365 giorni, Libroarbitrio

Mentira – Manu Chao

…Bugia ciò che dice
bugia ciò che da
bugia ciò fa
bugia la bugia
bugia la verità
bugia quello che cuoce sotto all’oscurità
bugia l’amore
bugia il sapore
bugia ciò che manda
bugia comanda
bugia la tristezza quando comincia
bugia non si va.
Bugia, bugia
La bugia…
Bugia non si cancella
bugia non si dimentica
bugia, la bugia.
Bugia quando arriva
bugia mai se ne va
bugia la bugia
bugia la verità.
Tutto è bugia in questo mondo.
Tutto è bugia anche la verità.
Tutto è bugia io mi dico.
Tutto è bugia, perché lo sarà?

Mentira lo que dice
Mentira lo que da
Mentira lo que hace
Mentira la mentira
Mentira la verdad
Mentira lo que cuece bajo la oscuridad
Mentira el amor
Mentira el sabor
Mentira la que manda
Mentira comanda
Mentira la tristeza cuando empieza
Mentira no se va
Mentira, Mentira
La Mentira…
Mentira no se borra
Mentira no se olvida
Mentira, la mentira
Mentira cuando llega
Mentira nunca se va
Mentira la mentira
Mentira la verdad
Todo es mentira en este mundo
Todo es mentira la verdad
Todo es mentira yo me digo
Todo es mentira ¿Por qué será?

Manu Chao foto by Raùl

365 giorni, Libroarbitrio

Giovanni Verga : la narrativa verista

Roma 13 agosto 2013

Giovanni Verga nacque a Catania nel 1840.

Dopo aver frequentato  la scuola di don Antonio Abate, un fervente patriota, entrò nel corpo della Guardia Nazionale istituito dopo l’arrivo di Garibaldi in Sicilia  e fondò varie riviste politiche e letterarie.

A venticinque anni volle uscire dal chiuso ambiente della provincia catanese e si trasferì prima a Firenze e poi a Milano.

Qui entrò in contatto con intellettuali e nobildonne e rappresentò questo ambiente  in numerose opere narrative e teatrali.

Dal 1874 in poi Verga abbandonò le figure di artisti infelici e donne dell’alta società che popolavano i suoi primi romanzi per volgere la sua attenzione verso personaggi più umili.

La realtà della Sicilia contadina di fine Ottocento divenne quindi protagonista delle sue opere.

Vi rappresentò  l’umile gente del popolo, contadini, braccianti, minatori, carrettieri, pescatori, rivelando l’abbrutimento della lotta per la sopravvivenza che li chiude in un destino disperato e senza scampo.

Emerge da queste opere una visione profondamente pessimistica della vita, dominata dalla consapevolezza che la natura, la società e la storia sono governate da leggi  ingiuste  e immutabili che schiacciano impietosamente  i deboli e li relegano al ruolo di “vinti”.

Al cambiamento  dei temi  corrisponde  un cambiamento  del modello narrativo: la figura del narratore  scompare per lasciar spazio  a una rappresentazione assolutamente oggettiva.

I personaggi si raccontano da soli, parlano direttamente attraverso una prosa asciutta, ricca di espressioni  dialettali con frequente uso del discorso indiretto libero, cioè riportato senza virgolette e senza venire introdotto da verbi come “dire” e “pensare”.

Lo scopo  del Verga era quello di prestare il possibile aderente al reale, che doveva emergere  dalla pagina con forza autonoma.

La narrativa del Verga fu assunta a modello di tutto un movimento letterario al quale fu assegnato il nome di Verismo che diede un contributo fondamentale alla fondazione della tradizione narrativa realistica italiana.

Dal 1893  in poi l’autore  ritornò per periodi sempre  più lunghi  a Catania fino a soggiornarvi definitivamente.

Gran successo ebbero le opere: Storia di una capinera, Eros, I malavoglia, Mastro don Gesualdo, Novelle rusticane.

Morì nel 1922.

A domani

LL