
MUTAR D’ALBERI mette in mostra la personale visione dell’artista Alessandro Crapanzano sulla Natura e il suo adattarsi al mondo.
L’obiettivo del fotografo è come il pendolo, oscilla stagliandosi su paesaggi alla luce dello Zenit, fino a sporgersi agli ultimi bagliori della sera, in bilico sulla porta della notte. Poi, con la tecnica della stampa artigianale alla gomma bicromata, di cui è maestro, sviluppata su delle pregiate tavole di legno, con le giuste dosi di bicromato, gomma e acrilici, traccia, delinea ed esalta i colori che ci accompagnano a scoprire ogni sfumatura cromatica dell’opera assieme a straordinarie percezioni sensoriali…
…Questa visione è un viaggio che parte dalla mente dell’artista: il giusto compromesso tra l’Io fotografo e l’Io pittore. La simbiosi tra la crescita e l’evoluzione. Saper superare gli ostacoli e col tempo accrescere d’esperienza, trasformarla in tenacia per l’essere umano è come per l’albero vivere in riva ad un mare tempestoso, il vento ne trascina le fronde, lo percuote, magari lo piega, ma se ha radici forti allora nulla riuscirà a sradicarlo.
Questo è l’anello di congiunzione tra l’uomo e la Natura, il fulcro centrale della visione dell’artista, il saper stare al mondo nonostante le difficoltà, tema estremamente delicato e centrale del pensiero della società odierna: la vita è possibile solo attraverso la mediazione con l’ambiente circostante, chi non si adatta viene spezzato, l’albero spazzato via dal vento mentre la natura muta gli eventi e lui resta così meraviglioso intriso di vissuto.
Vernissage 22 Ottobre 2016 dalle ore 18.00
a cura di Letizia Marabottini e Massimiliano Manoli
progetto comunicativo DuediRipicca
presso la NARDI galleria d’arte e cornici
Via Arturo Graf, 74 – Roma
Vi aspettiamo!
DuediRipicca
Un ringraziamento speciale a Angelo Andriuolo
per l’articolo su IMAGES-A.COM qui di seguito
http://www.images-a.com/un-duediripicca-per-alessandro-crapanzano-mutar-dalberi-alla-galleria-nardi-di-roma/
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Pubblicato da libroarbitrio
Lié Larousse nasce in un circo itinerante, tra stoffe di taffetà ruvida, seta in baco e carta straccia.
Non sa che giorno fosse, né l'anno, né la direzione che prese il treno, spinto sulle rotaie forse dal canto stridulo di ogni palpitante sterzata o forse dalle urla del parto di un'ipotetica madre immaginata sotto ogni forma. Quel che è certo, è che, quell'ammasso di ferro, legna e carne in transito era vivo, colmo di saltimbanchi, clown, povere bestie , lustrini e paillette. Lié - faceva caldo, quello, si me lo ricordo, ma , fuori di qui , cara, un freddo, quello anche mi ricordo, e poi non insistere con me chiedi a Mr Freak ti saprà dire di più . Mr Freak alto tre metri la spostava di lato col bastone argenteo mal fermo, appena la vedeva sbucare dal nulla - fsthgrfth – farfugliava in un linguaggio incomprensibile. Lei continuò a chiedere. Chiese a tutti, ai giocolieri con le clave, al mangia fuoco con la tutina gialla aderente, alla signorina Edena la donna più bella dell'universo con tre capezzoli, al triste Robert col trucco sempre sciolto e il diario nascosto che solo lei sapeva dove trovare. Nebbia . Ombre. Nulla. Ogni risposta era una chiusura di porte senza maniglie, inerme ad ogni ingresso riappariva lui, fermo ad attenderla sul ciglio , sempre, l'incomprensibile Mr Freak.
Così oggi, ad un età inconsapevole, con i capelli spagliati di un colore incolore, mi presento a voi, mi chiamo Lié Larousse, racconto storie di vita vissuta dagli altri, studio del mondo com'era, qui dietro le quinte di un palcoscenico fluttuante, attraverso i miei occhi vi farò vedere l'idillio della vita degli esseri quali siamo dove conduce, col mio unico ricordo. Vero. Solo mio, che d'improvviso di giorno o in sogno mi appare, col profumo caldo di neve silenziosa .
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