Osservo ogni capo,
ogni schiena,
ogni indumento.
Sono tutti seduti tranne due uomini infondo alla sala, un cameraman e un’inserviente del museo annaffiato da scadente acqua di colonia che entra ed esce di continuo avvampando la stanza del suo tanfo infastidendomi abbastanza.
La cerco
spostandomi di seduta in seduta.
Scalpito
ma devo stare attento a non dare troppo nell’occhio.
La cerco lei, quell’Uno tra tutti.
I due uomini in fondo all’aula si siedono enunciando il programma e suoi orari.
Schivo,
indietreggio e slitto di due sedute
a destra per cambiare prospettiva.
La stano.
Acciuffo il grigio dei suoi capelli,
la spalla, il gomito, il polso, e le dita che vive impugnano la penna, quella penna ancora sazia d’inchiostro.
Inspiro ed espiro l’aria intrisa d’aroma di carne di corpi sconosciuti più Uno,
inspiro ed espiro l’aria che umida si mischia al sapore di stoffa dei tanti sedili logori più Uno,
inspiro ed espiro la peluria rada sulla sua pelle raggrinzita tra avambraccio e gomito. L’armonia del piegamento svelto e ripetuto del polso mi eccita penetrandomi nella mente…
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Nel frattempo che voi nostri lettori vi scapicollate per andare ad accaparrarvi la vostra copia di POKER D’INCUBI e vi ci Selfate, noi ci teniamo a ringraziare Paolo Restuccia e Enrico Valenzi INESTIMABILI TUTTO della Scuola di scrittura Omero dove sono nate idee di controllo e spunti incontrollati dei nostri racconti.
Lié Larousse – Gianluca Pavia
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