
L’esito più trionfale della filosofia sarebbe il riuscire a far luce sugli oscuri cammini di cui si serve la provvidenza per raggiungere i suoi fini relativi all’uomo e il riuscire altresì a tracciare su tali basi dei piani di condotta atti a far conoscere a quest’infelice bipede la maniera in cui deve interpretare i decreti di codesta provvidenza e il cammino che gli è opportuno seguire per scampare ai capricci bizzarri di quella fatalità cui si danno venti nomi diversi senza peraltro riuscire a definirla…
…giacché se muovendoci nel rispetto delle convenzioni sociali e non discostandoci mai dal sentimento che per esse ci hanno inculcato con l’istruzione, ci accada disgraziatamente, a causa dell’altrui perversità di urtarci a mille spine mentre i malvagi han colto solo rose, le persone prive di un fondo di virtù abbastanza saldo per porsi al di sopra delle riflessioni suscitate da queste tristi circostanze non formeranno allora il calcolo che meglio è abbandonarsi al torrente che resistervi, non diranno che la virtù, per quanto bella sia, quando malauguratamente si fa troppo debole per lottare contro il vizio, diventa il peggior partito che si possa prendere e che in un secolo radicalmente corrotto la cosa più sicura è fare come gli altri?
Tali sono i sentimenti che ci inducono a pigliar la penna in mano ed è in considerazione della loro buonafede che invochiamo dal lettore un po’ d’attenzione mescolata d’interesse verso le sfortune della triste e miserevole Justine.
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Pubblicato da libroarbitrio
Lié Larousse nasce in un circo itinerante, tra stoffe di taffetà ruvida, seta in baco e carta straccia.
Non sa che giorno fosse, né l'anno, né la direzione che prese il treno, spinto sulle rotaie forse dal canto stridulo di ogni palpitante sterzata o forse dalle urla del parto di un'ipotetica madre immaginata sotto ogni forma. Quel che è certo, è che, quell'ammasso di ferro, legna e carne in transito era vivo, colmo di saltimbanchi, clown, povere bestie , lustrini e paillette. Lié - faceva caldo, quello, si me lo ricordo, ma , fuori di qui , cara, un freddo, quello anche mi ricordo, e poi non insistere con me chiedi a Mr Freak ti saprà dire di più . Mr Freak alto tre metri la spostava di lato col bastone argenteo mal fermo, appena la vedeva sbucare dal nulla - fsthgrfth – farfugliava in un linguaggio incomprensibile. Lei continuò a chiedere. Chiese a tutti, ai giocolieri con le clave, al mangia fuoco con la tutina gialla aderente, alla signorina Edena la donna più bella dell'universo con tre capezzoli, al triste Robert col trucco sempre sciolto e il diario nascosto che solo lei sapeva dove trovare. Nebbia . Ombre. Nulla. Ogni risposta era una chiusura di porte senza maniglie, inerme ad ogni ingresso riappariva lui, fermo ad attenderla sul ciglio , sempre, l'incomprensibile Mr Freak.
Così oggi, ad un età inconsapevole, con i capelli spagliati di un colore incolore, mi presento a voi, mi chiamo Lié Larousse, racconto storie di vita vissuta dagli altri, studio del mondo com'era, qui dietro le quinte di un palcoscenico fluttuante, attraverso i miei occhi vi farò vedere l'idillio della vita degli esseri quali siamo dove conduce, col mio unico ricordo. Vero. Solo mio, che d'improvviso di giorno o in sogno mi appare, col profumo caldo di neve silenziosa .
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