Tag: disegno
.più forte. poesia di Lié Larousse
.in questi giorni difficili
stronzi, bastardi e tristi
stringi gli abbracci più forte
respira più forte
cammina più forte
corri più forte
cadi più forte
rialzati più forte
splendi più forte
ridi più forte
osserva più forte
parla più forte
scrivi più forte
ama più forte
vivi,
vivi più forte.
da #lavitacomunque di Lié Larousse
Acquerelli e matite su foglio artistico dello spettacolare Ferdinando De Sarro – Ferdinando De Sarro – Disegnatore
Per chi si volesse collegare ci vediamo domani in diretta live da Radio Città Aperta alle ore 16:00
.viviamo, viviamo più forte.
A domani
QUELLE COME ME – ALDA MERINI
Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive.
Quelle come me donano l’anima,
perché un’anima da sola è come una goccia d’acqua nel deserto.
Quelle come me tendono la mano ed aiutano a rialzarsi,
pur correndo il rischio di cadere a loro volta.
Quelle come me guardano avanti,
anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro.
Quelle come me cercano un senso all’esistere e, quando lo trovano,
tentano d’insegnarlo a chi sta solo sopravvivendo.
Quelle come me quando amano, amano per sempre.
e quando smettono d’amare è solo perché
piccoli frammenti di essere giacciono inermi nelle mani della vita.
Quelle come me inseguono un sogno
quello di essere amate per ciò che sono
e non per ciò che si vorrebbe fossero.
Quelle come me girano il mondo alla ricerca di quei valori che, ormai,
sono caduti nel dimenticatoio dell’anima.
Quelle come me vorrebbero cambiare,
ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo.
Quelle come me urlano in silenzio,
perché la loro voce non si confonda con le lacrime.
Quelle come me sono quelle cui tu riesci sempre a spezzare il cuore,
perché sai che ti lasceranno andare, senza chiederti nulla.
Quelle come me amano troppo, pur sapendo che, in cambio,
non riceveranno altro che briciole.
Quelle come me si cibano di quel poco e su di esso,
purtroppo, fondano la loro esistenza.
Quelle come me passano inosservate,
ma sono le uniche che ti ameranno davvero.
Quelle come me sono quelle che, nell’autunno della tua vita,
rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti
e che tu non hai voluto.
ALDA MERINI
L’opera pittorica #LaRossa di Antonio Conte è in mostra presso la 2dR ART GALLERY in Via delle Tre Cannelle, 8 Roma
per info: duediripicca@yahoo.com
.le Madonne. – Lié Larousse
.a volte
mi tormenta la tristezza
fissandomi di traverso
come una Madonna che lacrima disperazione
ma sbracandosi dalle risate alla mia faccia
e io mi guardo allo specchio
ma non mi vedo,
allora mi manco mi penso mi cerco
ma niente, non mi trovo
allora t’ascolto parlare
che sei bello e mi fai ridere e venire
e mi insaporisci i pensieri
e mi confondi le birre, ma lei?
lei, la mia felicità, dov’è finita?
lecco il nome di tua madre
tatuato sul tuo petto,
lì sotto, il cuore,
l’hai cresciuto a pane e cattiveria
l’addome l’hai scolpito a forza di risse e solitudini
e quanto sei solitario tu
e tu amica mia coraggiosa quanto sei stronza
a spiarmi da qui
che mi ci potrei abituare
a scovarti
attraverso la toppa dei suoi jeans
e i cocci,
degli occhi rotti delle Madonne.
Poesia di Lié Larousse
Opera pittorica di Milo Manara, La Suora
il libro è in tutte le librerie e anche su Amazon:
https://www.amazon.it/Li%C3%A9-Larousse/dp/8899815429
https://www.instagram.com/lielarousse/
.american bar. – Lié Larousse
.oddio l’ho perso
il nesso il cuore il sonno
dove l’ho messo?
vuoi dirmelo tu?
oppure tu?
dai, che siete tutti così bravi
dai, dai che tutti sanno sempre tutto
sulla vita, sull’amore
tutti, tutti tranne io
e tu invece?
non ti conosco, chi sei?
anzi no, non me lo dire,
non lo voglio sapere,
volere prendere trattenere,
tanto poi lo perderei comunque
perciò, dai, vieni qui?
stai con me, ti va?
camminiamoci addosso, ti va?
stringimi i fianchi leccami
fammelo respirare l’odore della tua saliva
prendimi per la nuca
pesami dentro
così, sì
no, zitto, non mi parlare d’amore
non me lo dire il tuo nome
t’ho detto che non lo voglio sapere
così, sì
forte, più forte
e poi ti prego dopo non mi parlare di te
che poi
quando saremo venuti
forte, più forte, sì così
voglio sapere di nient’altro.
.Lié. raccolta poetica e fotografica di Lié Larousse, edita da Miraggi Edizioni, è in tutte le librerie e online su Amazon al link di seguito:
https://www.amazon.it/Li%C3%A9-Larousse/dp/8899815429
The Daniele Letterman Casolino Leitsciò
Un nuovo talk show tra i tavoli del club 55, un varietà di arte e buffonate per presentare ogni mese il meglio e il peggio della programmazione live della capitale.
Cantanti, attori, ballerine, mimi, poeti, sciantose, pulci ammaestrate verranno da me invitate per darci un’assaggio dei loro prossimi live. Artisti affamati di pubblico per un pubblico affamato di artisti.
Una volta al mese, ogni secondo mercoledì
CLUB 55 pigneto
Via perugia 12 – 14, 00176 Roma
dalle 21:30 alle 00:00
Per questa puntata pilota abbiamo ospiti di eccezione:
Giovan Bartolo Botta e Enzo Tatti del collettivo poetico A.S.M.A
Barbino Menestrello Apocalittico che ci delizierà con i suoi canti da fine del mondo
Quac Illustration con la sua mostriciattola e i suoi ritratti espressi
La Soubrette meneghina Patty Olgiati e il suo Sex and Detriti e molti altri.
(se volete partecipare come Ospiti e presentare il vostro prossimo live, concerto, spettacolo, disco, libro, castello di sabbia al nostro pubblico per convincerlo a venirvi a vedere, non esitate a contattarmi)
La direzione del Club 55, mette a disposizione due date nel proprio cartellone per gli artisti più aprrezzati
foto di copertina di Sara Root
Di seguito evento facebook
https://www.facebook.com/events/888748397954108/?active_tab=about
Inoltre potete trovare Daniele Casolino e la sua arte recitativa giovedì 12 ottobre 2017 dalle ore 21:30 presso la rassegna Leggo per legittima difesa 2017
Giufà Libreria Caffe’, Via degli Aurunci 38, San Lorenzo, Roma
Reading poetico del fantomatico universo poetico ASMA di Poesiapresentato da Giovan Bartolo Botta con Valerio Carbone, Matteo Mingoli, Lucrezia Lattanzio, Daniele Capaccio,Alfonso Jfl Canale, Daniele Mattei, Enzo Tatti, Daniele Casolino
A.S.M.A (Ansia Socialmente Mentalmente Armonica)
Chi Siamo Chi Siamo Stati Cosa Saremo Mai
La Poesia è sostanzialmente un disturbo d’ansia somatizzato. O Forse molto di più. La Poesia è una nevrosi multiforme. Tanto Psichica Quanto Somatica. La Poesia è un Ossessione Compulsiva. La Poesia è Una Psicosi indelebile incisa nell’ipofisi del poeta dall’infame bisturi dell’esistenza. La Poesia è la faccia d’angelo della schizofrenia. La Poesia è la totale anestesia dell’apparato muscolo-scheletrico dovuta a cause ancestrali che annaspano nell’Oceano sommerso di quella menzogna sincera chiamata Subconscio. Il Poeta è un alchimista. Capace di convertire le proprie batoste in un verso. Se non avesse a disposizione il verso per chetare i mano-rovesci serviti in faccia dalla Vita, il Poeta sarebbe sicuramente un potenziale assassino-seriale. Un omicida senza fissa dimora. Uno psicopatico giustiziere della notte! Roba da far impallidire di vergogna il nocchiero Charles Bronson!!! La Poesia non possiede risposte. Forse nemmeno domande. Ma ha in se il privilegio di schiaffarti la verità davanti agli occhi. E la verità è che L’Universo non giudica! L’Universo non è Un Magistrato pronto ad insegnare alla gente come reggersi in piedi quando si va al cesso ad espletare le proprie funzioni fisiologiche. La Poesia essendo l’apice del lirismo universale, ragiona come L’Universo stesso. Non giudica. Anzi. Perdona anche Quando punta contro l’indice, ed è sempre pronta ad auto-assolversi anche quando è stata sorpresa in flagranza di reato. La Poesia è li distesa sul letto, nuda come una spogliarellista Parigina o come uno Gigolò Boliviano, bella da mozzare il fiato, pronta a sussurrarti nell’orecchio la verità: Che tu dentro di te sei potenzialmente tutto: Assassino, Benefattore, Puttaniere, Crocerossino, Guardiano e Ladro, Santo e Peccatore, Paziente e Intransigente, Serio e Cialtrone, Fascista e Libertario! Anarchico e Ossessionato dal Codice di Hammurabi. Comunista e Individualista. Epico ma Lirico. Servo Spadroneggiante e Padrone Servile. Tu sei potenzialmente tutto questo miscuglio emotivo. Tu sei la chiave d’interpretazione dell’Intero Creato che è La Contraddizione. L’Intero Universo MultiDimensionale si regge sulla Legge Fisica del Coacervo di Contraddizione. Un Esempio? Basta pensare a quando si è innamorati o feriti nei sentimenti! Ed ecco sorgere dal costato la bestia mora del coacervo di contraddizioni! Lo Dice La Fisica Lo Insegna La Storia lo Sottoscrive La Poesia. Tu Sei Potenzialmente Tutto. E se così non fosse, vuol dire che sei solo un poeta. E allora forse la Poesia non è solo Poesia. Ma un farmaco Salvavita!
ASMA di Poesia
Ci piace dire ciò che ci pare!!!
Sarà presente un banco con le proposte editoriali di Edizioni Haiku*
ingresso libero
di seguito i link dell’evento facebook:
https://www.facebook.com/events/123715711670563/?acontext=%7B%22ref%22%3A%2222%22%2C%22feed_story_type%22%3A%2222%22%2C%22action_history%22%3A%22null%22%7D&__mref=mb
a noi figli di nessuno – L.L.
Spero
che oggi sia un altro
nuovo giorno per te,
che come qui
ci sia un sole deciso e buono
a scaldarti sangue e ossa
e che la tua mente riesca,
a poco a poco, di liberarsi
dagli stereotipi
di figlio abbandonato
dall’amore tradito
di un passato incespicato,
sono solo favole stantie
scritte tanto tempo fa
all’uomo che ora non sei più.
Lascia che il mondo piroettando
ti cada addosso
con tutta la sua fragilità e delirio, e tu
con quelle mani grandi e rovinate
dalle intemperie dell’altalenare del tempo
saprai risollevare, da te,
senza bisogno
di nessun altro uomo che non sei.
https://www.facebook.com/2dRipicca/?fref=ts
DuediRipicca illustrati dal disegnatore Nìel
L’arte delle parole e dei colori si incontrano e si mescolano in questa nuova nostra pagina! Un grazie speciale va all’artista Nìel per averci rappresentati con questa sua illustrazione, e un grazie a tutti voi che avete già iniziato a leggerci, a seguirci e a farvi ispirare da noi.
Per tutti gli artisti e non, che desiderano condividere la propria arte con noi, promuovere eventi, performance letterarie e pittoriche potete scriverci a:
duediripicca@yahoo.com
Ricordate “un attimo di esitazione e perdi
l’occasione, l’equilibrio, la strada…”
Continuate a seguirci su http://www.libroarbitrio.com
e su Facebook leggeteci ed iscrivetevi qui:
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2dR “Lié Larousse – Gianluca Pavia”
“della piccola utopia” Jorie Graham
guardo pesciolini,
migliaia,
sciamare,
ognuno un minuscolo muscolo,
ma anche, senza poter creare corrente,
fare del loro unisono (girando,
ripiegandosi,
entrando e uscendo dal loro unisono all’unisono)
fare di se stessi una corrente visiva,
che non può trasportare o smuovere d’un
attimo la spirale dell’acqua che scende e che sale,
la scia delle barche che ciclica infine ribatte sulla banchina,
là dove incontrar la resistenza più profonda,
acqua che sembra squarciarsi
(ha questi strati), una corrente vera benché per lo più
invisibile che manda nel visibile (pesciolini) uno sfrecciare
veloce che impone il cambiamento –
è questa la libertà. Questa è la forza della fede.
Nessuno ottiene ciò che vuole.
Non sarà mai più lo stesso.
Il desiderio è essere puro.
Quel che ottiene è sempre mutato. Sempre più
ogni minuto iridescente, da cui permea l’infinito,
e la dismemoria, certo, il riverbero di qualcosa
alla deriva. Qui, mani piene di sabbia,
che faccio filtrare nel vento, guardo giù e dico
prendi questo, questo ho salvato di me,
prendilo, svelto! E se ascolto
ora? Ascolta, non ho detto nulla. Era solo
qualcosa che ho fatto.
Non potevo scegliere le parole.
Sono libera d’andare.
Non posso certo tornare indietro.
Non a questo.
Mai.
E’ un fantasma posato sulle mie labbra.
Qui: mai.
“Er Natale de un Babbo” scritto da Lollo & illustrato da Enrico Riposati
Er ventiquattro, ‘na città piena de luci
tratteneva er fiato aspettanno er redentore,
regazzini a festa pieni de gioia e de fervore
pe’ na serata de magnate e piatti truci.
Se svejò de botto in un brutto vicoletto,
n’occhio nero er sangue sur petto,
‘no strano alone sur cavallo dei carzoni
pure ‘n sorcio lo guardava da ‘n cantone
co’ n’aria schifata, de disapprovazione…
Arzasse ‘n piedi fu un tripudio de dolori,
finta barba de lato e beretto rosso rincarcato,
e strambi ricordi: de fumo e bicchierate de liquori,
nun je riccontavano dove diavolo era stato,
solo i carci ricordava, de’ n’infame buttafori.
Se fece forza butannose pe’ strada,
a vedè l’ora fra poco doveva riattacare,
arrivò davanti ar centro commerciale
pieno de festoni e famije alla sfilata:
er principale l’aspettava lì all’entrata,
quanno lo vide co’ n’arai assai schifata
je fece “Fatte ‘na doccia e cambiete er costume,
che puzzi e fai schifo sei pieno de lordume!”
S’aritrovò da Babbo Natale arivestito,
su un trono, circondato da balocchi
‘na torma urlante in fila de marmocchi
e un mar de cranio a dir poco inferocito.
E mentre li regazzini accontentava
pensava alla paga della sera,
mezza fella per quer tipo de cariera:
l’unica cosa che su quer trono l’incollava
Era solo, senza nisuno: peggio de ‘n cane
ad aspettallo nessun cardo focolare,
solo du’ cartoni in croce e un freddo vento
a ricordaje ‘na bastarda vita in fallimento.
Così staccanno chiamò sora Carmela,
trent’anno d’onorata professione:
“Posso venì? C’ho sordi e abnegazione!”
Je disse senza ombra de cautela.
Carmela, la sera de Natale era da sola
arispose: “Vieni pure raggiugime ora!”
E s’incontrorno du anime rejette e sole
e fecero l’amore in silenzio, senza parole
come solo du pazzi disperati sanno fare,
che danno e prendono senza manco ringraziare
Babbo cadde poi addormentato,
dall’arcol, dalle botte e da troppo amore frastornato
russava come ‘n treno alla stazione,
solo je mancava lo sbruffo de vapore…
Carmela invece arimase aggrapata a quella panza,
come ‘na naufraga sur legno, in cerca de speranza,
che la solitudine è ‘na bestia brutta, de più a Natale
anche un po’ d’amore inaspettato può bastare.
Stette immobile quasi senza respirare,
speranno de dilatà quer momento all’infinito,
e in quer silenzio interiore, ancestrale,
se godeva l’attimo de pace conquistato
sapenno che quell’istante così ambito,
nun sarebbe più de tanto mai durato.
La vigilia der Natale era finita
‘na città stanca dai bagordi s’era assopita,
la luna irradiava un ber lucore,
e io nun ve so dì, se in quella sera tanto ambita,
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