365 giorni, Libroarbitrio

“Il fiore della poesia” Basho

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In mezzo al campo 
il canto libero 
dell’allodola

nella frescura
faccio la mia casa,
e qui riposo

languore d’inverno:
nel mondo di un solo colore
il suono del vento

***

Haranaka ya
mono ni mo tsukazu
naku hibari

suzushisa wo
waga yado ni shite
nemuru nari

fuyugare ya
yo wa hito iro ni
kaze no oto

 

365 giorni, Libroarbitrio

“La Quercia” Basho

Convolvolo

Sul sentiero di montagna
qualcosa di grazioso,
un ciuffo di violette.

Nobile è colui 
che non dai lampi capisce
la vanità delle cose!

Eccomi, sono un uomo
che mangia il suo riso

seduto tra i convolvoli.

Di tanto in tanto le nubi 
concedono riposo
a noi che guardiamo la luna.

Se a un peperone
mettete le ali

ecco una libellula rossa.

365 giorni, Libroarbitrio

“Manoscritto nello zaino” di Basho

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(Alba nel bosco L.L.)

Stagno antico!
Una rana salta dentro,
il suono dell’acqua.

La primavera fugge via
gli uccelli piangono, sono lacrime
gli occhi dei pesci.

Le cicale cantano,
certo non sanno
che presto moriranno.

Che lampi!
Il grido degli aironi
trafigge il buio.

Finita la pioggia
pallidi alzarono la corolla
i crisantemi.

Inverno desolato,
sulla terra di un solo colore
il suono del vento.

Sopra un ramo secco
si posa un corvo,
crepuscolo d’autunno.

365 giorni, Libroarbitrio

Haiku di Yosa Buson

Roma 23 febbraio 2014

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Sono in fiore le azalee
nel villaggio lontano tra i monti.
Riso bianco bollito.

E’ notte, l’orchidea
nasconde nel profumo
lo splendore del suo fiore.

La giornata di ieri è passata,
quella di oggi se ne va.
Così la primavera si allontana.

Rugiada bianca.
Una goccia per ogni spina
di rosa canina.

Sopra le foglie cadute
rumore di passi lontani
di colui che aspetto.

Più sola ancora
dell’anno scorso.
Crepuscolo autunnale.

Cade una pioggia lieve,
senza rumore, sul muschio.
Quanti ricordi del passato!

Yosa Buson nacque da una famiglia contadina a Kema, nella provincia di Settsu, nel 1715.
Ancora molto giovane si stabilì a Edo, dove frequentò una scuola di poesia e imparò a comporre Haiku da prestigiosi maestri. Nello stesso periodo studiò anche presso una scuola di pittura dove approfondì le sue conoscenze sulla storia dell’arte orientale e acquisì una propria tecnica grafica. Per alcuni anni praticò la pittura come attività primaria, poi la sua produzione artistica si intensificò anche nella poesia, che divenne specchio della sua sensibilità visiva e coloristica.
Assieme a Basho, Issa e Shiki, Yosa Buson è concordemente ritenuto uno dei più grandi maestri dell’Haiku, per la sua funzione innovativa e riformatrice.
I temi tipici di questo genere poetico, la natura e gli oggetti, furono da lui ripresi con l’inedita introduzione di elementi autobiografici e sentimentali, e trasformati in simboli.

A domani
Lié Larousse