
Era ancora una bella giornata limpida e le allodole cantavano sulla distesa dei campi. Il mio cuore era leggero ed ero determinata a tornare al cottage di buon umore per mostrare a Mrs Gifford che il mio ammutinamento aveva avuto buoni effetti quindi diedi istruzioni a Pirthy Taverner di prendere la strada più lunga , quella che attraversava Bliss Valley, risaliva e ridiscendeva Bliss Hill per giungere alle spalle del cottage, piuttosto che tagliare per il villaggio. Il tragitto sarebbe stato più lungo ma così, pensai, avrei avuto modo di prepararmi e godere di un ultimo prezioso momento di solitudine (Gifford da allora avrebbe di sicuro seguito ogni mia mossa!) Pirthy era una compagnia gradevole, non diceva una parola ma si preoccupava in continuazione della mia comodità.
Avevamo appena aggirato la collina e con piacere guardavo la valle che si stendeva davanti a me come un mosaico verde e il Jasmine Cottage, sotto di noi, con il camino fumante, quando, piena di orrore, afferrai il braccio di Prithy riuscendo a stento a credere ai miei occhi. Davanti alla casa c’era una carrozza, nere e chiusa, e due persone: un uomo incredibilmente grasso con una giacca di colore chiaro, che se ne stava tranquillamente appoggiato al muro esterno del cottage, e accanto a lui una donna vestita di blu con un grembiule bianco ( questo dettaglio mi è rimasto impresso nella memoria); entrambi mi davano la schiena e guardavano assorti la strada del villaggio. La strada che avrei percorso se non fossi stata determinata a godermi quell’ultimo scampolo di libertà.
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Pubblicato da libroarbitrio
Lié Larousse nasce in un circo itinerante, tra stoffe di taffetà ruvida, seta in baco e carta straccia.
Non sa che giorno fosse, né l'anno, né la direzione che prese il treno, spinto sulle rotaie forse dal canto stridulo di ogni palpitante sterzata o forse dalle urla del parto di un'ipotetica madre immaginata sotto ogni forma. Quel che è certo, è che, quell'ammasso di ferro, legna e carne in transito era vivo, colmo di saltimbanchi, clown, povere bestie , lustrini e paillette. Lié - faceva caldo, quello, si me lo ricordo, ma , fuori di qui , cara, un freddo, quello anche mi ricordo, e poi non insistere con me chiedi a Mr Freak ti saprà dire di più . Mr Freak alto tre metri la spostava di lato col bastone argenteo mal fermo, appena la vedeva sbucare dal nulla - fsthgrfth – farfugliava in un linguaggio incomprensibile. Lei continuò a chiedere. Chiese a tutti, ai giocolieri con le clave, al mangia fuoco con la tutina gialla aderente, alla signorina Edena la donna più bella dell'universo con tre capezzoli, al triste Robert col trucco sempre sciolto e il diario nascosto che solo lei sapeva dove trovare. Nebbia . Ombre. Nulla. Ogni risposta era una chiusura di porte senza maniglie, inerme ad ogni ingresso riappariva lui, fermo ad attenderla sul ciglio , sempre, l'incomprensibile Mr Freak.
Così oggi, ad un età inconsapevole, con i capelli spagliati di un colore incolore, mi presento a voi, mi chiamo Lié Larousse, racconto storie di vita vissuta dagli altri, studio del mondo com'era, qui dietro le quinte di un palcoscenico fluttuante, attraverso i miei occhi vi farò vedere l'idillio della vita degli esseri quali siamo dove conduce, col mio unico ricordo. Vero. Solo mio, che d'improvviso di giorno o in sogno mi appare, col profumo caldo di neve silenziosa .
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