365 giorni, Libroarbitrio

“Quando siamo all’osteria” I CARMINA BURANA

Renoir vino

Quando siamo all’osteria
di questa terra non ci importa più,
ma giochiamo in allegria
e non la smettiamo più.
Quel che si fa in un’osteria,
dove il denaro in vino si butta via
è giusto che voi sappiate,
dunque ciò che vi dirò ascoltate.

C’è chi gioca, c’è chi beve,
c’è chi malamente vive.
Chi nel gioco si accanisce
tutto nudo poi finisce.
Ma c’è pur chi si riveste
e chi di sacchi si fa una veste.
Qui nessuno teme la morte,
ma per il vino si gioca la sorte.

Prima un brindisi per la vincita nel gioco,
i viziosi iniziano così,
poi per i prigionieri e per i vivi bevono ancora un poco,
poi per tutti i cristiani e per chi non è più qui,
la sesta bevuta per le suore vanitose,
la settima per i cavalieri di lande selvose.

L’ottava per i frati perversi,
la nona per i monaci dispersi,
la decima per tutti i naviganti,
l’undicesima per tutti i litiganti
la dodicesima per ogni penitente,
la tredicesima per chi è itinerante
sia per il papa che per il re di questo regno
bevono tutti senza ritegno.

Beve la dama e beve il signore,
beve il cavaliere e il monsignore,
beve questo e beve quella,
beve il servo con l’ancella,
beve il vispo e beve lo stanco,
beve il nero e beve il bianco,
beve il deciso e l’incostante,
bevono il dotto e l’ignorante,

bevono il povero e l’ammalato,
bevono l’esule e lo sconosciuto,
beve il giovane, beve l’anziano,
bevono il vescovo, e il decano,
beve il fratello, beve la sorella,
beve la madre, beve la zitella,
beve questa, beve quello,
bevono cento, bevono mille.

Sei denari durano niente,
quando si beve senza misura,
benché sia serena la mente.
Il disprezzo è cosa sicura
verso di noi tutta la gente
che nulla offre alla nostra arsura.
Chi ci denigra sia dunque castigato
e fra gli onesti non sia annoverato.

365 giorni, Libroarbitrio

Gospel e Spiritual “Go Down, Moses!”

Roma 5 agosto 2013

Io vedo un nuovo giorno,

un nuovo giorno prossimo a spuntare,

quando le cupe nuvole se ne saranno tutte andate

e il sole splenderà sopra un mondo libero.

Io vedo un nuovo giorno,

un nuovo giorno che rapido si avvicina

quando gli uomini saranno tutti fratelli

e l’odio sarà finalmente sepolto.

Io vedo un uomo nuovo,

un uomo nuovo bene eretto,

testa alta e cuore fiero

e che di nulla ha paura.

Con il termine “Gospel”   si intende generalmente un canto con frasi ritmiche brevi, abbastanza vicino agli inni religiosi occidentali e quasi sempre riferito, come contenuto, al Nuovo Testamento.

Lo “Spiritual” invece è di solito caratterizzato da frasi  più lunghe  e i temi e i personaggi appartengono al Vecchio Testamento, come nel caso del famoso Go Down, Moses! qui di seguito:

Scendi Mosè!

Quando Israele era in terra d’Egitto,

lascia andare libero il mio popolo,

così duramente oppresso non poteva resistere,

lascia andare libero il mio popolo.

Scendi, Mosè, va laggiù in terra d’Egitto,

dì al vecchio Faraone

lascia andare libero il mio popolo.

Così parlò il Signore, il prode Mosè disse,

lascia andare libero il mio popolo.

I vostri nemici non potranno resistervi,

lascia andare libero il mio popolo,

e voi possederete la terra di Canaan,

lascia andare libero il mio popolo.

Non vi smarrirete nel deserto,

lascia andare libero il mio popolo,

con una candela accesa nei vostri petti,

lascia andare libero il mio popolo.

A domani

LL

365 giorni, Libroarbitrio

Il poema eroico

Roma 10 aprile 2013

Come abbiamo già letto nei post precedenti, la novità programmatica della lirica del Seicento è quella di Giovan Battista Marino, con la novità del “poema eroico” , in un certo senso di ogni poema, è quella annunciata e indicata, proposta anziché preparata, com’è invece per il  Tasso.

Le strutture e i temi di una lunga serie di opere in ottave ripetono la Liberata talvolta negli stessi argomenti, sempre nei topoi e nelle trame: un guerriero cristiano insidiato da una perfida bellezza, amori tra eroine ed eroi di avversa fede che si concludono con la morte in duello, inferno e cielo, angeli e diavoli in lotta e un’impresa di conquista con eserciti contrapposti e ampie rassegne.

Tuttavia gli scrittori più o meno consapevolmente, pur difendendo ed esaltando il Marino al di sopra degli altri, si trovano quasi a ripercorrere dal punto di partenza la strada che il loro maestro aveva aperto, a sentire  più acutamente, anche se con maggior disinvoltura, i rapporti con gli esemplari classici di Virgilio e di Omero e con i poemi cavallereschi, con l’ Orlando furioso più di ogni altro scritto.

Il teatro, il romanzo e il poema erano, in confronto alla lirica, tre generi letterari che mettevano l’autore in diretto rapporto col pubblico, ma il poema eroico, dalla dedica alle inserzioni genealogiche, ai richiami e ai fini encomiastici sino agli addentellati di attualità, si poneva direttamente come un impegno e un obbligo nella società, con i poli della fede e della Chiesa, della Corte e della guerra.

Di questo doppio aspetto si rendono conto i teorici  del genere, così Paolo Beni contrappone i moderni agli antichi, l’Ariosto a Omero, Virgilio al Tasso, nella quale riconosce una più completa sintesi moderna.

A domani

LL

 

n.b.

Significato topoi :

da topos s.m. gr. (pl. tòpoi); in it. s.m. (pl. orig.)

  • 1 Nella retorica classica, luogo comune, schema a cui si può fare ricorso per sostenere un’argomentazione.
  • 2 In letteratura e in altri campi artistici, tema ricorrente in un autore, in un’opera o in un indirizzo.

 

 

Spunto di lettura
La letteratura italiana, il Seicento
Editore: Iniziative Speciali De Agostini