365 giorni, Libroarbitrio

“La paura dell’inverno” Vicenc Llorca

Treccia Lié per E.G.

No, non dire alla foglia che si fermi:
deve venire l’inverno.
Ammucchia la legna, mangia e aspetta,
aspetta l’ora della neve.
Patire il freddo ti condurrà alla casa dell’anima,
ti farà ricordare
il calore di un corpo in un altro corpo,
e il valore della resurrezione.
Forse non credi che dietro l’onda
che muore contro lo scoglio
sta nascendo la forma di una spiaggia,
una baia, un porto?
Quel che rende così duro il morire
è ignorare per sempre la vita,
come un pianeta
traccia l’ellisse di una luce più grande.
Che temi? Forse il non avere occhi,
che ti sfugga l’intenzione
di possedere le cose,
smettere di creare nella creazione?
Allora, come un aedo,
recita il tempo
nel tempo delle sillabe e dei fatti.

tratto da Canto d’autunno
tradotto da Emilio Cocco

365 giorni, Libroarbitrio

“Rapida, senza lasciare traccia scorre” di Friedrich Schiller

Roma 1 marzo 2014

Friedrich Schiller

(…) rapida, senza lasciare traccia scorre
al di là dei sensi l’arte stupenda dell’attore,
mentre l’opera dello scalpello e il canto
del poeta sopravvivono ai millenni.
Sulla scena la magia muore con l’artista;
quando il suono svanisce dall’orecchio
scompare anche l’effimera creazione,
nulla di duraturo ne conserva la gloria.
Ardua è l’arte, fuggevole il premio,
i posteri all’attore non intrecciano
ghirlande: perciò con mano avara
il presente deve cogliere, l’istante
ch’è suo sfruttare pienamente,
conquistare il favore dei contemporanei,
edificarsi un monumento vivo
nell’animo dei più degni e dei migliori.
Solo così anticipa l’immortalità,
poiché colui che ha soddisfatto i migliori
del suo tempo, avrà vita in eterno.

Friedrich Schiller fu fautore di un teatro specifico dei tempi, dove i protagonisti erano persone realistiche, non più eroi idealizzati.
La sua opera, veicolo dei valori positivi della borghesia in ascesa, vicina alle idee di libertà e ribellione dello sturm und Drang, affrontò, nell’arco di un ventennio, i temi più significativi della cultura contemporanea: la difesa dei diritti dell’individuo, la ribellione ai vincoli delle convenzioni sociali, la condanna dell’arbitrio e dell’assolutismo.
Don Carlos, la trilogia del Wallenstein, Maria Stuarda, La pulzella d’Orléans, Gugliemo Tell, sono solo alcuni tra i più famosi drammi della vastissima produzione schilleriana.
Oltre alle tragedie, il genio poetico di Schiller si manifestò anche nella composizione di odi, inni e ballate, molte delle quali furono musicate da importanti musicisti: così fece Schubert con Nostalgia e Beethoven con il famoso Inno alla gioia.

A domani
Lié Larousse