Roma 26 agosto 2013
Nato a Mosca nel 1821, figlio di un medico, Fedor Dovstoevskij crebbe in una famiglia di idee chiuse e autoritarie.
Iscritto alla scuola del Genio militare di Pietroburgo, si diplomò nel 1843 ma rinunciò alla carriera militare per dedicarsi alla scrittura.
Nel 1846 pubblicò il primo romanzo, Povera gente, che ebbe un buon successo di pubblico.
Nel 1849 la sua carriera fu momentaneamente troncata dalla vicenda che condizionò tutta la sua vita successiva: l’arresto e la condanna a morte da parte del regime zarista per aver aderito a un circolo di intellettuali socialisti.
Il giorno stesso dell’esecuzione fu graziato dallo zar e la condanna fu tramutata in quattro anni di lavori forzati in Siberia e quattro anni di servizio militare successivo.
Scontata la pena e convertitosi a idee meno progressiste in politica, si accostò con grande slancio alla dottrina cristiano-ortodossa in campo religioso.
Le ristrettezze economiche e il cattivo stato di salute , segnato da continui attacchi epilettici, resero gli anni seguenti della sua vita molto duri.
Nel 1857 si sposò con una giovane vedova (che morì sette anni dopo) e riprese la sua attività di scrittore.
Fu narratore molto prolifico e scrisse numerosi romanzi, tutti di grande successo, uno dei quali in particolare, Delitto e castigo 1886, lo fece conoscere al pubblico di tutta Europa.
Queste opere, tuttavia, non gli procurarono l’agiatezza economica.
Dovstoevskij, dopo essersi sposato in seconde nozze con la sua segretaria, a causa di dissesti economici dovuti anche alla sua passione per il gioco d’azzardo, fu addirittura costretto a fuggire dai suoi creditori, viaggiando per cinque anni in Germania, Francia, Svizzera e Italia.
In questo periodo scrisse L’idiota 1868-1869.
Tornato in Russia nel 1783, proseguì l’attività di romanziere, pubblicando I demoni e altri lavori di grande impegno e successo.
L’ultimo grande romanzo fu I fratelli Karamazow 1879-80, terminato un anno prima della morte , avvenuta improvvisamente a Pietroburgo nel 1881.
Dovstoevskij è considerato l’ultimo grande scrittore realista dell’Ottocento e insieme il precursore del romanzo del Novecento.
La sua scrittura infatti , riprende i temi della narrativa realistica e del romanzo popolare , ma introduce un importante elemento di analisi e di intuizione psicologica dei personaggi, di seguito le opere principali:
Il sosia 1846
Le notti bianche 1848
Umiliati e offesi 1862
Memorie dal sottosuolo 1865
Il giocatore 1867
L’adolescente 1875
A domani
LL
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