
Un libro mi piace quando mi tira dentro le sue pagine e mi avvolge come uno scialle caldo, come l’attesa del Natale.
Un libro mi piace quando non vorrei uscire mai da quelle pagine, quando sospendere la lettura, per vivere la vita, è sofferenza.
I libri scritti in maniera così avvolgente non sono molti e il fascino non dipende dell’argomento ma dalla magia della scrittura.
Politica, scienza, storia, romanzo d’amore, giallo sono alla pari quando la scrittura ti coinvolge.
A questa categoria appartiene il libro GIALLO PALLADIO di Umberto Matino, Edizioni Biblioteca dell’Immagine.
Questo libro ha molti piani di lettura, il primo è certamente il giallo: una vicenda complessa dove ingordigia, soldi, alcol e arte si intrecciano.
Un secondo piano è l’arte di Andrea Palladio e il suo tempo, dove mercanti d’arte, collezionisti e truffatori convivevano come noi oggi.
Terzo piano è il dialetto vicentino che affiora qui e là e i suoi legami con il passato dei Cimbri.
Infine, l’ultimo piano di lettura li riassume tutti ed è la provincia di Vicenza.
L’amore che Umberto Matino ha per il suo territorio emerge anche quando si tratta di crimini efferati, lui ama la campagna e le Prealpi, osserva rassegnato la devastazione del territorio, che sostituisce l’arte con i capannoni industriali, è una zona del Veneto che ti entra nelle ossa come la nebbia e l’umido.
Articolo di Renata Covi
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