365 giorni, Libroarbitrio

” Elogio dell’ombra” Jorge Luis Borges

credi nei campi di grano

Chi abbraccia una donna è Adamo. La donna è Eva.
Tutto accade per la prima volta.
Ho visto una cosa bianca nel cielo.
Mi dicono che è la luna, ma
che posso fare con una parola e con una mitologia?
Gli alberi mi danno un po’ di paura. Sono così belli.
I tranquilli animali si avvicinano perché io dica il loro nome.
I libri della biblioteca non hanno lettere. Se li apro appaiono.
Se sfoglio l’atlante progetto la forma di Sumatra.
Chi prende un fiammifero al buio sta inventando il fuoco.
Nello specchio c’è un altro che spia.
Chi guarda il mare vede l’Inghilterra.
Chi pronuncia un verso di Liliencron fa parte della battaglia.
Ho sognato Cartagine e le legioni che desolarono Cartagine.
Ho sognato la spada e la bilancia.
Lodato sia l’amore in cui non c’è né possessore né posseduta, ma entrambi si donano.
Lodato sia l’incubo che ci rivela che possiamo creare l’inferno.
Chi entra in un fiume entra nel Gange.
Chi guarda una clessidra vede la dissoluzione di un impero.
Chi gioca con un pugnale prevede la morte di Cesare.
Chi dorme è tutti gli uomini.
Nel deserto ho visto la giovane Sfinge appena scolpita.
Non c’è niente di antico sotto il sole.
Tutto accade per la prima volta, ma in un modo eterno.
Chi legge le mie parole le sta inventando.

365 giorni, Libroarbitrio

Le Origini III

Roma 9 gennaio 2013

Gn 2,18

“Non è bene che l’uomo sia solo”

La seconda sezione di Gn 2, vuole esplorare la singolare comunione e incontro di nature tra l’uomo e la donna: la donna , e solo la donna, tra le creature è per l’uomo un alleato alla sua altezza, una compagnia che gli permette di uscire dalla solitudine. Prima di arrivare a tale esito, il narratore presenta un tentativo andato a vuoto :

“Dio, crea gli animali e li conduce all’uomo. Ma l’uomo non trova in essi un alleato degno di lui”

il bisogno di relazione dell’uomo non trova appagamento nel rapporto con gli animali, che pure hanno un alito di vita simile e sono stati formati dalla terra come l’uomo. Eppure essi mantengono un significato positivo per l’uomo, un significato che si manifesta nel dare loro un nome. L’uomo quindi è presentato come un saggio che, con un’attività squisitamente enciclopedica, dà il nome a tutti gli animali.

Nel racconto della creazione della donna, il colorito mitico è molto forte. Non si deve pensare ad ingenuità : con l’ allusione del simbolo, si vuole esprimere l’uguaglianza tra uomo e donna. Dio fa cadere sull’uomo un sonno che gli vieta di vedere il Creatore e di scorgere il segno divino mentre esso si compie. Poi gli estrae una “costola” : indizio prezioso per decifrare il collegamento culturale del nostro Autore. il perché sia stata scelta la costola va cercato infatti nella filologia e mitologia.

Risposta filologica di J.B. Pritchard: In sumerico il segno ideografico T, che originariamente era disegnato come una freccia, ha il valore semantico di “freccia, vivere, vita, vivente” e “costola”. 

Tale risposta filologica è sostenuta anche dalla mitologia: il mito a cui siamo rimandati è Enki e Ninhursag, un mito del paradiso, come lo aveva intitolato S.N.Kramer nei suoi studi sull’argomento, la donna nella genesi prende il posto  della dea Nin.Ti  (Signora della vita) del mito mesopotamico.

La reazione dell’uomo di fronte alla nuova creatura è espressa da un breve componimento lirico. E’ la prima citazione diretta di una parola pronunciata dall’uomo ed è una parola poetica:

La poesia è davvero la lingua madre del genere umano

La prima parte ( ritmo 2 : 2 : 2 accenti), esplosiva come un grido, esprima la gioiosa sorpresa di aver trovato un’alleata all’altezza e una consanguinea; La seconda parte ( ritmo 3 : 3 accenti), con solennità ed armonia, conferisce alla nuova creatura il suo nome.

Quasi a voler creare le basi del primo scritto romantico. A domani.

LL