
…trovai quei gridi oltremodo irritanti; essi crebbero di profondità e d’intensità con l’avanzare del pomeriggio. In un primo momento facevano pena, ma il loro costante ripetersi finì per sconvolgere completamente il mio equilibrio. Scaraventai in un canto un volume di Orazio che stavo leggendo, e cominciai a stringere i pugni, a mordermi le labbra e a camminare su e giù per la stanza.
Dopo un po’, dovetti turarmi le orecchie con le dita. La mia angoscia a quei gridi aumentava sempre di più: essi divennero un’espressione così raffinata di sofferenza che non potei tollerarli più a lungo, in quella stanza chiusa. Uscii fuori, nel calore sonnolento del tardo pomeriggio, oltrepassai l’ingresso principale (notai ch’era di nuovo chiuso a chiave) e girai l’angolo del recinto.
All’aperto quei gridi risuonavano con maggior forza. Pareva che in essi tutto il dolore del mondo avesse trovata una voce. Se avessi saputo dell’esistenza di un tale dolore nella stanza accanto, senza udire nessun grido, avrei sopportato la cosa abbastanza bene, l’ho sempre pensato. E’ quando il dolore trova una voce e fa vibrare i nostri nervi che siamo sconvolti dalla compassione. Nonostante la luce fulgida del sole e il verde degli alberi che ondeggiavano nella calma brezza marina, il mondo era tutto un caos, pieno di erranti fantasmi neri e rossi, finché non fui fuori di portata da ogni voce, lontano da quel recinto.
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Pubblicato da libroarbitrio
Lié Larousse nasce in un circo itinerante, tra stoffe di taffetà ruvida, seta in baco e carta straccia.
Non sa che giorno fosse, né l'anno, né la direzione che prese il treno, spinto sulle rotaie forse dal canto stridulo di ogni palpitante sterzata o forse dalle urla del parto di un'ipotetica madre immaginata sotto ogni forma. Quel che è certo, è che, quell'ammasso di ferro, legna e carne in transito era vivo, colmo di saltimbanchi, clown, povere bestie , lustrini e paillette. Lié - faceva caldo, quello, si me lo ricordo, ma , fuori di qui , cara, un freddo, quello anche mi ricordo, e poi non insistere con me chiedi a Mr Freak ti saprà dire di più . Mr Freak alto tre metri la spostava di lato col bastone argenteo mal fermo, appena la vedeva sbucare dal nulla - fsthgrfth – farfugliava in un linguaggio incomprensibile. Lei continuò a chiedere. Chiese a tutti, ai giocolieri con le clave, al mangia fuoco con la tutina gialla aderente, alla signorina Edena la donna più bella dell'universo con tre capezzoli, al triste Robert col trucco sempre sciolto e il diario nascosto che solo lei sapeva dove trovare. Nebbia . Ombre. Nulla. Ogni risposta era una chiusura di porte senza maniglie, inerme ad ogni ingresso riappariva lui, fermo ad attenderla sul ciglio , sempre, l'incomprensibile Mr Freak.
Così oggi, ad un età inconsapevole, con i capelli spagliati di un colore incolore, mi presento a voi, mi chiamo Lié Larousse, racconto storie di vita vissuta dagli altri, studio del mondo com'era, qui dietro le quinte di un palcoscenico fluttuante, attraverso i miei occhi vi farò vedere l'idillio della vita degli esseri quali siamo dove conduce, col mio unico ricordo. Vero. Solo mio, che d'improvviso di giorno o in sogno mi appare, col profumo caldo di neve silenziosa .
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