#poesia .niente mayday. di Lié Larousse libro edito da Miraggi Edizioni
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Photo by Gabriele Ferramola
Tag: eleganza
Ribelle – Emanuel Carnevali
Tutto è più breve di qualcos’altro:
tutto è più uguale a Dio di qualcos’altro.
C’è competizione nel caos,
una cosa molto stupida.
Sono dubbioso come un ramo di salice
che curvo ammicca all’acqua.
Ammiro il diavolo perché lascia le cose incompiute.
Ammiro Dio perché tutte le completa.
***
Io so che per avere dormito a lungo
i morti hanno ripreso forza.
In giorni come questi
spalancano a calci le loro tombe
e ne balzano fuori con eleganza.
Sussurrano orribili segreti
l’uno all’altro e a me.
Portano i loro sudari e
li scuotono animosamente.
O Divinità del terrore e della malinconia
vienimi in aiuto!
Ho ancora baci sfioriti per te,
baci che non voglio buttare via perché sono molto povero,
distaccami dai miei ricordi.
Essi mi inquietano tanto che il sonno sussulta e fugge,
sussulta e fugge.
Giovanni Prati e la sua “Alba”
Roma 24 giugno 2013
Giovanni Prati nacque a Campomaggiore nel 1814 e morì a Roma nel 1884. Poeta elegante degli ideali borghesi rappresentati da Dio, re, patria e famiglia, pubblicò varie raccolte poetiche tra cui Canti lirici, Canti politici, Psiche e Iside.
Alba
Fumano i campi; la rugiada stilla
sull’erba nova; il cheto aere si desta
al sol che spunta, e con l’aletta in resta
il cardellino in cima al gesto trilla.
Al giocondo lavor sparsa è la villa
sui bruni solchi; pei declivii a festa
saltan le capre; e in seno a la foresta
le allegrie della caccia il corno squilla.
Questa è vita davver; questo è divino
elemento di forza all’uman petto:
aria, luce, tripudio, opera intorno.
E noi, civico vulgo, ogni mattino
(fatica insigne!) ci leviam dal letto,
pallidi spettri, ad invecchiar d’un giorno.
di
Giovanni Prati
A domani
LL
La prosa d’arte
Roma 30 marzo 2013
La categoria della prosa d’arte è stata catalogata come mezzo di riferimento per intendere e distinguere alcuni autori del Seicento. Fra tutti i maggiori esponenti di questa corrente sono Francesco Fulvio Frugoni, Giovanni Agostino Lengueglia e Daniello Bartoli, consacrato come stilista in senso negativo e in senso positivo da una secolare ammirazione.
Sono scrittori per i quali la tecnica letteraria a un valore preminente e sollecita un impegno particolarmente acuto. Il gusto e il gioco delle metafore può distendersi, moderarsi e risolversi in un trasporto di simboli nel Bartoli, ma non mancare del tutto in nessuno.
Dal rapporto diversamente calcolato tra descrizione e metafora deriva la caratteristica di questo stile e insieme la differenza fra l’uno e l’altro scrittore. I temi e la direzione intellettuale o ideologica del Bartoli e del Frugoni li avvicinano alla prosa saggistica e di fantasia morale che in Europa dava prova di sé nei grandi esempi da Montaigne e Quevedo.
Ma questi scrittori italiani si impongono per brani e per frammenti, avvicinando alcuni scritti, come quello del Bartoli, alla prosa scientifica e a Galilei.
Gli aspetti contraddittori della società italiana si possono conoscere nella differenza che corre tra il movimento della prosa galileiana, che contempla e cerca la novità come verità e non come bizzarria e meraviglia, e il gioco di eleganti ed immobili specchi della prosa d’arte.
A domani
LL
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