
Torneranno gli abbracci
le capriole su un prato
fare insieme le quattro
due chiacchiere e
un bicchiere via l’altro.
Ci sarà musica dalle case
per le strade, accordi
s’incontreranno di nuovo
come i bambini gli amici sul lungomare
le madri tirate da cani il doppio di loro
i nonni, seduti pigri, che ripetono:
– belli miei, tutto questo è oro.
Sono sempre qua
non li abbiamo persi
solo messi da parte,
tipo il servizio di zia, quello buono
e quando sarà andato tutto bene
quando sarà il momento
tireremo fuori felici
i nostri sorrisi leggeri
i segreti sussurrati all’orecchio
lo stringerci la mano
stringerci più forte, più forti
parlarsi guardandosi negli occhi
diamanti fragili come bicchieri
grezzi
come ginocchia sbucciate
inseguendo un pallone.
Torneremo noi
pronti a fare festa,
ad annoiarci alle feste,
a schivare la gente
per libero arbitrio
e non per un decreto,
e con noi tornerà la voglia,
il bisogno di toccarsi
annusarsi
baciarci
le labbra, l’anima
senza paura di farci male
senza chiedere: – si può fare?
Torneremo
perché non ce ne siamo mai andati
perché non ci siamo mai arresi.
DuediRipicca – Lié Larousse – Gianluca Pavia
George Seurat – Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte
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