365 giorni, Libroarbitrio

I Canti Carnascialeschi

Roma 4 marzo 2013

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Con il termine ” Canti Carnascialeschi” si definiscono alcuni componimenti, costituiti da  versi brevi e destinati alla musica, che venivano cantati durante il carnevale da cori mascherati, nella Firenze dei secoli XV e XVI.

L’origine antica di questi canti si fa risalire ai Saturnali dei romani e alle feste dei Pazzi medievali. Si raccoglie nei versi la tradizione orale popolare per mescolarla con quella colta creando così un nuovo genere letterario.

I temi cantati, scherzosi e spesso scurrili, riguardano oggetti e situazioni della vita quotidiana, in una frequente commistione di sacro e profano, comico e serio, allegro e triste.

Presso la Biblioteca Nazionale di Firenze si possono osservare otto preziosi manoscritti, ben conservati, sessanta Canti Carnascialeschi con la notazione musicale. Le composizioni sono a tre o a quattro voci, per lo più con ritmo binario, frasi musicali piuttosto brevi a cadenze conclusive ben definite. La struttura metrica dei testi ha una forma simile alla ballata, che viene generalmente definita con il nome di “Frottola”: una sequenza di stanze per lo più di ottonari, alternate ad un ritornello.

A domani

LL

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