365 giorni, Libroarbitrio

LA RI(E)VOLUZIONE – GIANLUCA PAVIA

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La rivoluzione non necessita
di spade e semiautomatiche
di freddi inverni nucleari
o il fuoco dei cannoni,
ma di silenzio
e parole sussurrate
lette, taciute.

La rivoluzione non si farà
riversandosi in strada
tra fiumi di sangue,
non ci saranno folle d’arringare
o rinchiudere,
solo individui in solitudine
a sbocciare
come rose dall’asfalto.

La rivoluzione è stata
e sarà
solo rimpasto
recuperare carne stantia
e macinarla ancora
e ancora.
Il mondo non cambierà
non può
ma noi sì.

— Difronte all’assurda violenza della repressione viene da chiedersi cosa abbia più bisogno di ricostruzione: le Istituzioni o l’Animo Umano? —

Gianluca Pavia

DuediRipicca
#spietatesperanze #miraggiovunque

365 giorni, Libroarbitrio

“Un uomo qualunque”

Elliott Erwitt - Orléans, Francia 1955

Una volta era tutto più facile.
Un uomo sapeva cosa volesse dire essere un uomo.
Reagiva davanti alle cose sbagliate,
aveva il diritto di farlo,
anzi era scontato che lo facesse.

Lo stile di vita
e i continui confronti
in qualche modo preparavano agli inevitabili conflitti
quelli che possono portare al disgregamento o alla morte.

Poi è successo qualcosa
abbiamo oltrepassato la decenza
gli avvocati sono diventati i nostri pastori
e ciò che un tempo era comprensibile e lineare
si è intorbidito nella burocrazia di ciò che definiamo
civilizzazione.

Ora non si reagisce più davanti le cose sbagliate
si bivacca nei tribunali  macinando chilometri di cavilli burocratici.
La donna ha chiesto la parità
e alla fine l’ha ottenuta,
non conquistando tutti i privilegi dell’uomo,
ma castrandolo
in una sagoma femminile.

Non m’importa cosa dite,
questo non è progresso ,
non è neanche evoluzione,
è una malattia
e c’è  bisogno di qualcuno che capisca qual’è la posta in gioco,
qualcuno che possa esporsi come vero uomo
e prendere posizione contro le ingiustizie di questo mondo.

Oggi

Adesso

Prima di pranzo

Frank Cappello

365 giorni, Libroarbitrio

Gottfried Benn “Poesie statiche”

Roma 25 ottobre 2013

Gottfried Benn

Il rifiuto dell’evoluzione

 è la profondità del saggio,

i figli e i figli dei figli

non lo inquietano

non lo scalfiscono.

Professare opinioni,

agire,

arrivare e partire

sono il segno di un mondo

che non ci vede chiaro.

Davanti alla mia finestra

– dice il saggio-

si stende una valle

dove si adunano le ombre,

due pioppi demarcano un sentiero

 tu sai – verso dove.

Prospettivismo

è un’altra parola per la sua statica:

disporre delle linee,

proseguirle

secondo la legge dei tralci –

sprizzare tralci -,

anche scagliare stormi e corvi

nel rosso invernale dei cieli all’alba,

poi lasciare cadere –

tu sai – per chi.

Poeta rivoluzionario e dissacratore, impietoso rappresentante  di una rivolta  a oltranza contro ogni norma familiare, sessuale, sociale dell’epoca, e come tale uno dei più illustri fondatori dell’espressionismo tedesco.

La sua opera più significativa è la raccolta di poesie, pubblicata a Zurigo nel 1948, dal titolo Statische Gedichte (Poesie statiche), in cui si riflette quella netta separazione tra arte e vita che conduce e costringe il poeta a una irreversibile “emigrazione interiore”.

Radicato in un nichilismo nicciano, persuaso che la cifra dell’uomo moderno sia la lacerazione cosciente della personalità, Gottfried Benn muore a Berlino nel 1956.

A domani

Lié Larousse

365 giorni, Libroarbitrio

L’evoluzione del linguaggio II

Roma 14 gennaio 2013

Vitalità del latino

Il latino medievale non è una lingua morta. Esso serbava fondamentalmente la struttura lessicale, morfologica e sintattica del latino della tarda antichità, e manteneva l’unità garantita dalla sostanziale concordanza per effetto dei modelli scritti forniti dalla scuola e dai libri sacri. Aveva subìto, tuttavia, un’evoluzione, soprattutto stilistica, adattandosi ai  nuovi bisogni culturali, alle esigenze delle nuove istituzioni civili e religiose, alla varietà delle circostanze e degli ambienti in cui circolava.

Anzi, a partire dal secolo X, il latino riceve un vero e proprio rilancio, dimostrando la capacità di piegarsi alle esigenze più diverse dell’espressione colta. E’ l’epoca in cui dai monasteri si diffonde un movimento di riforma che investe tutta la vita intellettuale dell’Occidente, si aprono conflitti politici, come la lotta per le investiture, che affilano le armi del dibattito ideologico e giuridico, si matura in seno alla cristianità l’idea della guerra santa, sorge la ribellione ereticale, si rinnova il fervore religioso e si affina l’elaborazione teologica, filosofica e scientifica. Il latino medievale si conforma alle esigenze oratorie della polemica e dell’educazione religiosa, alle sottigliezze giuridiche e alle acutezze dottrinali.

I generi letterari:

Utilizzato soprattutto per le varie esigenze della cancelleria, l’ufficio che redige gli atti politici e amministrativi, e della vita ecclesiastica, il latino aveva trovato larga applicazione  :

nell’epistolografia, l’arte di scrivere epistole, le lettere private e ufficiali, che rappresentano il mezzo più tipico della comunicazione dotta attraverso il Medioevo;

nell’agiografia, la narrativa di argomenti sacri, che costituisce il fondamento dell’educazione umana e religiosa, oltre a favorire lo svago narrativo;

A domani

LL