365 giorni, Libroarbitrio

“E tu che hai nella bocca le dolcezze” Muhammad

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E tu che hai nella bocca le dolcezze
uno dei tuoi malati ti domanda,
che dalla bocca tua ne beva un sorso.

Quando sarà per lui l’ora del sonno,
ché ai tuoi quegli occhi suoi tolsero il sonno?

Quanta guerra per te, notte su notte,
e quanti assalti disperati. Quanti per me
i desideri di te, gli sgomenti.

Concedo a me di svegliarti, nemica.
Che il tuo cuore morto lo voglia, ti concedi.

Attenta, anima mia, che un’altra a lui interessa
ed uguale sarà un’altra volta ancora
darti uguale dolore. Attenta, attenta.

Tu che passi di qui e ti siedi
per far passare il tempo sorridi felice
e lo attendi lui che non arriva mai.

Io se lascerò che amore apra la porta
strapperò cuore dal petto; e sarò come te
innamorato del nulla, e tu che hai nella bocca le dolcezze
sopportala la verità ora.

365 giorni, Libroarbitrio

“La vita solitaria” Giacomo Leopardi

Elio Germano Leopardi

E le ridenti piagge benedico:
Poichè voi, cittadine infauste mura,
Vidi e conobbi assai, là dove segue
Odio al dolor compagno; e doloroso
Io vivo, e tal morrò, deh tosto! Alcuna
Benchè scarsa pietà pur mi dimostra
Natura in questi lochi, un giorno oh quanto
Verso me più cortese! E tu pur volgi
Dai miseri lo sguardo; e tu, sdegnando
Le sciagure e gli affanni, alla reina
Felicità servi, o natura. In cielo,
In terra amico agl’infelici alcuno
E rifugio non resta altro che il ferro.
Talor m’assido in solitaria parte,
Sovra un rialto, al margine d’un lago
Di taciturne piante incoronato.

 

365 giorni, Libroarbitrio

Charles Bukowski per Carl Weissner “Il Brocco” tratto da conversazioni su di un’alata creatura

Bukowski

lei non fa per te, amico,
non è il tuo tipo
l’hanno annientata
l’hanno consumata
ha preso tutte le abitudini
sbagliate,
mi disse
tra una corsa e l’altra.

scommetterò sul cavallo
numero 4, gli dissi
be’, solo che mi
piacerebbe farle
risalire la corrente
puoi pure dire, salvarla.

non puoi salvarla, disse,
hai 55 anni, non hai il modo di fare.
scommetterò sul cavallo numero 6.
non sarai tu a
salvarla.

chi può salvarla? chiesi.
non credo che il 6 abbia delle
possibilità, mi piace il 4.

quella ha bisogno di qualcuno che la sbatta
al muro, disse,
che la prenda a calci in culo, le piacerebbe
un mondo. se ne starebbe a casa a
lavare i piatti.
il 6 ha delle buone
possibilità di vincere.

non sono bravo a picchiare le donne,
dissi.

scordatela allora, mi disse.

è dura, dissi.

si alzò e scommise sul 6
e io mi alzai e scommisi sul 4.
vinse il 5
per 3 lunghezze
dato 15 a 1.

ha i capelli rossi
come i fulmini del cielo,
dissi.

scordatela, mi disse.

stracciammo le ricevute
e fissammo il laghetto
al centro della pista.

sarebbe stato
un lungo pomeriggio
per tutti e due.

 

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“Senza di te che cosa sarei stato” Novalis

Roma 22 febbraio 2014

Novalis

Senza di te che cosa sarei stato,
senza di te che cosa non sarei?
A timore e angosce destinato,
nel vasto mondo solo starei.
Non saprei con certezza che cosa amare,
uno scuro abisso sarebbe il futuro;
e se a fondo il mio cuore si turbasse,
a chi io potrei dire la mia cura?
Solitario, roso da amore e struggimento,
una notte mi parrebbe il giorno;
seguirei soltanto con lacrime ardenti
la vita nel suo selvaggio corso.
Nel  tumulto troverei tormento,
e a casa il cruccio che fa disperare.
Chi resterebbe senza un amico in cielo,
chi resterebbe qui sulla terra?
Ora che Cristo a me si è rivelato
e sono certo della sua presenza,
con quale rapidità la vita con il suo raggio
distrugge le tenebre sconfinate!

da Canti spirituali, I

A domani
Lié Larousse