Roma 6 marzo 2014
Sveglio. Non riesco ad aprire gli occhi mentre bolle di musica elettronica risuonano nella mia memoria. Scosto dal corpo il peso delle coperte. Poggio i piedi a terra. Il nulla di un pavimento freddo mi risucchia. Cado. Non vedo appigli per rialzarmi e non gelare. Ho gli occhi chiusi. Ho gli occhi chiusi cuciti da fili di ciglia. Avverto il tocco di una mano. Avverto il tocco di una mano sul mio viso. Una mano di bontà a me sconosciute carezza la mia guancia. Quella mano con quella carezza issa il mio corpo. Sono in piedi e lei si è dissolta. La mano e la sua carezza non ci sono più. In terra i mie piedi hanno però freddo. Il mio volto, il mio volto è irrorato da calore. Calore che lascia una scia di saporito profumo sotto il mio naso ed io ho fame di quell’odore e allora cammino cammino cammino per inseguirla. Cammino. Cammino. Cammino. Cammino. Per inseguirla.
L.L.
Seneca
Il tempo II
Resto sempre stupito quando vedo alcuni che,
come se niente fosse, chiedono per sé,
spazi di tempo altrui, e altri che,
se glielo si chiede, sono pronti ad accordare
ore e ore della loro giornata;
il fatto è che tutti prendono in considerazione
lo scopo per cui si chiede di impegnare il tempo,
ma nessuno valuta il tempo in sé: lo si chiede,
come se fosse una cosa da nulla, e,
come se non fosse niente, lo si concede.
Eppure si gioca con la cosa più preziosa
che ci sia; inganna perché è immateriale,
perché non la si vede:
per questo non le si da importanza,
anzi è ritenuta quasi di nessun valore.
Le rendite annue, gli stipendi si pagano cari:
la gente se li suda e vi investe attività e impegno;
al tempo invece nessuno dà valore;
lo usi con larghezza come si fa con una cosa
che non costa nulla.
A domani
Lié Larousse
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Pubblicato da libroarbitrio
Lié Larousse nasce in un circo itinerante, tra stoffe di taffetà ruvida, seta in baco e carta straccia.
Non sa che giorno fosse, né l'anno, né la direzione che prese il treno, spinto sulle rotaie forse dal canto stridulo di ogni palpitante sterzata o forse dalle urla del parto di un'ipotetica madre immaginata sotto ogni forma. Quel che è certo, è che, quell'ammasso di ferro, legna e carne in transito era vivo, colmo di saltimbanchi, clown, povere bestie , lustrini e paillette. Lié - faceva caldo, quello, si me lo ricordo, ma , fuori di qui , cara, un freddo, quello anche mi ricordo, e poi non insistere con me chiedi a Mr Freak ti saprà dire di più . Mr Freak alto tre metri la spostava di lato col bastone argenteo mal fermo, appena la vedeva sbucare dal nulla - fsthgrfth – farfugliava in un linguaggio incomprensibile. Lei continuò a chiedere. Chiese a tutti, ai giocolieri con le clave, al mangia fuoco con la tutina gialla aderente, alla signorina Edena la donna più bella dell'universo con tre capezzoli, al triste Robert col trucco sempre sciolto e il diario nascosto che solo lei sapeva dove trovare. Nebbia . Ombre. Nulla. Ogni risposta era una chiusura di porte senza maniglie, inerme ad ogni ingresso riappariva lui, fermo ad attenderla sul ciglio , sempre, l'incomprensibile Mr Freak.
Così oggi, ad un età inconsapevole, con i capelli spagliati di un colore incolore, mi presento a voi, mi chiamo Lié Larousse, racconto storie di vita vissuta dagli altri, studio del mondo com'era, qui dietro le quinte di un palcoscenico fluttuante, attraverso i miei occhi vi farò vedere l'idillio della vita degli esseri quali siamo dove conduce, col mio unico ricordo. Vero. Solo mio, che d'improvviso di giorno o in sogno mi appare, col profumo caldo di neve silenziosa .
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Bellissimo
Grazie!