365 giorni, Libroarbitrio

L’abbiamo visto in anteprima: FABRIZIO DE ANDRE’ IL PRINCIPE LIBERO – Il Film – RAI FICTION e ve lo consigliamo!

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Tutti dovrebbero vedere questo film.
In primis tutte quelle persone che con troppa facilità ed ignoranza esprimono il loro parere giudicando la vita di un artista, di qualsiasi artista, dal pittore all’attore, dal poeta al cantante, senza aver mai avuto a che fare davvero con il mondo dell’arte, né con nessuno di loro.

Perché? Perché questo film non racconta solo i momenti salienti della vita del grande cantautore italiano che è tutt’oggi De André, ma di ogni persona che ha fatto parte della sua vita, a partire dal padre Giuseppe De André, fino ad arrivare a Luca Marinelli. E se nel guardare la pellicola, liberi da preconcetti, riuscirete a carpire ogni istante della sua vita, e quella di ogni personaggio, allora questo film vi regalerà il più grande degli insegnamenti: conoscere è la libertà.

Fin dal primo minuto si respira proprio aria di libertà, poetica e musicale, che sarà la vera ambientazione di tutto il racconto, dalla Genova dell’adolescenza, alla Sardegna della vita adulta, proprio da qui inizia il lungometraggio, dalla tenuta in Gallura per poi percorrere a ritroso quarant’anni di vita artistica di De André. Vita artistica, punto. Glielo dice Luigi Tenco “Non puoi dividere la vita personale da quella artistica”, durante una delle loro nottate birra e spiaggia. Luigi Tenco, interpretato da Matteo Martari, che diventerà presto amico e complice di intuizioni poetiche su carta, e scoperte musicali d’oltre oceano. Il giovanissimo De André lo vediamo approcciarsi alla musica con la chitarra, regalatagli dal padre dopo aver avuto il coraggio di confessargli che no, suonare il violino non gli piaceva affatto, ed ecco che il coraggio di scegliere da sé diventa l’obiettivo di una vita, così come avere sempre la penna e stracci di carta alla mano, pronto ad annotare pensieri, frasi ascoltate, o parole che scrive mentre beve e scambia opinioni con amicizie importanti, che ne formeranno il carattere, che lo ispireranno, come quella straordinaria con Paolo Villaggio, interpretato da Gianluca Gobbi (calato perfettamente nella parte), a fargli presente la grandezza dei testi, della sua voce, prima di chiunque altro, che lo porterà a leggere e a cantare tra amici al bancone, e poi sul palco di un piccolo teatro. De André venticinquenne e ostinato, che preferisce la compagnia di prostitute e i loro avventori alle giovani della borghesia, mondo quest’ultimo dove le feste altro non sono che stanze sorde dove “parlare di niente”, ma dove trova il primo grande amore, e scoprire col tempo, quanto lontano e doloroso sia da lui, e quanto non faccia più parte del suo essere. Durante gli anni del successo tentenna, fugge, quasi sopraffatto da nuove forme di paura, come quella di desiderare di prendersi una pausa, temendo però di non riuscire più a scrivere, ad incidere dischi, e poi ritrovarsi innamorato, di nuovo, di colei che diventerà la sua compagna, poi seconda moglie Dori Ghezzi, con lei il coraggio di cambiare vita, il primo concerto, il sequestro e il dolore della reclusione imposta, ma quando finalmente torna libero vive, vive davvero la libertà che ha sempre cercato, scritto e cantato.

“Grazie al cielo ho una bocca per bere e non è facile 
Grazie a te ho una barca da scrivere ho un treno da perdere 
E un invito all’Hotel Supramonte dove ho visto la neve 
Sul tuo corpo così dolce di fame così dolce di sete 
Passerà anche questa stazione senza far male 
Passerà questa pioggia sottile come passa il dolore ”
Fabrizio De André

Il film arriverà nelle sale come evento speciale il 23 e 24 gennaio e su RAI 1 diviso in due parti,
il 13 e 14 febbraio, noi ve lo consigliamo vivamente!
Articolo di Lié Larousse & Gianluca Pavia /2dR
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