365 giorni, Libroarbitrio

“L’Orco innamorato” Trilussa

nemmeno la politica può fare a meno della poesia per essere raccontata, insegnata e capita,
poi,
bisogna capire se si vuole capire
o capire cosa non capire
per capire di capire…
L.L.

poesia “L’Orco innamorato” di Trilussa letta da Elio Germano

365 giorni, Libroarbitrio

“Ghirlande di Anice” Alceo

Klimt 3

Ghirlande di anice
qualcuno mi ponga intorno al collo
e dolce profumo
mi versi abbondante sul petto.

Sento la primavera
venire con i suoi fiori.
Presto, mescete nella coppa il vino più buono!

Figlia del bianco mare e degli scogli
incanti la mente dei fanciulli
conchiglia marina
dolcemente sorridente
stella.

365 giorni, Libroarbitrio

“La Chimera” Dino Campana

Don Thompson - Salice

Non so se tra rocce il tuo pallido
Viso m’apparve, o sorriso
Di lontananze ignote
Fosti, la china eburnea
Fronte fulgente o giovine
Suora de la Gioconda:
O delle primavere
Spente, per i tuoi mitici pallori
O Regina o Regina adolescente:
Ma per il tuo ignoto poema
Di voluttà e di dolore
Musica fanciulla esangue,
Segnato di linea di sangue
Nel cerchio delle labbra sinuose,
Regina de la melodia:
Ma per il vergine capo
Reclino, io poeta notturno
Vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo,
Io per il tuo dolce mistero
Io per il tuo divenir taciturno.
Non so se la fiamma pallida
Fu dei capelli il vivente
Segno del suo pallore,
Non so se fu un dolce vapore,
Dolce sul mio dolore,
Sorriso di un volto notturno:
Guardo le bianche rocce le mute fonti dei venti
E l’immobilità dei firmamenti
E i gonfi rivi che vanno piangenti
E l’ombre del lavoro umano curve là sui poggi algenti
E ancora per teneri cieli lontane chiare ombre correnti
E ancora ti chiamo ti chiamo ti chiamo Chimera

365 giorni, Libroarbitrio

“La notte” di Dino Campana

Roma 3 ottobre 2013

…Ma quale incubo gravava ancora su tutta la mia giovinezza?
O i baci vani della fanciulla che lavava,
lavava  e cantava nella neve delle bianche Alpi! ( le lagrime
salirono ai miei occhi al ricordo).
Riudivo il torrente ancora lontano: crosciava bagnando antiche città desolate,
lunghe vie silenziose, deserte come dopo un saccheggio.
Un calore dorato nell’ombra della stanza presente, una chioma profusa,
un corpo rantolante procubo nella notte mistica dell’antico animale umano.
Dormiva l’ancella dimentica nei suoi sogni oscuri:
come un’icona bizantina,
come un mito arabesco imbiancava in fondo
il pallore incerto della tenda.

A domani

LL