365 giorni, Libroarbitrio

Oggi alla fermata del 57 – Guido Catalano

 

Pensierosa agli scavi di pompei 1865 Filippo Palizzi

Oggi alla fermata del 57
eri così bella e così stanca
che non riuscivi neanche ad arrabbiarti
quando ti dicevo
che ti volevo da morire.
Eri così abbronzata e triste
che ti avrei abbracciata
con il rischio
d’attraversarti
come un fantasma.
Se solo questa poesia
fosse un incantesimo
io sarei il mago
la nostra lontananza il drago.
Avevi un bel vestito semi corto nero
e sandali davvero niente male.

365 giorni, Libroarbitrio

“Ti condurrò fuori dalla notte” Giampaolo Pansa

Arlene Graston

Come le sembrava brutto, quell’uomo!
Brutto e abbastanza vecchio. Un magrone stagionato e rinsecchito, la fronte ossuta, le labbra avare.
Gli occhi no: erano di una persona triste, o sorpresa dal fotografo in un momento di malinconia, però possedevano un guizzo che l’attraeva, di determinazione e di dolcezza.
L’insieme le suggeriva un tipo abbastanza sicuro di sé, abituato a fare da solo, pratico. Ma anche alle prese con qualche pena segreta, immaginò lei, pur domandandosi se quest’ultima suggestione non le fosse dettata dal proprio stato d’animo, ossia dalla delusione disperata che l’assaliva in quegli istanti.
Nella sua casa di Parigi, Angela Mercier prese una lente d’ingrandimento e si chinò sulla pagina del “Corriere della Sera”, a scrutare con attenzione la fotografia dello sconosciuto. Ma da quello studio non ricavò nulla di nuovo. A parte una costatazione che riguardava lei: il suo cuore batteva sempre più svelto.
E le ordinava di piangere.

365 giorni, Libroarbitrio

Percy Bysshe Shelly “Versi scritti nel golfo di Lerici”

Roma 21 luglio 2013

Lei mi lasciò nell’ora silenziosa

quando la luna smette di scalare

l’azzurro sentiero delle vette celesti

e come un albatro addormentato

in equilibrio sulle sue alidi luce,

in alto si libra nella notte di porpora

e poi troverà l’oceano del suo nido

nelle dimore occidentali.

Lei mi lasciò ed io restai solo,

pensando ad ogni accento che, muto all’orecchio,

pure il cuore incantato poteva udire,

note che muoiono appena nate

ma come fantasmi ancora frequentano

gli echi della collina.

E sentivo ancora, oh troppo ancora!

il soffice vibrare del suo tatto,

come s e la sua mano gentil, anche ora,

tremasse leggera sulla mia fronte.

E così, benché assente,

la memoria di lei mi dà tutto

quanto neppure la fantasia osa rivendicare.

da Versi scritti nel golfo di Lerici

A domani

LL