365 giorni, Libroarbitrio

Riepiloghiamo la poesia nel secolo XVII

Roma 29 aprile 2013

La civiltà letteraria della poesia così come quella artistica e musicale nel secolo XVII viene definita con il termine Barocco, termine infatti che si fa risalire a tutto il Seicento.

La poesia di questo secolo è caratterizzata da un senso d’angoscia ed inquietudine, questi sentimenti approdano col  disfacimento dei valori appartenuti al “classicismo” quando gli autori abbandonano i vecchi modelli, con non poca difficoltà, mettendo in dubbio ogni loro certezza, andando alla ricerca di nuove forme artistiche letteraria più vicine ai canoni del pensiero corrente.

Si afferma così un’epoca di continua sperimentazione del linguaggio, della parola come suono, della parola come immagine, dell’invenzione di strutture lessicali e di stile.

I componimenti a noi pervenuti oggi sono ricchi di un’estrema varietà linguistica, di una catena di ardite metafore e arguzie stilistiche, da una copiosa mescolanza di elementi sensuali e spirituali, con il volere unico di suscitare scompiglio e meraviglia.

La poesia di questo secolo è affiancata anche da grandi scoperte ed invenzioni, quindi sostenuta da importanti figure della corte e dell’aristocrazia, per questo è in essa presente il sentimento sfuggente del tempo, del piacere, della bellezza e della morte.

Il carattere irrequieto e a volte intensamente contraddittorio è fortemente simboleggiato dalle vicende biografiche dei suoi poeti: molto spesso uomini dalla vita avventurosa, viaggiatori coinvolti in amori tragici, in duelli e risse, prigionieri traditi da loro stessi, dalla loro necessità di sconvolgere il presente volgendosi  ad una dimensione onirica .

A domani

LL

365 giorni, Libroarbitrio

L’ipotesi del classicismo

Roma 8 aprile 2013

Il Foscolo, il Leopardi e il Carducci in una tradizione che è insieme riflessione e coscienza di tecnica letteraria e di interesse di poeti e scrittori, videro il Chiabrera e il Testi come creatori di quelle novità di stile, di linguaggio e di forme metriche  che la letteratura italiana doveva continuare nel Settecento e, in un certo modo, sino alla loro poesia stessa.

Il classicismo, il nome cioè e la categoria sotto la quale si raccolgono questi due autori, è stato una ricerca, più inquieta nelle forme che non nello spirito, di strutture nuove e corrispondentemente di temi, se non sempre di sentimenti e di contenuti nuovi.

Il Chiabrera, ammirato dal Marino, viene ricordato con riconoscente esaltazione dal Testi nell’avvertenza alle sue poesie come “il primo a correre questo arringo della pindarica imitazione, riportandone plauso sempre grandissimo, ma non mai maggiore del merito”.

La posizione di questi due scrittori  rispetto al mondo classico, pur diversa dal Marino, non è più quella umanistica né quella rinascimentale: le grandi letterature moderne  si equiparano  a quelle classiche  e quella italiana si colloca in una rete di relazioni e di sollecitazioni con gli stranieri contemporanei  e con gli antichi.

A domani

LL

 

Testo di lettura
La letteratura italiana, Il Seicento
Editore: Iniziative Speciali De Agostini

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I Volgarizzamenti

Roma 3 febbraio 2013

Influenza sulla formazione del volgare

Uno dei canali più importanti, attraverso i quali si viene costituendo la prosa italiana, è quello dei volgarizzamenti, ossia delle traduzioni dal latino a dalle altre lingue romanze.

La grande stagione dei volgarizzamenti delle opere latine in Italia va posta fra il secolo XIII e il XIV. Questo costume letterario continuò naturalmente nei secoli successivi, affievolendosi via via solo nell’ambiente saturo d’umanesimo che caratterizza il periodo fra la fine del secolo XIV e l’inizio del secolo XV. Una profonda influenza ha avuto la consuetudine del volgarizzamento nella costituzione del volgare letterario italiano, anche se non si può dire che la lingua letteraria italiana nasca dai volgarizzamenti. Gli stessi volgarizzamenti, infatti, attraverso  i quali passavano soprattutto dalla tradizione latina (classica e medievale) moduli e forme nella nascente lingua letteraria italiana, sono a loro volta condizionati dall’esperienza originale della nostra lingua, che si andava già organizzando in forma artistica e stava acquistando la sua autonomia espressiva.

Alla diffusione dei volgarizzamenti e al loro carattere essenzialmente imitativo nei confronti della lingua madre presiede un atteggiamento che potrebbe essere definito genericamente classicistico, che non mancava di manifestarsi nelle prose originali.

Per “classicismo” , un termine ricco di connotazioni nel suo largo impiego, s’intende, infatti l’esigenza di adeguarsi ad un modello autorevole attraverso il quale sollevare l’espressione e dare validità e vitalità all’opera del presente.

A domani

LL