365 giorni, Libroarbitrio

“Homo Homini Virus” romanzo di Ilaria Palomba per Meridiano Zero ad aprile nelle librerie!

Ilaria Palomba fdproductions

TRACCIA 1 – TU ODI (Rammstein – Du Hast)

In principio credevo nel corpo. In principio credevo nella salute. In principio credevo bastasse amare. Ora provo solo odio.
La parola corpo, svuotata di senso, perde la propria dignità d’essere. Tutto procede nel caos. E non credere stia parlando del niente. Il vuoto che mi pervade non ha nulla a che fare con l’assenza di materia. Al contrario, si tratta di un eccesso. Un surplus di esistenza che non sono in grado di contenere. Da ciò ne consegue, con una stringata logica del non-senso, l’odio viscerale che nutro nei confronti dei ben riusciti. Non ci sono Übermensch in questa storia, Bowie. Non vertiginose altezze. Non ideali. Tutto mi sovrasta. E da questa totalità sono escluso in definitiva. La protervia della comunicazione si è insinuata in me avviluppandomi. La comunicazione porta alla ribalta soltanto una parte di questa eccedenza. E in linea di massima la parte più inutile. Ciò che consola, non ferisce, non crea dubbi. L’eccedenza accolta è soltanto quella che non getta nel dubbio. Sono stato battuto da quell’eccedenza, quel residuo di realtà che non posso più esperire. È l’odio a tenermi in vita. Il giornalismo come l’arte, la moda come il degrado, l’estetica del nulla come l’etica dell’assoluto. Di tutto io vedo l’opposto. Non vi è più nulla al mondo in cui valga la pena credere. Certo, vi è stato un tempo in cui ho creduto. Vi è stato un tempo in cui ho amato. Vi è stato un tempo in cui ho lottato. Ma contro cosa, Bowie? Mi sono illuso. Ho creduto di vincere il fato e infine lui ha vinto me. Ora mi domandi giustificazioni teoriche per l’odio che mi nutre. Non ve ne sono. Ho provato a elaborare teorie, a estrapolare significati reconditi, a mitigare il senso d’impotenza con bieco altruismo da gregge. Ho provato a figurarmi la morale e la democrazia come strumenti per combattere i demoni. Nulla di più ingannevole, Bowie. I demoni non si combattono e non si addomesticano. Si può solo sperare di incarnarli mentre a poco a poco sbranano e devastano. Sono arrivato a Roma per cercare un lavoro, una posizione sociale, un ruolo. Ho trovato una donna. Io l’adoro. Io la venero. Io la amo. Ma lei è morta.

 

Un grazie di cuore alla scrittrice Ilaria Palomba
per avermi concesso l’incipit del suo nuovo romanzo
qui in lettura
per noi tutti!
L.L.

365 giorni, Libroarbitrio

Freud e il sogno “appagamento del desiderio”

Roma 27 settembre 2013

Continuando le nostre letture sullo studio di Freud non possiamo non porci la seguente domanda: “Qual’è la natura del sogno?Ci sono legami fra il mondo onirico e quello della veglia?”

Freud scoprì nel sogno la via regia all’inconscio.

Il sogno è sostanzialmente l’appagamento di un desiderio, quasi sempre di origine sessuale.

Nonostante la semplificazione popolare della psicoanalisi, secondo cui i sogni avrebbero sempre e immancabilmente un significato legato alla sessualità , l’aggiunta  del quasi è, secondo Freud , necessaria.

Non vi è dubbio, infatti, che i desideri di cui il sogno è espressione possono nascere anche da bisogni insoddisfatti relativi ad altri istinti.

La fame, per esempio: è sufficiente addormentarsi a a stomaco vuoto per sperimentare sogni legati al cibo.

Del resto basta che un desiderio, di qualunque natura, sia vissuto con grande intensità per influire sulle immagini oniriche: non è affatto raro che i bambini sognino (o persino si rappresentino in forma allucinatoria) ciò cui ardentemente anelano.

E’ evidente , quindi, che il sogno, nonostante le apparenze, non è senza  logica né senza legami con il mondo della veglia.

Questo passo e il seguente sono tratti da L’interpretazione dei sogni:

Quando, attraversata una stretta gola, si giunge improvvisamente a un’altra dove le vie si separano  e si dischiudono ampie vedute per ogni parte, è lecito sostare un attimo e riflettere in quale direzione convenga innanzitutto  volgere i propri passi. Qualcosa di simile succede anche  a noi, dopo aver superato questa prima interpretazione del sogno. Abbiamo raggiunto la chiarezza di una conoscenza improvvisa.
Il sogno non è paragonabile al suono discordante di uno strumento musicale, percosso da un tocco estraneo anziché dalla mano del suonatore; non è privo di senso, non è assurdo, non si basa sulla premessa che una parte del nostro patrimonio rappresentativo dorme; mentre un’altra incomincia a destarsi.
Il sogno è un fenomeno psichico pienamente valido e precisamente l’appagamento di un desiderio; va inserito nel contesto  delle azioni psichiche della veglia, a noi comprensibili; è frutto di un’attività mentale assai complessa. Ma, nell’attimo stesso in cui intendiamo godere della nuova conoscenza, siamo assaliti da una folla di domande.

A domani

LL