365 giorni, Libroarbitrio

.alla nostra. – Lié Larousse

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.la mia rovina
tu, qui
il mio naso al tuo collo
e questo odore che hai
la bocca a mangiarci
e lascia perdere di guidare
e questo sentirti afferrarmi
le tue mani ai miei seni
che baci e lecchi
la mia lingua a giocarti
e scoprire il sapore
che a pelle contro pelle ha la carne
mordendoti forte
piegata la mia schiena a te
e le mie labbra poi
che esplodono in un grido dolce
per chiudersi morbide
avvolgerti
e bere
alla nostra.

365 giorni, Libroarbitrio

“La solitaria” Von Eichendorff

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Se fosse buio nel bosco mi distenderei,
nel bosco il mormorio è così dolce,
e con un manto di stelle
mi avvolge la notte.
Mi lambiscono i ruscelli:
non so, sto già dormendo?
Non dormo, no, gli usignoli
ancora sento cantare.
Se gli alberi su di me si piegano,
tutta la notte echeggia.
I pensieri nel cuore canto,
quando nessuno veglia.

365 giorni, Libroarbitrio

“Peace” by Henry Vaughan

Amoremare

“My soul,
there is a countrie
far beyond the stars,
where stands a winged centrie
all skilfull in the wars,
there above noise, and danger
sweet peace sits crown’d with smiles…”

Anima mia, c’è un paese
lontano oltre le stelle
dove si leva un’alata sentinella
perfettamente esperta delle guerre,
laggiù sopra il pericolo e il rumore
la dolce pace siede coronata di sorrisi.

Se tu potessi giungere in quel luogo!

Laggiù cresce il fiore della pace,
la Rosa che non può appassire,
la tua forza,
la tua quiete,
la tua vita,
la tua cura.

***

Cieloltremare
ogni vocale e consonante
melodia di note dolci
per te!
Lié


365 giorni, Libroarbitrio

“Come è bella la sera in mezzo ai monti!” Emilio Praga

fratelli

Come è bella la sera in mezzo ai monti!
Te ne ricordi?…ti ricordi quando
si vagheggiava i rapidi tramonti,
e tornavamo a braccio, e sussurrando:
com’è bella la sera in mezzo ai monti?
O pace, o solitudine, o dolcezze!
Tu appoggiavi i piedini al focolare,
ed io la testa fra le tue carezze;
e il lieto grillo era il nostro compare:
o pace, o solitudine, o dolcezze!
Chi, chi di noi più puri e più beati
in quei giorni d’affetto e di mistero?
Ti ricordi i progetti inargentati
dal vago argento che maschera il vero?
Chi, chi di noi più puri e più beati?
Tu prevedevi un serto alle mie chiome,
io per te meditavo un paradiso;
tu inghirlandavi d’alloro il mio nome,
io d’amor sempiterno il tuo sorriso…
tu prevedevi un serto alle mie chiome!
O sante gioie, o speranze divine!

A te questa poesia  fratello mio,
e le sue parole
che possano accompagnarti alla sera ,
cullarti nel sonno ,
donarti poi  placido amato risveglio.

L.L.