365 giorni, Libroarbitrio

DUE ADDETTI ALLE PULIZIE – Compagnia teatrale LE ORE PICCOLE

LA COMPAGNIA TEATRALE

LE ORE PICCOLE

presenta

DUE ADDETTI ALLE PULIZIE

da “Il calapranzi” di Harold Pinter

due addetti

testo e regia Chiara Arrigoni
con Andrea Ferrara, Massimo Leone
disegno di Paolo Zunino
costumi, scenografie, disegno luci Giuliana Musso

Teatro India  20 settembre 2018, ore 21,30
Spazio Diamante – 27 settembre 2018, ore 21

“Chi pulisce quando noi ce ne andiamo? Sono curioso di saperlo.
Chi mette in ordine?
O forse lasciano tutto così com’è?”

compagnia teatrale

La compagnia Le Ore Piccole torna a Roma con Due addetti alle pulizie, il nuovo spettacolo, scritto e diretto da Chiara Arrigoni e interpretato da Andrea Ferrara Massimo Leone, ispirato a Il calapranzidi Harold Pinter.

Due le repliche romane: giovedì 20 settembre al Teatro India, nell’ambito di ContaminAzioni 2018,festival teatrale organizzato dagli allievi dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, egiovedì 27 settembre allo Spazio Diamante per il Premio InDivenire 2018/2019.

Due addetti alle pulizie stanno pulendo uno scantinato da una macchia. Sembrerebbe un lavoro come un altro ma i due non possono raccontare a nessuno quello che fanno. Seguendo la discussione dei due personaggi capiamo a poco a poco di cosa si occupano veramente: ripuliscono dal sangue i pavimenti di luoghi isolati che una misteriosa organizzazione, di cui non sanno nulla, usa per commettere omicidi.

A dieci anni dalla morte di Harold Pinter, torniamo nella lugubre stanza de Il calapranzi, proprio dove Ben e Gus a lavoro concluso, tra una chiacchiera e l’altra, si chiedevano chi ripulisse il pavimento, lasciato a volte inondato di sangue. Due addetti alle pulizie, nelle intenzioni della Arrigoni, si propone come uno spin-off de Il calapranzi, nell’intento di svelare un retroscena apparentemente marginale che nel capolavoro di Pinter viene solo accennato. Con le loro conversazioni a tratti comiche, a tratti paradossali, i due protagonisti si muovono con dissacrante disinvoltura sulla scena del crimine, ormai per loro uno spazio abituale. I dialoghi ruotano intorno alla necessità di non farsi domande e, al contempo, al timore di non riuscirci, finendo irrimediabilmente per sentirsi corresponsabili del sangue versato che devono “solo” cancellare dal pavimento.

Lo spettacolo intende innescare nello spettatore una riflessione sulla banalità del male, sulla sensazione di essere coinvolti in qualcosa di più grande e, talvolta, più mostruoso. La consapevolezza di essere solo l’ingranaggio di un meccanismo complesso, decidere che non porsi domande renda innocenti le nostre azioni, non può costituire un alibi.

Vincitore del Premio Nazionale Scena&Poesia 2018Due addetti alle pulizie arriva in anteprima a Roma dopo il successo di “Audizione”, pièce teatrale che ha debuttato nel 2016 proprio al Festival ContaminAzioni e che lo scorso luglio, dopo numerosi riconoscimenti in tutta Italia, ha condotto la compagnia in Francia per il Festival Off d’Avignon.

Questa la motivazione della giuria del Premio Scena&Poesia:
“Un testo che parte da una situazione chiave non nuova (il riferimento esplicito è al Calapranzi di Harold Pinter), per interrogarsi sulla responsabilità dell’individuo in un caso estremo com’è quello delineato nella pièce, e infine approdare alla questione chiave della responsabilità del pubblico a teatro”

Info & contatti

anomalia.socialpress@gmail.com
Adriano Sgobba // adriano.sgobba@gmail.com – 342 6763238
Federica Nastasia // fnastasia.ufficiostampa@gmail.com – 329 6527794

 

Lié Larousse/Gianluca Pavia/#2dR

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Ride L.L.

Rocky

E quando ci penso la domanda che le faccio è sempre questa:

ma cosa credi sia la vita? Cosa vorresti da lei bambina astronauta?

Ali di petali di tulle indaco vorrei

mani e sorriso per carezzare le lacrime di chi ingiustamente piange

vorrei essere io quella Lei a cui L’etere insaziabile scrive lettere mentre la notte gli si rovescia liscia addosso

eliminare il palcoscenico dal mondo coi suoi attori e le loro maschere e costumi

 città senza catrame

aria che non puzzi d’avidità umana.

La bambina astronauta è sempre accovacciata nell’angolo

con le braccia strette alle ginocchia

e quel casco troppo grande che è diventato il suo rifugio

e allora vado a prenderla per mano

le dico che in fin dei conti ci sarà sempre chi reciterà una miserabile parte ma non importa

perché c’è e ci sarà sempre anche chi lotterà per inseguire i propri piccoli giganteschi irreali sogni

che sa che si farà tanto male per realizzarli ma pure questo non importa

Lui si darà forte contro ogni raggiro

e con un gancio finale ogni inganno crollerà a terra esanime

come in un incontro di pugilato

perché chi vince duro

vince solo per KO.

E la bambina astronauta ride ed io con lei.

L.L.

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Luigi Zanazzo: “Vox populi”

Roma 3 luglio 2013

Il poeta Zanazzo nacque a Roma nel 1860. Studioso del dialetto e delle tradizioni popolari della sua città, nel 1880 pubblicò una prima raccolta di poesie dialettale intitolata Vox populi  e nel 1887 fondò la rivista dialettale “Il Rugantino”.

La sua vena creativa e popolaresca si espresse anche in alcune opere  teatrali, quali E’ re Gobbetto  e Li maganzesi a Roma, che riscossero un certo successo di pubblico. La professione di bibliotecario gli permise di approfondire la passione e lo studio del folklore e lavorare  alla pubblicazione di varie raccolte di novelle, favole, proverbi, usi, costumi e canti romani:

Era notte…

Era notte. Una notte tanto bella

con un celo e na luna che incantava.

E io stavo a vardà na finestrella,

che luccicava tanto, luccicava.

E vedevo apparì na capoccella

che arzava la tennina, se n’annava,

poi ritornava indietro e s’affissava

coll’occhi fissi come su na stella.

Allora io je cantai: “Fior de fortuna:

io spasimo pe voi, ciò er core in pena

e voi ve state a contemprà la luna”.

S’uprì la finestrella adacio adacio

e in quer silenzio, appena appena appena,

m’intesi fa un sospiro e mannà un bacio.

A domani

LL

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Costumi corrotti

Roma 31 marzo 2013

Francesco Fulvio Frugoni nasce a Genova nel 1620.

Entra nell’Ordine dei padri minimi di San Francesco da Paola; partito per l’estero  andrà affermandosi come scrittore ora religioso ora mondano.

Avrà fortuna con la satira Il cane di Diogene, opera satirico -autobiografica pubblicata postuma nel 1689, in cui convengono sperimentalismo linguistico, tono canzonatorio e spirito polemico.

Le vicende sono narrate in prima persona dal cane Saetta: questi viene scacciato dal filosofo Diogene e inizia a viaggiare incontrando numerosi padroni. Saetta, nei suoi “latrati”,( così sono chiamati i vari libri che compongono la raccolta dell’opera), dà voce al moralismo anticonformista dell’autore  descrivendo la realtà  varia del mondo contemporaneo, rendendosi conto delle miserie dell’uomo attaccando i costumi corrotti del secolo Seicento.

A domani

LL