Roma 1 settembre 2013
La poesia europea del primo Novecento si lascia alle spalle l’epoca romantica per dare il via al Surrealismo, movimento letterario che esalta la dimensione onirica della vita e cerca le relazioni più nascoste fra gli oggetti e i più imprevedibili accostamenti concettuali e immaginifici in un gioco che trascina anche il lettore nello stesso vortice visionario che le ha generate.
In seguito l’Ermetismo celebra il trionfo delle metafore più ardite, del loro concatenarsi e riprodursi.
Nel secondo Novecento, accanto a queste avanguardie, sono presenti anche una poesia concretamente realista e un altra di puro lirismo, che cantano, con una ricchissima tavolozza di toni, da un lato gli eterni sentimenti dell’uomo e la natura, dall’altro la città e la nuova civiltà dei consumi con i problemi dell’emarginazione sociale, dell’individualismo e dell’alienazione, del rumore assordante e dell’esasperato silenzio.
La poesia del ‘900 diviene voce universale e la sua larga diffusione, attraverso la scuola e i mass mass media, raggiunge tutti gli strati culturali della società.
A domani
LL