Osservo ogni capo,
ogni schiena,
ogni indumento.
Sono tutti seduti tranne due uomini infondo alla sala, un cameraman e un’inserviente del museo annaffiato da scadente acqua di colonia che entra ed esce di continuo avvampando la stanza del suo tanfo infastidendomi abbastanza.
La cerco
spostandomi di seduta in seduta.
Scalpito
ma devo stare attento a non dare troppo nell’occhio.
La cerco lei, quell’Uno tra tutti.
I due uomini in fondo all’aula si siedono enunciando il programma e suoi orari.
Schivo,
indietreggio e slitto di due sedute
a destra per cambiare prospettiva.
La stano.
Acciuffo il grigio dei suoi capelli,
la spalla, il gomito, il polso, e le dita che vive impugnano la penna, quella penna ancora sazia d’inchiostro.
Inspiro ed espiro l’aria intrisa d’aroma di carne di corpi sconosciuti più Uno,
inspiro ed espiro l’aria che umida si mischia al sapore di stoffa dei tanti sedili logori più Uno,
inspiro ed espiro la peluria rada sulla sua pelle raggrinzita tra avambraccio e gomito. L’armonia del piegamento svelto e ripetuto del polso mi eccita penetrandomi nella mente…
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Nel frattempo che voi nostri lettori vi scapicollate per andare ad accaparrarvi la vostra copia di POKER D’INCUBI e vi ci Selfate, noi ci teniamo a ringraziare Paolo Restuccia e Enrico Valenzi INESTIMABILI TUTTO della Scuola di scrittura Omero dove sono nate idee di controllo e spunti incontrollati dei nostri racconti.
Lié Larousse – Gianluca Pavia
DuediRipicca
#POKERDINCUBILIVETOUR
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Pubblicato da libroarbitrio
Lié Larousse nasce in un circo itinerante, tra stoffe di taffetà ruvida, seta in baco e carta straccia.
Non sa che giorno fosse, né l'anno, né la direzione che prese il treno, spinto sulle rotaie forse dal canto stridulo di ogni palpitante sterzata o forse dalle urla del parto di un'ipotetica madre immaginata sotto ogni forma. Quel che è certo, è che, quell'ammasso di ferro, legna e carne in transito era vivo, colmo di saltimbanchi, clown, povere bestie , lustrini e paillette. Lié - faceva caldo, quello, si me lo ricordo, ma , fuori di qui , cara, un freddo, quello anche mi ricordo, e poi non insistere con me chiedi a Mr Freak ti saprà dire di più . Mr Freak alto tre metri la spostava di lato col bastone argenteo mal fermo, appena la vedeva sbucare dal nulla - fsthgrfth – farfugliava in un linguaggio incomprensibile. Lei continuò a chiedere. Chiese a tutti, ai giocolieri con le clave, al mangia fuoco con la tutina gialla aderente, alla signorina Edena la donna più bella dell'universo con tre capezzoli, al triste Robert col trucco sempre sciolto e il diario nascosto che solo lei sapeva dove trovare. Nebbia . Ombre. Nulla. Ogni risposta era una chiusura di porte senza maniglie, inerme ad ogni ingresso riappariva lui, fermo ad attenderla sul ciglio , sempre, l'incomprensibile Mr Freak.
Così oggi, ad un età inconsapevole, con i capelli spagliati di un colore incolore, mi presento a voi, mi chiamo Lié Larousse, racconto storie di vita vissuta dagli altri, studio del mondo com'era, qui dietro le quinte di un palcoscenico fluttuante, attraverso i miei occhi vi farò vedere l'idillio della vita degli esseri quali siamo dove conduce, col mio unico ricordo. Vero. Solo mio, che d'improvviso di giorno o in sogno mi appare, col profumo caldo di neve silenziosa .
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