Roma 12 marzo 2013
Nella storia della letteratura del Seicento il teatro per musica, quello che si sviluppa dopo le ricerche della fiorentina Camerata dei Bardi, brilla di una luce intensa ma breve. Alle origini questi drammi furono, rispetto alla musica, qualcosa di più e di diverso da quello che fu in seguito la librettistica: un genere subordinato se non schiavo della musica.
Il Ronga ha parlato della nascita del melodramma italiano dallo spirito della poesia. Sebbene riceva impulso dall’interpretazione umanistica della tragedia greca come dramma musicale, il teatro per musica trova il suo presupposto nel dramma pastorale italiano. La stessa teoria musicale espressa nella formula del “recitar cantando” sente il prestigio della parola poetica alla quale vuole in ogni modo adeguarsi.
Il Peri, il Caccini, Marco da Gagliano e, più grande di tutti, Claudio Monteverdi chiedono la libera collaborazione degli scrittori e ascoltano e rispettano non la musicalità esterna ma il ritmo profondo e interno, il significato morale della parola.
Claudio Monteverdi nato nel 1567 fu musicista assiduo con un proprio stile personale. La sua più celebrata opera è l’Orfeo, rappresentata per la prima volta del 1607. Orfeo, poeta, cantore, musico, innamorato, il quale con le parole e con la musica combatte per l’amore contro il destino e contro la morte, diventa quasi il patrono e il mito simbolico di questo teatro.
A domani
LL
Rif. Testo di lettura
La letteratura Italiana. Il Seicento
Iniziative Speciali De Agostini