Roma 24 marzo 2014

Ohimè! O vita!
Ohimè! O vita! Per queste domande sempre ricorrenti,
per la folla infinita di fedeli, per le città piene di sciocchi,
per il mio continuo rimproverarmi (poiché che è più sciocco di me
e più infedele?),
per gli occhi invano assetati di luce, per gli oggetti perfidi,
per la lotta sempre rinnovata,
per gli scarsi risultati di tutti, per le sordine folle che vedo
attorno a me avanzare con fatica,
per gli anni inutili e vuoti di coloro che rimangono,
con il resto di me avvinghiato,
la domanda, Ohimè! Così triste, così ricorrente – cosa c’è
di buono in tutto questo? Ohimè! O vita!
(Risposta) Che tu sei qui – che la vita esiste, e l’identità,
che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuire
con un verso.
***
Quando i lillà fiorirono l’ultima volta nel prato davanti a casa
Quando i lillà fiorirono l’ultima volta nel prato davanti a casa,
e la gran stella si tuffò presto nel cielo d’occidente, a notte,
io presi il lutto e sempre lo prenderò, ogni volta che torni primavera.
Primavera che sempre ritorni, certo una trinità tu mi porti,
lillà perennemente in fiore e stella che cala ad occidente,
e il pensiero di colui che amo.
O stella possente che cali a occidente!
O ombre della notte – o malinconia notte di lacrime!
O grande stella scomparsa – o nera tenebra che la nascondi!
O mani crudeli che mi trattenete impotente – o anima mia indifesa!
O nuvola severa che mi circondi e non vuoi liberare la mia anima.
Scritta alla morte di Lincoln
A domani
Lié Larousse
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Pubblicato da libroarbitrio
Lié Larousse nasce in un circo itinerante, tra stoffe di taffetà ruvida, seta in baco e carta straccia.
Non sa che giorno fosse, né l'anno, né la direzione che prese il treno, spinto sulle rotaie forse dal canto stridulo di ogni palpitante sterzata o forse dalle urla del parto di un'ipotetica madre immaginata sotto ogni forma. Quel che è certo, è che, quell'ammasso di ferro, legna e carne in transito era vivo, colmo di saltimbanchi, clown, povere bestie , lustrini e paillette. Lié - faceva caldo, quello, si me lo ricordo, ma , fuori di qui , cara, un freddo, quello anche mi ricordo, e poi non insistere con me chiedi a Mr Freak ti saprà dire di più . Mr Freak alto tre metri la spostava di lato col bastone argenteo mal fermo, appena la vedeva sbucare dal nulla - fsthgrfth – farfugliava in un linguaggio incomprensibile. Lei continuò a chiedere. Chiese a tutti, ai giocolieri con le clave, al mangia fuoco con la tutina gialla aderente, alla signorina Edena la donna più bella dell'universo con tre capezzoli, al triste Robert col trucco sempre sciolto e il diario nascosto che solo lei sapeva dove trovare. Nebbia . Ombre. Nulla. Ogni risposta era una chiusura di porte senza maniglie, inerme ad ogni ingresso riappariva lui, fermo ad attenderla sul ciglio , sempre, l'incomprensibile Mr Freak.
Così oggi, ad un età inconsapevole, con i capelli spagliati di un colore incolore, mi presento a voi, mi chiamo Lié Larousse, racconto storie di vita vissuta dagli altri, studio del mondo com'era, qui dietro le quinte di un palcoscenico fluttuante, attraverso i miei occhi vi farò vedere l'idillio della vita degli esseri quali siamo dove conduce, col mio unico ricordo. Vero. Solo mio, che d'improvviso di giorno o in sogno mi appare, col profumo caldo di neve silenziosa .
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