Roma 27 giugno 2013
Eppure er mare
Eppure er mare…er mare, quann’è bello,
che vedi quel’azzurro der turchino,
che te ce sdraj longo lì vicino,
te s’apre er core come ‘no sportello.
Che delizia! Sentì quel ventarello
salato, quer freschetto fino fino
dell’onne, che le move er ponentino,
che pare stieno a fa’ a nisconnarello!
Eppure, sotto a tutto quel celeste,
ma, dico, dimme un po’, chi lo direbbe
che ce coveno sotto le tempeste?
Cusì uno, finché non ce s’avveza,
che te credi che lui ce penserebbe
si fino a dove arriva la grannezza?
di
Cesare Pascarella
Cesare Pascarella poeta dilettale fu anche pittore specializzato nel disegno di figure animali. Protagonista dei suoi scritti è il popolano patriottico e liberale, de La scoperta de l’America, da cui è tratto il passo di Eppure er mare è in esso è ben rappresentato, così come in Storia nostra, che racconta a suon di battute e comici spropositi la storia d’Italia dall’inizio del Risorgimento.
A domani
LL