Roma 3 luglio 2013
Il poeta Zanazzo nacque a Roma nel 1860. Studioso del dialetto e delle tradizioni popolari della sua città, nel 1880 pubblicò una prima raccolta di poesie dialettale intitolata Vox populi e nel 1887 fondò la rivista dialettale “Il Rugantino”.
La sua vena creativa e popolaresca si espresse anche in alcune opere teatrali, quali E’ re Gobbetto e Li maganzesi a Roma, che riscossero un certo successo di pubblico. La professione di bibliotecario gli permise di approfondire la passione e lo studio del folklore e lavorare alla pubblicazione di varie raccolte di novelle, favole, proverbi, usi, costumi e canti romani:
Era notte…
Era notte. Una notte tanto bella
con un celo e na luna che incantava.
E io stavo a vardà na finestrella,
che luccicava tanto, luccicava.
E vedevo apparì na capoccella
che arzava la tennina, se n’annava,
poi ritornava indietro e s’affissava
coll’occhi fissi come su na stella.
Allora io je cantai: “Fior de fortuna:
io spasimo pe voi, ciò er core in pena
e voi ve state a contemprà la luna”.
S’uprì la finestrella adacio adacio
e in quer silenzio, appena appena appena,
m’intesi fa un sospiro e mannà un bacio.
A domani
LL