Ci sono qualità, ci sono essenze
dalla duplice vita, che è modello
della doppia entità che scaturisce
da materia e luce – d’ombra o solida.
C’è un duplice Silenzio – mare e riva –
Corpo e Anima. Uno abita luoghi
solinghi, ricoperti d’erba nuova:
solenne grazia, umane ricordanze
tristi usanze gli tolgono il terrore.
“Mai più” si chiama, è il Silenzio corporeo.
Non temerlo, non ti può fare male!
Ma se un pressante fato (intempestiva sorte!)
ti presentasse alla sua ombra
(il male senza nome che frequenta
regioni mai segnate da orme umane),
è meglio che ti raccomandi a Dio!
Tag: Edgar Allan Poe
“Il fascino delle tenebre” di Edgar Allan Poe
Roma 24 febbraio 2014
“Appena cominciava ad albeggiare, chiudevamo le massicce imposte dell’antica casa, poi accendevamo due candele intensamente aromatiche, che spandevano intorno una luminosità fioca e spettrale.
Indotti da quel debole chiarore, consegnavamo le nostre anime ai sogni: leggendo, scrivendo oppure conversando, sinché il grande orologio non ci annunciava l’avvento dell’Oscurità vera.
Allora uscivamo sottobraccio a passeggiare lungo le strade, proseguendo con i ragionamenti del giorno oppure limitandoci a girovagare senza meta fino alle ore piccole, cercando, tra le luminosità e le tenebre della città gremita, l’intensa eccitazione della mente che l’osservazione silenziosa sa suscitare.”
da, I delitti della Rue Morgue, Demetra 1993
A domani
Lié Larousse
Howard Phillips Lovecraft “I gatti di Ulthar”
Roma 9 ottobre 2013
Nato a Providence, negli Stati Uniti, nel 1890, Howard Phillips Lovecraft ha avuto un’infanzia e un’adolescenza molto povere.
E’ riuscito comunque a compiere studi di matematica e cosmologia, scienze che gli sono state utili per la stesura delle sue prime opere di fantascienza, pubblicate su riviste specializzate.
Il suo successo di scrittore è però legato al genere horror, nel quale si è cimentato successivamente.
Autore di numerosi racconti e romanzi, Lovecraft si è ispirato soprattutto a Edgar Allan Poe, di cui è stato studioso e critico e del quale è considerato il grande erede del Novecento.
Le tradizioni del genere Horror affondano le loro radici alla fine del Settecento e nell’Ottocento.
Basti pensare alla fortuna del romanzo gotico o “nero” della fine del XVIII secolo in Inghilterra (che esaltava il “sublime del terrore” in vicende dove erano centrali la paura, il mistero, il terrore, la potenza dell’irreale), per continuare nell’Ottocento con gli scritti di Theodor Hoffmann e con la geniale opera di Edgar Allan Poe, lo scrittore per eccellenze delle tenebre, del mistero, dell’angoscia.
Nel Novecento il genere, spesso intrecciato con la fantascienza, ha acquistato caratteristiche di maggiore rapidità di lettura e facilità di comprensione ed è divenuto più popolare, perché sono stati abbandonati i significati simbolici e nascosti per lasciare più spazio alle storie vere e proprie e alle fantasie che esse suscitano.
Nel Novecento, maestro dell’horror è considerato lo scrittore Lovecraft, alla cui opera si sono successivamente ispirati tutti i principali narratori “neri”, da Robert Bloch autore di Psycho, al più recente e notissimo Stephen King.
Famoso racconto è I gatti di Ulthar scritto nel 1920: il gatto è una figura centrale nella letteratura di genere horror. Nell’antico Egitto era un animale sacro, adorato con tale devozione da essere imbalsamato e tumulato dopo la morte, così importante da procurare la pena capitale per chi lo avesse in qualche modo maltrattato.Nella cultura occidentale, viceversa, per tutto il Medioevo, il gatto è stato considerato un animale demoniaco, prediletto dalle streghe e quindi da respingere e colpire, tanto che in Francia, nel giorno dei santi, c’era la tradizione di bruciare sulla piazza i gatti della città chiusi nei sacchi.Sono queste tradizioni ad ispirare la storia di Lovecraft.
Gran parte della sua opera è stata raccolta in volume solo dopo la sua morte, avvenuta a Rhode Island, negli Stati Uniti, nel 1937.
A domani
LL
Edgar Allan Poe: “Il racconto fantastico e grottesco dell’Ottocento” (seconda parte)
Roma 1 luglio 2013
Nato a Boston, negli Stati Uniti, nel 1809, ebbe un’infanzia difficilissima, segnata dall’abbandono da parte del padre e dalla morte precoce della madre, traumi psicologici che segnarono profondamente il suo carattere.
Adottato da un ricco mercante, studiò prima in Inghilterra e poi, per breve tempo, in America, all’Università di Richmond, in Virginia.
Dopo aver pubblicato una prima raccolta di poesie, si arruolò nell’esercito ma venne espulso dall’Accademia militare per indisciplina.
Iniziò poi la pubblicazione dei primi racconti, alternando successivamente l’attività di giornalista e critico letterario a quella di narratore.
Negli anni Quaranta produsse e pubblicò i suoi migliori racconti, che gli diedero una notevole celebrità.
Nel 1847 una nuova tragedia sconvolse la sua vita: la morte della giovanissima moglie Maria Clemm che lo portò ad una vita isolata, allucinata, ossessionata dai ricordi.
Sconvolto nella mente e debilitato dall’alcolismo, morì a Baltimora nel 1849.
Poe è considerato uno degli iniziatori dei maestri del genere fantastico-horror e anche uno dei precursori del romanzo poliziesco.
I suoi racconti fantastici, ispirati alla tradizione del romanzo gotico inglese, o “nero”, fatto di ambientazioni lugubri, sinistre, misteriose e di episodi terrorizzanti, riflettono la sofferenza psicologica sperimentata in vita.
Poe ha saputo tradurre questi incubi in pagine di grande lucidità e potenza espressiva, tanto da essere considerato un grande interprete della scrittura romantica, uno scrittore maledetto, inimitabile nel suo genere: Gli assassini della rue Morgue, La caduta della casa degli Usher, Il pozzo e il pendolo, Ligeia, Il cuore rivelatore, il gatto nero, Tamerlano e altre poesie, Le avventure di Gordon Pym, Il corvo e altre poesie, Racconti.
Alcuni di questi racconti sono stati ripresi per la sceneggiatura di famosi film.
A domani
LL
Edgar Allan Poe: “la bellezza dell’incubo” (prima parte)
Roma 30 giugno 2013
A…
I luoghi ombrosi dove, in sogno, vedo
i più giocosi uccelli canterini
son labbra – e tutta la tua melodia
di parole generate da labbra.
I tuoi occhi, custoditi nel cielo
del cuore, allora desolati – o Dio! –
si posano sulla mia mente lugubre
come luce di stelle sopra un drappo.
Il tuo cuore – il tuo cuore! Io mi sveglio
sospirando, e poi dormo per sognare
la verità che l’oro non acquista,
e le inezie, che l’oro può acquistare.
di
Edgar Allan Poe
A domani
LL
Poesia della raccolta:
Il Corvo e altre poesie
La poesia nel XIX secolo: Bécquer, Whitman, ‘Abd ‘l-Quadir, Dickinson, Poe, (ultima parte)
Roma 12 giugno 2013
Nei giorni scorsi abbiamo letto come il romanticismo si sia espanso in tutta Europa. Per concludere non dobbiamo dimenticarci che nell’Europa del nord la forza vitale della natura, come fonte perenne di simboli, il desiderio di evasione dell’uomo verso una quiete dai confini non definiti, la visionarietà e il misticismo, il richiamo di antichi miti furono gli elementi più singolari della poesia ottocentesca del Nord europeo.
Nella Penisola Iberica riecheggiamenti romantici inglesi e francesi influenzarono la poesia facile e traboccante di fantasia e sentimento di José de Espronceda e José Zorrilla. La sensibilità più raffinata e la spiritualità più vaporosa e sognante del post-romanticismo trovarono invece in Gustavo Adolfo Bécquer il loro più sincero interprete.
Negli Stati Uniti il secolo Ottocento espresse la poesia intensamente immaginifica e sensuale di Walt Whitman, la sperimentazione e l’eccentricità di Edgar Allan Poe e la voce isolata e segreta di Emily Dickinson, pietra miliare per tutta la poesia moderna, come uno dei primi e capitali approdi di scrittura femminile. A quegli stessi anni risale la pubblicazione anche in Europa della poesia dei neri e degli indiani americani, che cantarono le sofferenze, la protesta, le speranze legate alle loro ingiuste condizioni di vita e la consapevolezza della loro antica cultura.
Nell’Africa mediterranea la suggestiva esperienza poetica dell’emiro ed eroe nazionale algerino ‘Abd ‘l-Quadir fu un’appassionata testimonianza dell’amore per la propria terra, dell’orgoglio della propria cultura araba e della volontà di affermarla e difenderla, nel periodo storico dell’oppressione coloniale.
In Giappone mentre nella narrativa si verificarono importanti cambiamenti, dovuti soprattutto all’influenza europea, la poesia continuò a esprimere nel tradizionale haiku uno stile impressionista e una tecnica formalmente raffinata.
A domani
LL
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