Roma 13 marzo
Tra le mura dell’abitazione del conte Giovanni Bardi del Vernio discutono di poesia e musica, fine Cinquecento inizio Seicento, un gruppo di letterati e musicisti ben nutriti d’arte, discorrendo sulla futura nascita del melodramma. Uno dei più assidui frequentatori è Ottavio Rinuccini , nato in Toscana nel 1564. Si forma all’Accademia degli “alterati” e viene eletto console nel 1609 in quella degli “elevati”. E’ scrittore e librettista, compone la Dafne nel 1594, nel 1600 l’Euridice e l’Arianna.
Egli posa tutto il suo favore letterario per il soggetto di carattere mitologico ed è proprio con l’ Euridice che troviamo tale preferenza.
L’opera ,musicata da Jacopo Peri e da Giulio Caccini, viene rappresentata a Firenze in onore del matrimonio tra Maria de’ Medici con Enrico IV di Francia. L’Euridice si propone con la formula del “recitar cantando” rifiutando la tradizione precedente basata unicamente sull’alternanza tra la musica e il parlato, inaugurando così il melodramma in Italia.
Ottavio Rinuccini muore nel 1621, un anno dopo verrà pubblicata un’antologia di Poesie in cui è forte la presenza dell’ascendente della cultura letterale francese del primo Seicento.
…non sangue sparso d’innocenti vene,
non ciglia spente di tiranno insano,
spettacolo infelice al guardo umano,
canto su meste e lagrimose scene.
Lungi via, lungi pur da’ regi tetti
simolacri funesti, ombre d’affanni:
ecco i mesti coturni e i foschi panni
cangio, e desto ne i cor più dolci affetti.
A domani
LL