365 giorni, Libroarbitrio

FORSE SI – DuediRipicca

L'immagine può contenere: una o più persone, nuvola, cielo, oceano, scarpe, spazio all'aperto e natura

Non devi, per la tua esistenza
essere grato a nessuno,
nemmeno specchiarti
per piacere ad alcuno,
forse sì, parlare a te stesso
e vedere se lì dentro
c’è ancora qualcuno.
Non devi piccarti le labbra
saggiando la lama,
né sfiorare l’ipossia
per raggiungere la cima,
concediti il lusso
di un salto nel vuoto.
Abbandonato alla corrente
giù, in picchiata
volando volendo cadere
e frantumarti al suolo
e forse sì,
startene un po’ così
fermo.
Le ferite aprono lente la carne
lento ne rivola fuori il sangue,
scorticato nasce un livido
la gestazione del tuo dolore
cauterizzato dallo scandire
dell’istante che va.
Sorriderai,
non in cima, ma sulla strada
per andare dove vai
per essere chi sei,
anche se forse
ancora non lo sai,
o forse sì?

365 giorni, Libroarbitrio

Rifugio – Lindze

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“Oh, a storm is threat’ning
My very life today
If I don’t get some shelter
Oh yeah, I’m gonna fade away”

Per quaranta giorni
mi sono ritirato
nel mio antro,
leccando le ferite
come un bestia braccata.

Per quaranta giorni
ho goduto di protezione
rilassando finalmente
i miei nervi troppo tesi.

Per quaranta giorni
non ho scritto rigo
ho vissuto come se
non esistesse un fuori.

Ma non ci si può
nascondere all’infinito,
non si può sospendere
per sempre la propria vita.

Così sono uscito
allo scoperto
col fiato contratto e
l’occhio dilatato
della preda.

Che quando esci dalla tana,
i lupi fiutano
subito il tuo odore.

365 giorni, Libroarbitrio

“Gli uomini sono lo scherno degli angeli” Geoffrey Hill

Umanità

Certi giorni un’ombra filtrata
Osservo una lumaca
Scalare il lucente strapiombo
Della sua bava. Le grida,
Come arrivano, sono mie; poi
Di Dio: mia la giustizia, le ferite, l’amore,
La luce, il pane, la lordura.

Starmene qui nella mia strana
Carne mentre il Tormento satollo
Dorme, macchiato dal cibo pronto,
E’ una gioia che va oltre ogni preoccupazione
Del mondo, per una volta.
Ma ci viene ordinato di
Alzarci quando, in silenzio,
vorrei comporre la mia voce.