Roma 11 ottobre 2013

Pioggia leggera
Cadeva la pioggia, leggera, leggera
(in una maniera,
che con tutta la mia buona volontà
non riuscirò a dirvi)
su quel grand’uomo dignitoso e pacato,
di genio illuminato,
di fama incoronato,
che stava lì serio e sovrano
tenendo(…) in mano.
Mentre la sua consorte il caffè beve
sui monti c’era, eterna, la neve,
la vedevano chiaramente.
Lui la guardava crudelmente,
freddo ed elegante,
giovane e vecchio, affascinante.
Il grand’uomo mise le mani nelle tasche
e poi gettò uno sguardo fugace
sulla propria attività fino a quel giorno,
al sanatorio c’erano betulle tutt’intorno
e frusciavano.
“Contemplazione”
I libri eran già stati tutti scritti,
ogni azione sembrava già compiuta.
Ogni cosa dai suoi begli occhi veduta
nasceva da fatiche precedenti.
Le case, i ponti e la ferrovia
eran certo notevoli scoperte.
Lui pensava all’impavido Laerte,
a Lohengrin e al suo cigno così mite,
ed ogni cosa grande era ormai fatta,
nata in un lontanissimo passato.
Fu visto cavalcare a perdifiato.
La vita stava a riva come una chiatta
che non sa più cullarsi, scivolare.
Da “Poesia”, n.50, aprile 1992, traduzione di Renata Buzzo Màgari
A domani
LL
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