365 giorni, Libroarbitrio

METEREOPATICO – Gianluca Pavia

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Ci sono albe grigie,
come questa,
in cui la vita 
sembra un gatto alla finestra
in attesa di un passero,
due dita che ti spolpano l’anima
per disegnarci nuvole strane.
Ho un cuore malandato
metereopatico
in evidente stato confusionale,
impiattato da schifo
ad un brunch vegano.
Quel prato mi guarda
con occhi appassiti,
potrei farci un bouquet
per regalartelo al mio funerale.
Lo lanceresti tipo molotov,
sicuro.
E’ uscito un po’ di sole,
adesso,
o forse è quel sorriso
che t’illumina
come un gatto alla finestra
in attesa di un passero
di quasi 80 chili.
P.S. devo mettermi a dieta e comprare un ombrello.

365 giorni, Libroarbitrio

.la vita comunque. – Lié Larousse

visoth kakvei

 

.nonna Nannina
stende mutande, calzini e pezze da spolvero
sul filo che corre da finestra a finestra
chiacchiera del tempo al tempo
le mani ghiacce odorano di sapone
il marito e il figlio
li rivede solo quando in corridoio
passa difronte a lumini che ravvivano i volti sbiaditi
si fa il segno della Croce e svelta va in cucina:
per il nipote suo adorato ha messo su la pila dell’acqua
il sugo bolle già da due ore,
manca un pizzico di sale, due foglie di basilico;
Robertino sta al bar di sotto
coi denti neri e il Campari nelle mani
fatto ancora di un giorno non finito
conta buffi e rimbocca il bicchiere restando seduto,
la sedia se la tiene calda lui che dentro c’ha freddo
ma fuori basta una parola storta e prende subito fuoco
e non ce n’è più per nessuno,
non si vince e non si pareggia con lui,
appena fa buio la sera sparisce, nessuno lo sa dove va
pure se tutti lo sanno dove se ne va, e la mattina:
– finirai male, farai la fine di tuo padre, te lo dimo perché te volemo bene –
consigliano vecchi tra una mano di briscola e tresette
ma lui non li è mai stati a sentire, e all’unica amica buona
strizza l’occhio e dice voltandosi appena
– Chicca non è vero, non faremo la fine che dicono loro -;
Chicca, la figlia di nessuno,
gli dà un buffetto sulla guancia e se lo abbraccia
forte quel ragazzo
conosciuto quando aveva cinque anni,
ha gli occhi azzurri Robertino,
la pupilla impallata racconta degli stessi guai,
le strade, gli amori falliti, tutto l’abbandono del mondo,
gli sorride e se ne va sospirando,
occhi ben aperti alle spalle pensa alla sua di vita
e di nuovo a quella dell’amico caro
un ritornello infinito
di una canzone stonata
ma loro che ne sanno
e invece sì che sanno
e intanto passano anni, e tutto pare possa passare,
e intanto tutto è cambiato, e tutto è pure rimasto lo stesso
ieri Robertino stava seduto infondo al bus, le ha fatto l’occhietto,
Chicca è scesa due fermate prima, come sempre,
con un – ciao, a domani – nella mano, e un filo di voce per l’aria;
ed è già domani e l’edicolante scuote la testa,
scansa uno sbadiglio su quotidiani che non legge nessuno
un ventenne con le caviglie scoperte sfila spedito
occhi all’iphone e musica trap nell’orecchie,
la campanella della scuola materna chiama la ricreazione
bus, macchine e pedoni attraversano col rosso
il verde è una macchia di prato sporco, dall’altra parte del marciapiede,
ingoia altalene e panchine sbracate
sotto gli occhi lividi di case popolari rattoppate
e la vita marcia negli appartamenti occupati
ma con le facciate pittate belle
grazie alla speranza di artisti di strada che ci credono ancora e
– a Roberti’, non sai quanto te voglio crede’ –
sussurra Chicca al cielo,
soprattutto oggi, che il giorno tuo l’hai finito così
di punto in bianco te ne sei andato
hai chiuso l’azzurro degl’occhi coccolato
dall’andirivieni della tua vita in quel bus
e se n’è accorto uno zingaro al capolinea
e poi tutti stamattina
quando l’hai lasciati zitti e muti ad aspettare
quell’uomo rimasto per loro ragazzino sempre
che alla fine,
la fine del padre l’ha fatta per davvero,
e non ci sta più niente da dire
e nonna Nannina non ha più pezze da stendere
né sughi da far per ore bollire
e Chicca, bé,
Chicca ha un altro angelo da pregare.

Lié Larousse

DuediRipicca

#visothkakvei #vivere #lavitacomunque

365 giorni, Libroarbitrio

Non succede per caso – inediti di poesia – Gianluca Pavia

Selvira M.

Ascolta uno scemo

Lavora, leggi, suda
e poi fai l’amore,
riposati
e fai ancora l’amore.
Scrivi, bevi, ridi
e fai di nuovo l’amore
e ancora
un’altra volta ancora.
Ringrazia Dio
e ruba l’anima al diavolo,
viaggia
dentro e fuori di te,
spezza il pane
il fiato
la schiena a qualche stronzo
che non si leva di torno.
Fai pure
tutto ciò che vuoi,
che puoi,
ma ricorda sempre
di fare l’amore.

Improvvisa luce esplode

Improvvisa luce esplode
sul verde strappo
tra ferro e cemento,
bagna ogni cosa,
riverbera pace
in ogni casa
e tutto questo
non succede per caso.

Matriosche

Cinguettii e canti
tingono il cielo,
cielo che si riversa in mare
il mare in noi
piccole matriosche
d’infinito.

Canta e balla con me 

Quanta fretta
con i tuoi trucchi
per sentirti già grande
sexy
accattivante
e divorare tutti quegli uomini
che t’hanno reso bulimica,
rosa sfiorita
tra le dita sporche
di un amore ambulante.
Spegni la tele
che ho la nausea
di modelle con zampe
da ragno
e vecchiette arzille
conciate come
troie di Detroit.
Siamo già splendidi
così,
sunti perfetti d’ogni difetto,
caviglie gonfie e naso storto
pelle secca e ossa rotte.
Non ascoltare chi bella ti vuole
ma canta e balla
con chi bella ti vede.

dancing on a desert street

Cari miei followers
questo è solo un assaggio poetico
di quella che sarà la nuova raccolta di poesie
dello scrittore e poeta Gianluca Pavia,
un dono piccino per voi che so gradirete di gusto
soprattutto in questi giorni che non si fa altro
che parlare ed ascoltare parlare d’odio,
non dico che dobbiamo sbrigarci a voltare pagina e a dimenticare,
no certo,
ma a noi stessi dobbiamo la pace, e il bene,
quindi
risaniamo le nostre menti,
e il cuore con la poesia,
e a tutte le ragazze come me, ma anche ai ragazzi,
alle donne, agli uomini, ai centenari,
alle bimbe e ai bimbi:
“Siamo già splendidi
così,
sunti perfetti d’ogni difetto,
caviglie gonfie e naso storto
pelle secca e ossa rotte.
Non ascoltare chi bella ti vuole
ma canta e balla
con chi bella ti vede.” G.P.

Vi abbraccio tutti e vi voglio bene
vostra Lié

 

365 giorni, Libroarbitrio

Hai fatt’ a coppoloni …

Hai fatt’ a coppoloni
‘O Saracino
‘O piopp
‘O purmine
‘O pipiciello
‘O clarino
‘A fisarmonica
‘O tamburiel
‘A naccherelle
‘A tarantel
‘A maccheronara
‘A mela annurc’
‘A matinata
‘A giumenta
‘A croce
‘A iumara
‘O vosco
Iam’ iammacinne
‘Ntenghe tiemp
Nun ce pozzo penzà
Si nu scèm
Ti sé’ fatt ‘nzup comme ‘na piecora
Appiccia e ‘nmora
Levattillo
In cim’annanzi
Fatti frigge
Stav’a loco
Niend
Quante cacciate rici
Ma va fa lippe
E statte citto
Casa mia iato mio, casa mia iato mio, casa mia iato mio…

…ed io ora vivo nel caos dell’incredulità e dei ricordi…

Amen

365 giorni, Libroarbitrio

“La corda”

 

Le virgole possono cambiare il senso di una frase,
fino a trasformarla in una completamente diversa.

Amore