Che cosa succede
se io bacio tutti i luoghi del tuo corpo
che ti hanno insegnato ad odiare?
Cosa succede
se poso le mani su di te e le lascio così
abbastanza a lungo finché il mio calore aderisce al tuo
e tu dimentichi che fra la mia pelle e la tua c’è spazio?
Che cosa succede
se mi piace tutto ciò che ti hanno detto di detestare
e passo le mie giornate a sporcare il tuo cervello ben lavato?
Che succede
se ti mostro nuove immagini di te stesso
che hai accuratamente evitato di vedere allo specchio?
E se ti dicessi
che tutto quello che dicono è sbagliato
e iniziassi a riempire le tue orecchie con parole vere
in una lingua che conosci ma hai smesso di parlare?
Che cosa succede
se pianto nuovi fiori
nei luoghi ispidi dentro di te e ti insegno i loro nomi
e le stagioni della loro fioritura?
Che cosa succede
se ti chiedo di non reciderli e permettere che invadano le tue vie
e decorino tutta la tua vita?
Tag: corpo
silenzio – Rodolfo Cubeta
olio, acrilico, sabbia e resina su tela 40×50
ti dono il mio corpo e il mio spirito
le mie verità e le mie bugie
le parole dette e quelle non dette
il sale del dolore e l’illusione dell’amore
la sabbia e il mare della mia coscienza
ecco.
infine ti dono il prezioso silenzio
R.C.
Grazie Rodolfo Cubeta,
Lié
“Odio i miei limiti” Loris Giorgi
come demoni nell’acqua santa
e ad ogni urlo
il mio corpo e la mia mente
sono più leggeri.
e assorbo tutti i suoi risvolti.
Acre desolazioni fanno da cuscino
in uno squarcio di noia.
Ma nuovi pensieri mi ancorano al suolo
in un batter di ciglia
rendendomi nuovamente fragile.
Cenere di latte L.L.
Se solo tu mi volessi donerei alle tue mani le mie ossa da spezzare fragili ramoscelli e divenire soffio cenere candida del tuo verso.
Se solo tu mi volessi avvicinerei la tua bocca ai miei seni da eclissare tramonti di luna e divenire latteo succo per abbeverartene schizzo d’inchiostro perlaceo.
L.L.
“Homo Homini Virus” romanzo di Ilaria Palomba per Meridiano Zero ad aprile nelle librerie!
TRACCIA 1 – TU ODI (Rammstein – Du Hast)
In principio credevo nel corpo. In principio credevo nella salute. In principio credevo bastasse amare. Ora provo solo odio.
La parola corpo, svuotata di senso, perde la propria dignità d’essere. Tutto procede nel caos. E non credere stia parlando del niente. Il vuoto che mi pervade non ha nulla a che fare con l’assenza di materia. Al contrario, si tratta di un eccesso. Un surplus di esistenza che non sono in grado di contenere. Da ciò ne consegue, con una stringata logica del non-senso, l’odio viscerale che nutro nei confronti dei ben riusciti. Non ci sono Übermensch in questa storia, Bowie. Non vertiginose altezze. Non ideali. Tutto mi sovrasta. E da questa totalità sono escluso in definitiva. La protervia della comunicazione si è insinuata in me avviluppandomi. La comunicazione porta alla ribalta soltanto una parte di questa eccedenza. E in linea di massima la parte più inutile. Ciò che consola, non ferisce, non crea dubbi. L’eccedenza accolta è soltanto quella che non getta nel dubbio. Sono stato battuto da quell’eccedenza, quel residuo di realtà che non posso più esperire. È l’odio a tenermi in vita. Il giornalismo come l’arte, la moda come il degrado, l’estetica del nulla come l’etica dell’assoluto. Di tutto io vedo l’opposto. Non vi è più nulla al mondo in cui valga la pena credere. Certo, vi è stato un tempo in cui ho creduto. Vi è stato un tempo in cui ho amato. Vi è stato un tempo in cui ho lottato. Ma contro cosa, Bowie? Mi sono illuso. Ho creduto di vincere il fato e infine lui ha vinto me. Ora mi domandi giustificazioni teoriche per l’odio che mi nutre. Non ve ne sono. Ho provato a elaborare teorie, a estrapolare significati reconditi, a mitigare il senso d’impotenza con bieco altruismo da gregge. Ho provato a figurarmi la morale e la democrazia come strumenti per combattere i demoni. Nulla di più ingannevole, Bowie. I demoni non si combattono e non si addomesticano. Si può solo sperare di incarnarli mentre a poco a poco sbranano e devastano. Sono arrivato a Roma per cercare un lavoro, una posizione sociale, un ruolo. Ho trovato una donna. Io l’adoro. Io la venero. Io la amo. Ma lei è morta.
Un grazie di cuore alla scrittrice Ilaria Palomba
per avermi concesso l’incipit del suo nuovo romanzo
qui in lettura
per noi tutti!
L.L.
Alejandra Pizarnik “Le opere e le notti”
Roma 21 marzo 2014
La poesia che non dico,
quella che non merito.
Paura di essere due
sulla vita dello specchio:
qualcuno che dorme in me
mi mangia e mi beve.
Rimpiango di smemorare
l’ora in cui sono nata.
Rimpiango di non officiare
da ultima arrivata.
***
Tu scegli il luogo della ferita
dove dicemmo il nostro silenzio.
Tu fai della mia vita
questa cerimonia troppo pura.
Di notte al tuo fianco
le parole sono chiavi, sono chiavi.
Il desiderio di morire è sovrano.
Che il tuo corpo sia sempre
un amato spazio di rivelazioni.
E ancora mi azzardo ad amare
il suono della luce in un’ora morta,
il colore del tempo in un muro abbandonato.
Nel mio sguardo ho perduto tutto.
Chiedere è così lontano. Così vicino sapere che non c’è.
A domani
Lié Larousse
Freud la pratica ipnotica e il caso di Anna O. (seconda parte)
Roma 26 settembre 2013
Anna O.
Approfondendo la nostra ricerca sulla psicoanalisi e sull’ipnosi mi sono imbattuta nel quesito più determinante della storia degli studi di Freud ovvero: “Esistono patologie fisiche determinate da cause prettamente psichiche, spirituali?”
Il caso di Anna O.è determinante nella nascita della psicoanalisi e nella pratica dell’ipnosi.
La paziente soffriva di un quadro sintomatico quanto mai strano e complesso: paralisi saltuarie causate da immotivate contrazioni muscolari, inibizioni comportamentali, stati confusionali.
Assieme al dottor Breuer, Freud iniziò a sottoporre la malata al sonno ipnotico, ingiungendole di esprimere ad alta voce i pensieri che le opprimevano l’animo.
La psicanalisi nacque nel momento in cui i due giovani medici si resero conto che i sintomi fisici sparivano automaticamente e definitivamente ogniqualvolta Anna O. riusciva a focalizzare , con l’aiuto dell’ipnosi, determinate immagini, pensieri o eventi del passato, presenti allo stato latente nella sua memoria.
L’impatto filosofico di una simile scoperta non è facilmente descrivibile e lo stesso Freud impiegò l’intera esistenza per renderne conto.
Basti pensare alla millenaria questione dei rapporti fra anima (spirito, pensiero) e corpo, che, dopo Freud, non può più essere affrontata in termini di opposizione o incomunicabilità.
Tratto da Studi sull’isteria
A domani
LL
I Canti degli indiani Omaha “Per la nascita di un bambino”
Roma 1 Agosto 2013
Presso le popolazioni native del Nord America, i cosiddetti “indiani”, la profonda dimensione spirituale della vita che permeava di sé tutte le manifestazioni umane era testimoniata dalle invocazioni, dalle preghiere, dalle cerimonie sacre che si intrecciavano alla vita quotidiana e ne scandivano il ritmo e le stagioni.
Tra le varie occasioni di canto e preghiera la nascita del bambino era una delle più significative.
Presso molti popoli nordamericani si credeva che la vita fosse trasmessa al bambino dal Popolo Soprannaturale e venisse soffiata nel suo corpo dal vento.
Questo si stabiliva vicino al cuore e di lì controllava i movimenti della persona come un giudice.
Alla nascita di un bambino, nella tribù veniva scelto un saggio che, presente al parto, doveva benedire il nuovo nato con una preghiera augurale come quella che si legge qui di seguito:
O sole, lune e stelle, che percorrete i cieli,
vi prego , ascoltatemi:
è giunta una nuova vita in mezzo a voi,
accoglietela, vi imploro,
rendete facile la sua strada
perché possa raggiungere
il livello della prima altura!
O venti, nubi, pioggia e nebbia,
che vi muovete nell’aria,
vi prego , ascoltatemi:
in mezzo a voi è giunta una nuova vita,
accoglietela, vi imploro,
rendete facile la sua strada
perché possa raggiungere
il livello della seconda altura!
O colline, valli, fiumi, laghi. alberi, erbe,
voi tutti sulla terra, ascoltatemi, vi prego:
in mezzo a voi è giunta una nuova vita,
accoglietela, vi imploro,
rendete facile la sua strada
perché possa raggiungere
il livello della terza altura!
O uccelli piccoli e grandi,
che abitate nei boschi!
O insetti che volate fra le erbe
e vi seppellite nella terra,
ascoltatemi, vi prego:
in mezzo a voi è giunta una nuova vita,
accoglietela, vi imploro,
rendete facile la sua strada
perché possa raggiungere
il livello della quarta altura!
O voi tutti in cielo, nell’aria, sulla terra:
ascoltatemi, vi prego:
in mezzo a voi è giunta una nuova vita,
accoglietela, vi imploro,
rendete facile la sua strada ché possa andare
oltre le quattro alture!
de’ il Popolo degli Omaha
A domani
LL
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