Roma 14 gennaio 2013
Vitalità del latino
Il latino medievale non è una lingua morta. Esso serbava fondamentalmente la struttura lessicale, morfologica e sintattica del latino della tarda antichità, e manteneva l’unità garantita dalla sostanziale concordanza per effetto dei modelli scritti forniti dalla scuola e dai libri sacri. Aveva subìto, tuttavia, un’evoluzione, soprattutto stilistica, adattandosi ai nuovi bisogni culturali, alle esigenze delle nuove istituzioni civili e religiose, alla varietà delle circostanze e degli ambienti in cui circolava.
Anzi, a partire dal secolo X, il latino riceve un vero e proprio rilancio, dimostrando la capacità di piegarsi alle esigenze più diverse dell’espressione colta. E’ l’epoca in cui dai monasteri si diffonde un movimento di riforma che investe tutta la vita intellettuale dell’Occidente, si aprono conflitti politici, come la lotta per le investiture, che affilano le armi del dibattito ideologico e giuridico, si matura in seno alla cristianità l’idea della guerra santa, sorge la ribellione ereticale, si rinnova il fervore religioso e si affina l’elaborazione teologica, filosofica e scientifica. Il latino medievale si conforma alle esigenze oratorie della polemica e dell’educazione religiosa, alle sottigliezze giuridiche e alle acutezze dottrinali.
I generi letterari:
Utilizzato soprattutto per le varie esigenze della cancelleria, l’ufficio che redige gli atti politici e amministrativi, e della vita ecclesiastica, il latino aveva trovato larga applicazione :
nell’epistolografia, l’arte di scrivere epistole, le lettere private e ufficiali, che rappresentano il mezzo più tipico della comunicazione dotta attraverso il Medioevo;
nell’agiografia, la narrativa di argomenti sacri, che costituisce il fondamento dell’educazione umana e religiosa, oltre a favorire lo svago narrativo;
A domani
LL