365 giorni, Libroarbitrio

Storia di una storia che non finisce qui – L.L.

LiéLibre

Storia di un pene carnoso saporito e troppo bello
che siccome non si ammosciò mai
visse per tutta la vita un’infinità di orgasmi
all’insaputa dell’ebbrezza della pennichella

Storia di un incubo insonne
che aggiratosi quatto quatto
in un sogno ad occhi aperti
si spaventò perdendosi nella realtà
del sole di mezzogiorno

Storia di una calibro nove
che appena caricata è scomparsa
subito dopo
il fragore della prima cartuccia esplosa
il primo bang!

Storia di un abbraccio donato
ma che abbandonato l’attimo prima d’essere abbracciato
struscia ogni giorno sanguinante e addolorato
di marciapiede in marciapiede
da una meretrice all’altra
ma loro nemmeno lo vogliono vedere
perché hanno meglio da fare
che starlo ad abbracciare

Storia di uno spinello
che gonfio di marijuana e coca
cadde nell’oblio
dello smarrimento d’identità

Storia di un mago
che sapeva fare solo magie d’apparizione
ma che nella vita voleva fare anche altro,
tipo magie di sparizione
ma lui sapeva fare solo il mago delle magie d’apparizione
allora una sera troppo arrabbiato decise di farla finita
ed apparì al contrario,
restando immobile così
di spalle al pubblico
tanto per dare l’idea che sarebbe sparito
o che almeno se ne sarebbe andato
prima o poi

Storia di un combattente
che lotta a mani nude il vuoto
in una gabbia di cielo
in un pomeriggio freddo
come tanti pomeriggi freddi che si ripetono
tra risa di donne spaventose
dalle fiche larghe sotto minigonne strette
e labbra di rossetti

Storia di un uomo straniero
che proveniente dall’europa del nord
veniva pagato per tenere d’occhio una piccola rossa preda
ma l’uomo straniero dopo settimane di appostamenti, inseguimenti e qualche morso
in un giorno di sole quando non piovve poi tanto, cambiò intenzioni
prese da parte la bestiolina impaurita e le disse:
tu ora tranquilla. tu ora smetti di tremare. tu ora ci penso io.
Alla bestiolina venne da sorridergli,
le andava proprio di crederci a quelle parole,
e l’uomo straniero il giorno dopo davvero non si appostò,
non inseguì né morse,
perché altri due uomini,
non stranieri,
s’appostarono, l’inseguirono e la morsero.

Storia di una ragazzina ramata
che vuole essere amata
che vuole davvero solo essere amata

Storia di un sorso d’aria
che riempie i polmoni fino all’orlo
in una mattina di apnee e salassi
e fa male

Storia di gesù
ormai vecchio e morto da secoli
che però è stanco e abbattuto
perché non è morto per morire davvero
ma è morto per rivivere
e allora
muore e rinasce
muore e rinasce
muore e rinasce
e oggi non ne può proprio più
tutta colpa della resurrezione dice,
e di mio padre che l’ha inventata
o chi per lui

Storia di un infuso di camomilla
che agita invece di calmare
e non mi fa prendere sonno
allora meglio aggiungere
vodka gin e whisky
che al primo goccio pare che il whisky non ci sta
ma non c’è nient’altro
e poi finalmente m’addormento
e ci sta tutto

Storia di una minestrina di stelle
di un cucchiaio e di labbra innamorate
che soffiando allungo sul brodo bollente
per non scottarsi
vennero dimenticate

Storia di una danzatrice del ventre
che a suon di tamburo mostra
pelle e veli di seta colorati
agli occhi di spettatori sordi
dalle orecchie cieche

Storia di uno psichiatra
che non vuole mollare la presa
e salvare la sua paziente donandole
la pazzia della normalità
in pillole di continui appuntamenti

Storia di una poesia d’amore scritta a mano per l’ignaro amato destinatario
che però a forza di rileggersi e correggersi s’è innamorata dell’inchiostro
delle sue robuste vocali e consonanti,
del suono che fanno le parole quando lo parlano, del suo nome
e di certe frasi sporcaccione
e alla fine non è riuscita a mettersi un punto,
a chiudersi imbustarsi ed imbucarsi
quindi non è mai partita per arrivare al suo ignaro amato destinatario,
o forse sì?

Storia di una storia
che non finisce qui
solo perché smetto di scriverla
ma continuerà ad essere
la storia di un’altra storia
per altre storie tipo questa
di altri scrittori come me

Lié Larousse

365 giorni, Libroarbitrio

” Elogio dell’ombra” Jorge Luis Borges

credi nei campi di grano

Chi abbraccia una donna è Adamo. La donna è Eva.
Tutto accade per la prima volta.
Ho visto una cosa bianca nel cielo.
Mi dicono che è la luna, ma
che posso fare con una parola e con una mitologia?
Gli alberi mi danno un po’ di paura. Sono così belli.
I tranquilli animali si avvicinano perché io dica il loro nome.
I libri della biblioteca non hanno lettere. Se li apro appaiono.
Se sfoglio l’atlante progetto la forma di Sumatra.
Chi prende un fiammifero al buio sta inventando il fuoco.
Nello specchio c’è un altro che spia.
Chi guarda il mare vede l’Inghilterra.
Chi pronuncia un verso di Liliencron fa parte della battaglia.
Ho sognato Cartagine e le legioni che desolarono Cartagine.
Ho sognato la spada e la bilancia.
Lodato sia l’amore in cui non c’è né possessore né posseduta, ma entrambi si donano.
Lodato sia l’incubo che ci rivela che possiamo creare l’inferno.
Chi entra in un fiume entra nel Gange.
Chi guarda una clessidra vede la dissoluzione di un impero.
Chi gioca con un pugnale prevede la morte di Cesare.
Chi dorme è tutti gli uomini.
Nel deserto ho visto la giovane Sfinge appena scolpita.
Non c’è niente di antico sotto il sole.
Tutto accade per la prima volta, ma in un modo eterno.
Chi legge le mie parole le sta inventando.

365 giorni, Libroarbitrio

“Niente parole d’amore per un fucile” Cesare Oddera

 

Back to- Tomohide Ikeya Underwater

Un fucile uccide
Per questo è stato creato
Non ha scelta
Niente parole d’amore, per un fucile
La sua bocca è tuono
La sua lingua un lampo
La sua voce è morte
Solo questo sa dire
Un fiore è bellezza disarmata, disarmante
Bellezza che incombe alta
al di sopra delle lame affilate
dell’erba spada
Lassù l’ha posto il sangue della terra,
noi tutti, i globuli rossi
del piano economico mondiale,
il tramonto che arrossa
quelle stesse lame
E ugualmente esso non ha scelta
È venuto al mondo come simbolo
e morirà su una bandiera
Ora, io sono certo di non sbagliare
quando affermo che Erica
è nata per l’amore,
per tenere i fiori lontani dalle bandiere
e gli uomini lontani dai fucili
E nemmeno per Erica c’è scelta
L’amore non sceglie
Si fa scegliere
Un fucile, un fiore, Erica
Morte, bellezza, amore
Questi i loro nomi
Questi i loro compiti
E da ragazzo
ho corso a spaccapolmoni
lungo prati sterminati
E da soldato mi sono addormentato
stretto ad un fucile
E se l’ho fatto è perché
questi sono i compiti
di un ragazzo e di un soldato
Calpestare le bandiere
e dormire abbracciato alla morte
E dopo, solo dopo, da poeta
ho raccolto in fila
la bellezza di tutti i fiori
e ognuno di essi l’ho armato
con un fucile di morte
Poi ho sistemato Erica
dall’altra parte dell’amore
e ho dato l’ordine
Perché questo è infine
il compito di un poeta:
mischiare le carte
e gridare “fuoco!”

dal blog di marcellomeo.wordpress.com

 

365 giorni, Libroarbitrio

“Lettera al Mondo” Emily Dickinson

Arthur Rackham Passions

Scrivo perché l’attesa si consumi –
soltanto la mia cuffia da allacciare
e chiudere la porta della casa –
Altro non ho da fare –

finché il suo passo s’avvicini e insieme
noi due cammineremo verso il Giorno
dicendoci le cose che cantammo
per tenere le Tenebre lontano