline,
e andare a essere selvaggi verso la morte fra alberi e oblii,
fra cadute, e pericoli e assenza del domani,
e tutto ciò dovrebbe essere un’altra cosa più vicina a ciò che penso,
a ciò che penso o sento, che non so nemmeno
cosa sia, oh vita.
Fernando Pessoa – Rubaiyat
Roma 6 novembre 2013
La fine del lungo, inutile giorno rattrista.
Anche la speranza fallita crolla,
noiosa… la vita è un mendicante sbronzo
che porge la mano alla propria ombra.
Dormiamo nell’universo. Un’immane
quantità confusa di cose ci unisce,
sogni; e l’ebbra adunanza umana
vacua riecheggia di razza in razza.
Al piacere segue il dolore, e poi il piacere.
A volte beviamo vino perché è festa,
altre volte beviamo perché si soffre,
ma dell’uno e dell’altro nulla resta.
Da Fernando Pessoa, Fantasia di interludio. Antologia personale, a cura di Fernando Cabral Martins,
Passigli, Firenze-Antella 2002.
A domani
Lié Larousse
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